TOTENGOTT - The Abyss

Xtreem
Agli spagnoli Totengott piacciono moltissimo i Celtic Frost! Questo traspare dall'ascolto del loro secondo album "The Abyss". Lo si noterà fin dal primo ascolto, se si fa caso tanto al cantato, che fa il verso a quello del mitico Tom G. Warrior, a cui somiglia in modo impressionante, quanto al suono della chitarra: una perfetta sintesi del peculiare timbro chitarristico ruvido e ricco di frequenze basse creato e prodotto per "Morbid Tales" e "To Mega Therion". I Totengott propongono un Death/Doom Metal pesantissimo, buio come non mai e dalle atmosfere estremamente dilatate. E seppur nell'iniziale, introduttiva "Ceremony I, Sic Transit Gloria Mundi" ci troviamo immersi in un mare di sintetizzatori ambient riverberati ed oscuri, che si "metallizza" solo verso la fine (non c'é che dire: una buona intro per un album del genere)... l'ombra di Warrior e compagni incombe tanto sulla seconda traccia, "Ceremony II, The Way Of Sin", rabbiosa Thrash Metal song oscura di media durata, quanto nelle prolisse, in gran parte minimali e velatamente lisergiche "The Spell" e "Doppelganger II, The Abyss", di durata rispettiva di 13 e 22 minuti e basate entrambe su ritmi cadenzati, inframmezzati da sporadici synth e pochissime accelerazioni. L'album, con la sua durata complessiva di circa 45 minuti, non contiene altro. Sì, lo so. Un prodotto del genere va incontro a parecchie controversie... ma in fondo, se si considera il minimalismo una forma d'arte, "The Abyss" non appare assolutamente niente male. Innanzitutto perché sono qui presenti una produzione ed una perizia strumentale davvero molto pulite. E poi... beh i Totengott avranno avuto tutte le loro ragioni per "emulare" i loro eroi svizzeri fino a questo punto, in un disco di questa caratura. Francamente, non so se siamo difronte all'atto di nascita di un nuovo sottogenere (Psych-Death Metal?), ma... ai lettori di Giornale Metal che sono rimasti incuriositi dalla mia recensione consiglio un ascolto attento e non privo di oggettività. Secondo me, anche grazie alla peculiarità della scelta di certi suoni (quelli che, ripeto, hanno reso famosi i Celtic Frost ed i loro primi discepoli americani Obituary), ci troviamo difronte ad una "vetta" artistica alquanto interessante. Occhio ai Totengott. 

Voto: 8/10 

Alessio Secondini Morelli