MAX SMERALDI & FREDDY RISING - Strada Maestra

Autoprodotto
Quando le migliori peculiarità di un genere musicale come l'Hard Rock si incontrano con l'esperienza di personaggi che calcano i palchi da tempo, e che sanno perfettamente quello che vogliono e come ottenerlo, il risultato incanta magicamente moltissime persone sensibili alla buona musica. Freddy Rising (al secolo Federico Giuntoli), cantante con decenni di esperienza nella scena Hard & Heavy romana, unisce in questo caso le sue forze con l'altro grande Max Smeraldi, da tempo noto come chitarrista solista di fattura neoclassica/malmsteeniana ma avvezzo anche al più classico e caldo Hard Blues, per sfornare una gemma di rara bellezza come questo CD intitolato "Strada Maestra", dove i nostri si contornano di ottimi musicisti, sempre molto attivi della scena della capitale ("Eme" Laglia al basso, Eric Corrado dei Witches Of Doom alle tastiere e Luca "The Animal" Federici alla batteria) mettendo assieme una band solida ed efficace per riprodurre tutto il miglior feeling dell'Hard Rock/Blues di annata, ma mai anacronistico, poiché i titolari del progetto sfoderano ed incrociano le loro doti compositive regalandoci 8 brani 8 per ben 35 minuti abbondanti di energia e classe, dove la co-produzione sfavillante di Fabio Lanciotti, anche sound engineer del progetto, riesce a valorizzare ogni singolo suono senza inficiare in potenza ed energia, qui presenti in quantità come vuole la tradizione del miglior Hard & Heavy. Il primo brano "Stramaledetta Città" con il suo ritmo veloce e il suo riff assassino, miscelato inizialmente al rumore dell'accensione di un'automobile, si mostra coinvolgente abbastanza da far desiderare anche all'ascoltatore più distratto di fuggire in macchina ad alta velocità verso destinazioni ignote pur di allontanarsi dallo stress cittadino. Il cantato in italiano è privo di stereotipi e luoghi comuni, che sono sempre così tanto in voga nei testi del rock cantato in lingua madre degli ultimi decenni, e ve lo dice uno che è totalmente d'accordo con Gianni Della Cioppa quando sostiene che solitamente il cosiddetto "Rock in italiano" ha un vocabolario limitato ad un centinaio di parole. Qui i testi di Freddy funzionano egregiamente tanto sull'incedere ritmico quanto sul modo migliore di esprimere gli argomenti trattati, dando la forte impressione di rispecchiare emozioni particolarmente sentite da chi canta. Finalmente constatiamo quanto la composizione di una lirica faccia la differenza anche musicalmente, pure nel cantato in lingua madre. C'é da imparare molto qui eh. Ancor meglio con "Venditori Di Sogni", traccia multiforme dove a parti acustiche intimistiche si fa da contraltare con un ritmo serrato e assieme cadenzato, simile ad una vera e propria cavalcata metal. Qui Freddy fa il suo miglior acuto, da brivido. E da rimarcare anche particolarmente il guitar work di Max che continua a far faville. "Fine Dei Giochi" è una buona traccia Hard di classe, con refrain parecchio melodico che acchiappa e non fa prigionieri. Ma è con "Quello Sbagliato" che ci troviamo di fronte un'ottima sperimentazione.

La canzone inizia con un contorno di sitar, da cui si sprigiona un riff di chitarra elettrica pesantissimo, capace alla perfezione di ricalcare la recitazione sconsolata e amara di Freddy in stile marcatamente blueseggiante. Anche qui è presente un ottimo assolo di Max, con cascate di sequenze shredding inframmezzate da lunghe note bluesy dosate in maniera egregia. "Non Pensare A Me" è la speed-track che potrebbe esser composta dai Deep Purple se volessero fare un brano cantato in italiano, e ha un riff davvero coinvolgente. La ballad acustica "Chi Può Sapere" contiene un'interpretazione di Freddy che fa tanto bene al cuore, e si rivela profonda anche a livello di testi con una piccola riflessione sulla vita e sul destino che ogni uomo si costruisce ogni giorno. Appagante anche il tapping-riff di "Cambia Prima Tu", traccia molto Heavy che, tanto per l'argomento trattato nel testo quanto per l'incedere delle vocals, ricorda un po' il Pino Scotto più ispirato. Si termina con la title-track, ottima prova strumentale di Max che ci regala un assolo chitarristico particolarmente ispirato e ben eseguito. Che dire, l'album è bello in tutto e per tutto, ed è arricchito da una immagine di copertina davvero spiritosa e divertente. Personalmente, mi sento di supportare e promuovere al massimo "Strada Maestra" in quanto qui a Roma non abbiamo mai mancato di realtà musicali (Hard e non) particolarmente promettenti, ma di contraltare siamo sempre stati penalizzati da gravissime lacune in quanto a strutture e supporto del pubblico. Nell'underground romano le cose vanno e vengono, sarei gratificato anche solo se una cosa bella come questo CD passasse e restasse. Il resto del lavoro deve farlo chi legge questa recensione. I concerti di supporto a quest'album stanno per iniziare. E presto il CD sarà in distribuzione. Quale che sia il sottogenere di metal che vi piaccia, anche se non vi piace il metal, comprate questo CD e supportate Max & Freddy. Non avrete di certo a pentirvene.

Voto: 9/10 

Alessio Secondini Morelli