RUSTLESS, Zanolini: "Per noi la musica non è moda del momento!"

Cari Rustless, benvenuti su GiornaleMetal. Come ho detto in sede di recensione, il vostro quarto album è un tuffo nella tradizione dell'Hard Rock. Cosa vi spinge ancora oggi a cimentarvi con queste sonorità, nonostante i più continuino a ripetere che ormai siano passate di moda?

Ruggero: Per noi la musica non è moda del momento! Le sonorità moderne come loop e vari campionamenti o le basi che vengono utilizzate nei live non sono l’essenza della musica. Noi lavoriamo molto sulla ricerca di melodie che diano emozioni e le emozioni non passano mai di moda. Nel nostro ultimo lavoro c’è una ricerca nei suoni però per quanto mi riguarda il mio Hammond ci sarà sempre! E lo si può capire chiaramente proprio nel brano di apertura, un nostro omaggio al grande Jon Lord!

Steve: Io sono nato con questo genere, è la mia vita e fa parte del mio percorso musicale, quindi sono felice di essere sempre stato al di fuori delle mode musicali che non c'entrano nulla con la passione! Quello che mi spinge sono solo la passione e il divertimento. Se dovessimo seguire le mode perderemmo la nostra genuinità e le persone che ci seguono se ne accorgerebbero subito.

Roberto: Per me la sonorità di un album deve rispecchiare le energie del momento. In fase compositiva è molto importante trovare un filo logico tra le tematiche affrontate nei testi e il vestito musicale. Penso che sia naturale per noi approdare all’hard rock e pescare dalle nostre radici. E visto il responso delle varie recensioni diciamo che abbiamo azzeccato! Vorrei fare un ringraziamento particolare al nostro tecnico del suono e fonico Donato Reina che in fase di mixaggio è riuscito a mantenere i suoni degli strumenti naturali, proprio come nei dischi di una volta!

Lio: Noi nell’hard rock ci tuffiamo e nuotiamo con tutti gli stili! In realtà oltre alle atmosfere che citavi, ci sono anche influenze prog e psichedeliche. Sarebbe bello però non dividere la musica in generi, ci sono già tante cose che dividono nel mondo! Possiamo dire che esiste buona musica e cattiva musica. Ecco speriamo che sia la buona musica a tornare di moda.

Quali sono a vostro avviso le canzoni più significative di quest'album?

Ruggero: Non avendo vincoli contrattuali abbiamo potuto realizzare con calma l’album, inserendo quelle che per noi sono le canzoni migliori. Ogni brano ha una sua bellezza intrinseca e una particolarità e questo rende difficile per me indicarti delle canzoni. Per me sono tutte belle! 

Steve: A mio giudizio i brani sono tutti belli e vari. Come può un papà avere un figlio prediletto? Preferisco vedere l’album come un’unica opera con varie atmosfere e non sezionarlo in varie canzoni.

Andrea: Ogni canzone porta un messaggio diverso col proprio testo, anche se un sottile filo conduttore c’è. Light Into Pain dà speranza, What Kind Of Love è molto intima e fa riflettere. Musicalmente, invece, ritengo Take The Sun un traguardo di tecnica ed emozioni e la sua durata non la penalizza affatto.

Roberto: A mio avviso le canzoni più significative sono: Take the sun per la struttura e la tessitura musicale. Light into pain perché si discosta dalle altre canzoni del disco , Heart’s on fire per il suo ritornello catchy, What kind of love per la sua melodia struggente, Message to God per il lavoro di chitarra e Ride with the wind per la complessità ritmica.

Lio: Io sono particolarmente legato a Tell me perché abbiamo iniziato a comporla il giorno del mio compleanno e perché per me l’assolo di Steve in questo particolare brano è proprio godurioso. Poi ho un particolare feeling con Take the sun. In questa canzone ho utilizzato una campana tibetana che riproduce la nota fondamentale del chakra del cuore. 

Come vi siete trovati nei mitici NADIR studios di Trevor (Sadist) a lavorare? E come vi trovate con la label Buil2kill?

