DIRAXY - The Great Escape

FIL 1993
Nati a Milano nel 2013, i Diraxy sono una band Progressive Metal, che si propone come una fra le più interessanti nel panorama metal italiano e internazionale. Il sestetto è composto da Federica Manenti, singer carismatica, Dario Freddi alla voce e tastiere, Marco Le Grazie e Daniele Romanato alle chitarre con Andea Arrotta al basso e la batteria di Paolo Ossoli. Agli esordi hanno lavorato a qualcosa di autoprodotto, che ha contribuito alla conoscenza della band da parte di un pubblico che ha risposto sempre in modo entusiasta. Nel gennaio 2015 rilasciano “The Vagrant Ep:First Steps”, composto da quattro tracce che come evidente nel titolo anticiperà l’uscita del concept album “The Vagrant”. L’anno della svolta è 2016, quando vengono notati da Matteo De Napoli della label FIL 1933 Group, ne viene profondamente colpito è così nasce un importante sodalizio che porterà alla luce la loro ultima fatica “The Great Escape” . Anche quest’ultimo si propone come Concept album, le tematiche trattate e raccontate con passione e trasporto, riguardano fatti realmente accaduti nell’agosto 2014, precisamente nella regione del monte Sinjar in Iraq, è ispirato ai fatti sconvolgenti che hanno visto protagonista Jinan Badel, tutto questo già raccolto nel libro “Jinan esclave de Daech”, di Thierry Oberlè, reporter per Le Figaro. Basta quest’introduzione per comprendere l’enorme portata del lavoro, il coinvolgimento dei sei nella produzione e nel racconto è evidente, la voce di Federica ad ogni modo fa il grosso, trasportandoci in quell’orribile vicenda che ha visto una donna essere rapita dall’Isis. Psichedelia, atmosfere ipnotiche, sprezzanti, cambi di tempo repentini uniscono a perfezione le due anime della band, una strettamente progressiva e l’altra propriamente metallosa e aggressiva. Così danno vita ad un genere sofisticato ed originale, a tratti si rende evidente il prog più classico, territorio a loro caro dove mostrano di saperci fare ma ciò che spiazza l’ascoltatore e il passaggio repentino al metal più hard. La prima parte composta dall’opener “Overture” e dall’intermezzo “Naschi” lascia ampio spazio alla parte propriamente sperimentale, segue il vero primo brano “Hideout” primo capitolo del progr rock di cui abbiamo parlato poc’anzi, ma non si limitano a questo, fra cambi vari si intravede il Power e l’anima Metal. Potenza e movimento in “Fooling Gravity” e poi si cambia tutto, basi con presenza dell’elettronica e sfumature reggae per “Melek Taus”, uno dei pezzi più belli e pregiati della raccolta. “Shelter” si propone come la ballad progressive che coinvolge a livello emotivo attraverso note nostalgiche. e col passare dei minuti si passa alla potenza strumentale, si scatena. “Shamal” e Monsters” esplicano appieno la potenza dell’esecuzione vocale. Altri due capitoli degni di nota in chiusura sono “Lie to me” e l’ultimissima “The Way Out”, il primo per la facilità nell’ascolto mira a colpire nell’immediato ,mentre il secondo con le sue sonorità elettroniche dove metalcore e progressive danno vita d un connubio grandioso. Così come grandioso è questo album, fantastici i contenuti, direi importanti, fusioni tra generi sempre più rari nella musica italiana, apprezziamo. Un grosso in bocca al lupo alla band lombarda delle meraviglie! 

Voto: 8/10 

Angelica Grippa