Municipal waste + Toxic Holocaust + Enforcer - 11 Dicembre 2019 - Slaughter Club, MI

Si prospetta una grande serata stasera, non solo perchè è il “winter appointment” per rivedere cari amici della compagnia del Wacken, ma anche perché per la rimpatriata abbiamo scelto una serata ad alta gradazione di thrash e di anni 80. Sono stati quindi due i miei preparativi per questa serata: bere tanta birra ed ascoltare da un mese a questa parte gli Enforcer…   Azz direte voi, ebbene si, vi replico io… Riguardo al punto uno: i miei soci sono bevitori “di tutto rispetto”, quindi duro allenamento, non volevo essere io “l’anello debole della catena”, per quanto riguarda il mio secondo preparativo, gli Enforcer sono la band delle tre di stasera che conosco meno. Arriviamo al locale mentre gli Enforcer stanno già suonando, mannaccia a Milano con tutti i suoi guard rail, sbagli un’uscita e ti tocca fare kilometri su kilometri per ritornare al punto di partenza, ma dove sono finite quelle belle inversioni ad U ignoranti che potevi fare una volta quando ne avevi bisogno… Ma torniamo al locale, visto che è la prima volta che entro… Ci scostiamo di poco dal bancone del bar, dove siamo stati per quasi tutta la sera, siamo in parte al mixerista. Non lo conosco, ma questo ragazzo “si sbatte” davvero molto, a preparare il set alle band, va tra il pubblico con una sorta di i-pad per regolare i suoni anche da varie angolazioni, e anche quando è in postazione mixer lo vedo calibrato e pronto, l’impressione che mi fa è di una persona attenta e consapevole di avere nelle sue mani ed orecchie (soprattutto) il peso di tutta la serata. Il locale non freddo ed asettico, ma anzi molto accogliente appare come un lungo corridoio, pannelli sonori all’alto soffitto, ed accorgimenti alle pareti, c’è una parte rialzata dove le bands ospiti possono usufruire per relax ed ascolto concerto, sulla destra lo spazio per il meraviglioso merch di queste bands. Torniamo alla musica di questi Enforcer, devo ammettere che il mio “studio” ha dato i risultati sperati, in quanto conosco tutte le canzoni suonate, e francamente non pensavo a tanto… La band si esprime molto bene, la trovo compatta, coesa, nonché violenta, di impatto e mooolto melodica. Non voglio soffermarmi come spesso faccio a giudicare una canzone piuttosto che un’altra, ma stasera vengo colpito da tutta la serata, intendendola divisa in tre atti a seconda della band che calca il palco in quel momento. Con il “primo atto” noto un eccellente tributo agli anni 80, gli svedesi ci sanno proprio fare, molta melodia che incastonata nelle loro chitarre taglienti sa donarti (con una birretta in mano) tutto quello di cui hai bisogno, infatti il pubblico canta le canzoni e si diverte. Il loro metal 80, mischiato con lo speed/thrash mi cattura tantissimo. Nota di merito per il bassista che usa un Rickenbacker nero meraviglioso. Pochi momenti dopo, il tempo mi è apparso come molto breve, appaiono i Toxic Holocaust (la MIA sorpresa della serata, in quanto i MW li avevo già visti in passato) dopo il bellissimo cd Primal Future uscito quest’anno, ci hanno regalato un concerto di alta caratura. Appaiono birrette dal nulla, come in una puntata dei Simpson, e nel frattempo la band ci sviolina i migliori brani del loro repertorio. Devo dire che a tratti assomigliano ai Kreator di Endless pain, a tratti ti viene da urlare Chemical warfare (no a dire il vero l’ho proprio urlato), a tratti ti viene in mente Welcome to hell dei Venom… ma detto tra noi: chi se ne f**ga, la band suona bene, ti fa divertire, loro ci credono, non importa che certe canzoni hanno il ricordo di “classici del passato”… A guardare loro mi sembra di rivedere me stesso da giovane: scarpe da ginnastica, pantaloni stretti, borchie, cinture, magliette a tema, chitarre con punte e spigoli… il clichè canonico del thrasher che non può uscire fuori casa “senza divisa”… che bei momenti… Tornando a noi una grande band che sa incitare il pubblico che non rimane in disparte, ma partecipa attivamente e con passione a tutti i brani suonati. Il vuoto alla fine del loro concerto, che viene colmato con brani in filodiffusione, tra cui David Lee Roth con una versione cantata in spagnolo dal bellissimo Eat ‘em And Smile. Un boato accoglie i Municipal Waste, che portano “il mio terzo atto” ad un ulteriore livello. I quattro non si risparmiano di nulla, nemmeno di dire al tecnico luci di NON puntare le luci bianche in faccia al pubblico, cosa che il nostro “simpaticone” stava già facendo dalla fine del concerto dei Toxic Holocaust. Vengono suonati i migliori brani del combo americano. La loro tecnica si spreca, il loro “pizzico” hardcore condisce tutti i brani, rendendo il loro thrash molto appetibile. Animali e donne gonfiabili fanno la loro apparizione durante l’esibizione di questi ragazzi che appaiono genuini. Come scritto sopra li avevo già visti, ma in quell’occasione non mi avevano convinto a pieno, oggi invece li trovo semplicemente grandiosi, il rapporto del cantante con il pubblico, le due chitarre che diventano nelle loro mani vere e proprie asce da combattimento, il batterista mai sazio di groove e tempi veloci, il bassista che “il tutto regge”… loro tra i protagonisti di questa nuova rinascita del thrash hanno stasera fatto un concerto sopra le righe. Ciliegina sulla torta quando il chitarrista mancino lascia la chitarra per cantare una canzone dei primi album a due voci… che altro dire… andiamo purtroppo ora a scrivere l’epilogo… La serata è perfettamente riuscita, bands di tutto rispetto, buona birra, locale pieno, il tutto condito da una compagnia che, per quanto mi riguarda, va oltre all’ottimo. A fine concerto le “ultime parole” prima di congedarci, con la speranza di vederci prima di agosto... Tornati alla macchina la fame incombe, non di solo metal vive l’uomo, e quindi decidiamo di fermarci al primo Burgherking in questa landa desolata per un rapido menù. Il ritorno a casa è col nevischio, che ci prepara alla mattinata imbiancata del giorno dopo, ma non pensiamoci, godiamoci quanto appena vissuto…. Long live thrash metal

Flavio Facchinetti