Ruggero: Il rapporto con la casa discografica è ottimo! Il fatto che Trevor sia un musicista come noi facilita le cose.

Steve: Con la Nadir abbiamo un'ottimo rapporto, sopratutto con Federico Gasperi, una persona gentilissima e cordiale.

Roberto: La Nadir non è solo un’etichetta. Comprende gli artisti che segue e capisce benissimo il panorama musicale odierno. È inutile dire che Trevor, Federico e Tommy vengono mossi da una grande passione per la musica e questo lo apprezziamo davvero tanto. Insomma sono una bella famiglia!

Pensate sia giunto il momento di un ritorno in grande stile dell'Hard anni '70?

Ruggero: Sarà molto difficile qui in Italia.  Sono insieme a Steve da più di 38 anni ci conosciamo e ci capiamo solo guardandoci; lo stesso anche con Lio, siamo come tre fratelli. Steve ha un’energia musicale inesauribile e sprona di continuo tutta la band. Devo dirgli grazie perchè a volte mi adagio un po’ e lui mi dà subito la carica. In questi anni molte case discografiche hanno chiuso per vari motivi ma secondo me è perché non hanno mai rischiato come fece la Durium con i Vanadium, hanno prodotto solo copie di artisti stranieri che vanno di moda. Oggi tutto è veloce, sei famoso per 6 mesi e poi finisci nel dimenticatoio. Manca il rispetto per chi fa musica diversa, fare il musicista hard rock è difficilissimo!

Andrea: Stiamo effettivamente vivendo un’epoca di revival del “classico” anni ’70 e ’80 in molti ambiti artistici e non solo. Con tutti i pro e i contro del caso, ritengo sia bello far rivivere quegli anni, ma in chiave moderna. Un “ritorno in grande stile” dell’hard non servirebbe a nulla, piacerebbe solamente ai nostalgici. In chiave moderna la musica può raggiungere più persone e veicolare messaggi coerenti col nostro tempo.

Lio: E' sempre il momento per me! Vedo che anche le case discografiche stanno timidamente riproponendo giovani band cloni dei Led Zeppelin per ridare linfa al genere. Vedremo se anche questa sarà una questione di moda!

C'è in programma una promozione dal vivo dell'album? In che termini?

Ruggero: abbiamo da poco fatto alcuni festival con Ancillotti e con La Strana Officina e il festival di Rock Inn Somma insieme a altre ottime band che propongono brani loro. A settembre ripartiremo con i live nei vari locali, seguiteci su facebook per rimanere aggiornati!

Alcuni di voi, in passato, hanno fatto parte dei Diumvana. Che se non erro, erano una specie di Cover Band che rileggeva e riproponeva i brani più Rock degli ultimi anni. Potete dirci qualcosa di più?

Ruggero: Dal 1999 fino al 2008 io Steve e Domenico delusi dal panorama discografico che incominciava a disgregarsi abbiamo deciso di formare i Diumvana per divertimento. Inaspettatamente abbiamo avuto subito un ottimo riscontro e questo grazie al fatto che per primi abbiamo portato nei locali brani metal e di tutto il panorama new metal.

Steve: I Diumvana sono nati nel 1998/99 da me Ruggero e Domenico, cosi per divertirci a suonare canzoni particolari che non si sentivano spesso nei locali. Questa band con l'innesto del cantante interprete Andrea Mitzi, ha preso il volo...macinando più di 150 serate annue, portando nei locali il rock, il metal ecc. cosa che non faceva nessuno allora, è stata una cover band rompighiaccio. Fine 2007 ha esaurito il suo percorso e sono tornato alla mia attività di compositore, fondando con Ruggero e il ritrovato Lio il progetto Rustless.

Vi vedete ancora con Pino Scotto? C'é la possibilità di collaborare con lui ancora una volta?

