SONATA ARCTICA - Talviyö

Sonata Arctica
Tornano i finlandesi Sonata Arctica con il loro undicesimo (se si considera anche la reincisione del loro esordio "Ecliptica" del 2014 con l'attuale line-up) album. L'impressione, dopo un ascolto approfondito, è che i nostri power metallers abbiano deciso di esplorare molto più a fondo l'aspetto "Rock" del loro sound. Si tratta effettivamente di un album più orientato al formato canzone, piuttosto che alle folli e frenetiche fughe strumentali neoclassiche tipiche del Power. Laddove i nostri incentrano le loro composizioni su un lavoro più focalizzato alla rifinitura delle melodie vocali, utilizzando ritmi meno aggressivi ed un suono di chitarra dall'energia sempre più "temperata" da un songwriting adulto, maggiormente intimista e foriero di un'emotività meno irruenta rispetto al passato. Rimangono comunque spesso presenti nel loro sound le scale classicheggianti, spesso e volentieri eseguite con il consueto unisono chitarra-tastiera, mentre altrove gli arrangiamenti di keyboards aiutano a costruire e a sostenere la giusta atmosfera in brani come "Demon's Cage". Anche il registro vocale dello storico singer Tony Kakko (niente battute, please!) non risulta mai sparato verso l'alto, ma mirato a ricercare un carattere più "intimista" alle songs (raggiungendo il suo apice in questo senso nell'acustica finale "The Garden"), mentre in brani come lo strumentale "Ismo's Got Good Reactors" e "The Raven Still Flies" sono anche presenti delle belle influenze del classico Prog, anche se il tutto è ben limato e modellato secondo quello che è il mood principale dell'album in questione. In un certo senso, il cammino artistico dei finlandesi prosegue senza grossi scossoni. Resta da vedere quanto lo zoccolo duro dei loro fans sia avvezzo a certe sperimentazioni. Forse il nuovo Sonata Arctica ha bisogno di più di un attento ascolto per esser compreso al meglio. Ma del resto, si tratta comunque di un prodotto discografico ben confezionato. Con tutte le sue peculiarità sonore e concettuali. 

Voto: 8/10 

Alessio Secondini Morelli