ROXY BLUE - Roxy Blue

Frontiers
Dopo quasi trent'anni i Roxy Blue sono tornati. I Roxy Blue sono del Tennessee, quindi profondo sud degli Stati Uniti. Non sono un gruppo southern ma l'essere di quelle parti fa sì che anche quando si suonano generi diversi l'attitudine sudista affiori prima o poi in qualche modo. Basti pensare ai Pantera. Ma torniamo un attimo a quando questo combo si presentava al mondo con l'album Want Some nel 1992. L'onda lunga del pop/glam/hair/sleaze metal continuava a produrre gruppi come i Roxy Blue appunto. Poi anche loro, come gli Spread Eagle e altri , conoscono un rapido declino negli anni Novanta dominati dal grunge e la loro proposta sembra non interessare più nessuno. Ma ora ci riprovano. Certo, la freschezza non può più essere la stessa del 1992, ma e' bello rivederli in pista. Le danze si aprono con la veloce Silver Lining, rock diretto e grezzo. Si prosegue con il riff tednugentiano di Rockstar Junkie, che anche nel titolo esprime il contesto in cui si muove la band. Band formata dal cantante Todd Poole, dal chitarrista Wade Caughron, dal bassista Josh Well e dal batterista Scotty Trammel. Scream inizia melodica e si sviluppa più compatta, un bell'esempio di rock sporco e vissuto. Collide si apre acusticamente, con la voce roca di Todd Poole che ci porta su sentieri di perdizione, in un andamento melodico molto piacevole. I toni si rifanno subito aspri con il riff tagliente di Outta The Blue, incattivita dalla voce filtrata. Si torna però rapidamente al semiacustico con la simil ballad Blinders, un altro bel pezzo emotivamente coinvolgente. Rock martellante con Till The Well Runs Dry, ancora con voci filtrate e sonorità cattive. Ingredienti simili, ma su ritmiche più rallentate, in Human Race. Un riff insinuante su un cantato apparentemente in sordina apre How Does It Feel, brano dal sapore melodico e dalle velleità più pop. Ma il rock da strada ritorna prepotente in What It's Like. L'ultima traccia del disco, Overdrive, ci mantiene su territori elettrici e coinvolgenti. Forse i Roxy Blue degli anni Novanta erano più incisivi ma quelli di oggi meritano di essere ascoltati e anche amati per la determinazione mostrata nel non mollare. 

Voto: 7/10

Silvio Ricci