Ruggero: Le nostre strade si sono divise nel 1995, personalmente ero stanco e demotivato nel proseguire, avevamo avuto grandi possibilità e siamo stati bene insieme ma non era più possibile continuare, credo che tutto abbia un inizio e una fine. C’è una cosa che mi ha infastidito nel dopo Vanadium ed è stata quando, alla presentazione della nostra biografia scritta da Luca Fassina, sia Pino che Domenico non si sono presentati lasciando un po’ di amaro in bocca alle molte persone intervenute che avrebbero voluto vederci tutti insieme. In compenso hanno visto e conosciuto altri componenti dei Vanadium precedenti alla formazione conosciuta. 

Steve: Saluto Pino e auguro a lui ancora una lunga carriera. Penso che sia meglio ricordare i Vanadium per quello che sono stati. Come artista e compositore ho bisogno di nuovi stimoli che mi permettano di esplorare altri aspetti musicali e per fare questo ho preferito lavorare con un altro cantante, Roberto, che è dotato di un range vocale che mi permette di farlo. Non mi piacciono le reunion, le trovo patetiche. Capisco che magari possano avere un ritorno economico interessante ma preferisco la coerenza.

Vostra collaboratrice in recente passato è stata la "magica" Lisy Stefanoni, cantante/flautista di Evenoire ed ora con Shadygrove. Come nasce questa collaborazione ed in che modo si va ad "incastrare" con il discorso musicale dei Rustless?

Ruggero: Stiamo parlando del 2008 ora siamo nel 2019, l’avevamo vista a un concerto come apertura a un nostro dei Diumvana mentre io, Steve e Lio stavamo progettando la nascita dei Rustless abbiamo provato la soluzione a due voci, ma abbiamo poi scelto una sola voce solista, dal 2009 sono cambiate molte cose come tre bassisti, oggi la formazione ha preso la giusta direzione con Andrea Putero al basso giovane talentuoso e la brava corista Alessia Ficarra.

Steve: Sono passati quasi 11 anni dal primo album Rustless, quindi non proprio recente se mi consenti. Brevemente nel primo album abbiamo voluto sperimentare il progetto con 2 cantanti, ma da subito ci siamo resi conto che non funzionava, snaturando troppo la nostra natura musicale e quindi siamo passati al singolo cantante. Ci tengo in modo particolare a spendere 2 parole su Roberto Zari: lo considero un vocalist dalle capacità eccezionali, non solo vocali ma anche come interpreta le canzoni e per la qualità dei testi. Inoltre quando canta le nostre canzoni Vanadium, le interpreta in modo magistrale, sotto tutti gli aspetti, voce, tonalità, pronuncia inglese ecc. Per me le nobilita e le porta ad un altro livello rispetto alle versioni originali. Penso che sia una fortuna averlo con noi.

Lio: Abbiamo provato la formazione a due voci per sperimentare. Purtroppo ci siamo spostati in un territorio che non era nelle nostre corde musicali. Mi ricordo che in una recensione avevano scritto “inutili orpelli gotici”. Anche le canzoni dei Vanadium reinterpretate con 2 cantanti hanno ricevuto delle critiche. Abbiamo capito che per noi era meglio tornare alla singola voce maschile.


OK, l'intervista volge al termine. Lascio a voi lo spazio per un saluto.

Ruggero: Grazie a te e tutti i lettori di GiornaleMetal partecipate numerosi ai vari festival dove si esibiscono band che fanno musica originale. Organizzatori di spettacoli credete nei progetti diversi dalle cover, anche in Italia abbiamo delle grandi e brave band che non fanno il solito minestrone.

Andrea: Un saluto a tutti i lettori e ascoltatori! Non smettete mai di condividere le vostre emozioni con chi vi sta realmente accanto!

Steve: Grazie di averci invitato a questa intervista, colgo l'occasione di invitarti a qualche nostro futuro concerto cosi ci conosceremo di persona.

Roberto: Grazie di averci dato questo spazio. Un saluto a voi e a tutte le persone che amano la musica.

Lio: Grazie davvero a tutti voi e non dimenticate di supportare la musica originale!

Alessio Secondini Morelli