STRYPER - God Damn Evil

Frontiers
Incacchiati ed attempati Christian Metallers, gli Stryper urlano a mo' di anthem nella title-track di questo loro dodicesimo album: "Dio Maledica il Male". Ed io spero sempre... che non sia uno dei soliti pericolosi ed oscurantisti bacchettonaggi, ma che invece i nostri intendano il male REALE che alberga nel cuore dell'umanità. E che origina tutti questi problemi presenti in giro per la nostra cara vecchia Terra che chiamansi "situazione in Siria", "sono pazzi questi nord-coreani", "riscaldamento globale", "allevamenti intensivi" e così via (anzi così sia). Da premettere, a parte le disquisizioni spiritual-sociali, che il mio punto di vista di recensore rimane quello di un adulto da sempre in polemica con la chiesa cattolica. Ma si dia il caso che sono anche un liberal, e penso che bisogna sempre dare onore al merito. Artistico, soprattutto. Sono obbligato quindi, per forza di cose, ad affermare che gli Stryper hanno un primato. Oltre ad essere una delle Metal Bands americane più longeve e più baciate dal successo internazionale, sono forse l'unica Christian Metal band ad aver passato i 35 anni di esistenza (nonostante alcuni periodi inattivi, durante i quali comunque mi pare che i musicisti abbiano portato avanti i propri progetti musicali personali, primi tra tutti i due fratelli Sweet, da sempre i leaders-fondatori della band). E quindi, onore al merito sia.

Il Metal degli Stryper è certo di tipo "Mainstream", ma sempre suonato con perizia tecnica e capacità compositiva molto superiori alla media, quindi... col tempo che passa, la loro proposta non può essere più considerata mancante di serietà (come molti "anti-oscurantisti" contro-predicavano, forse un po' a ragione, in passato... vedendo i nostri lanciare bibbie dal palco negli anni '80). E soprattutto, se paragonati ad alcuni gruppettini black metal "da cantina" di recente formazione che, al cospetto di giganti artistici come loro, paiono fanciulleschi bimbiminkia. Eh sì. A questo punto, mi pare di fare l'arbitro tra Dio e Satana. Ma a parte questo, ci troviamo difronte ad un album energico, compositivamente ricco, prodotto alla perfezione e suonato con la dovuta perizia tecnica (ovviamente accresciuta con l'età dei musicisti). Quali sono i punti salienti di questo "God Damn Evil"? Mi limiterò a segnalare i brani migliori secondo me. Come l'iniziale "Take It To The Cross" (diretta e serrata quanto caratterizzata da un refrain velenosissimo, in ogni caso selezionata come singolo apripista), la già citata title-track, la power-ballad "Can't Live Without Your Love", bella come non mi capitava da anni di ascoltare (e qui devo dire: grazie soprattutto alla voce di Michael Sweet che ancora oggi non si batte!) e le potenti e maledette (pardon, benedette) "You Don't Even Know Me" e "The Devil Doesn't Live Here" (dove il chitarrista Oz Fox si rende protagonista di uno dei suoi più begli assoli). Ragazzi, non sono diventato tutt'un tratto un fanatico religioso... e questo vale anche per la mia recensione dei bravissimi (ed italianissimi!) Metatrone di poco tempo fa. Oltretutto, sarà merito della produzione o degli stessi musicisti maturi e skillati, ma il disco suona moderno e al passo coi tempi, pur essendo un disco di Heavy Metal. Che lezione che ci danno questi (ormai storici) Christian Metallers, eh? 

Voto: 8/10 

Alessio Secondini Morelli