STEEL PANTHER - Heavy Metal Rules

Steel Panther Inc

Quinto album per gli amabilmente tamarri Steel Panther, principale gruppo protagonista della nostalgica rinascita del Glam Metal (sì, usiamo per una volta il termine dell'epoca anziché il retrospettivo Hair Metal) che si è perpetuata negli ultimi anni. Il disco in questione costituisce la consueta passata in rassegna di tutto lo spettro musicale che costituì il settore più commerciale ed "americaneggiante" dell'Hard & Heavy ottantiano. Nulla viene dimenticato: le trasgressioni più violente e Rockeggianti caratterizzate dai testi amabilmente volgari ed irriverenti, come nell'iniziale "All I Wanna Do Is Fuck (Myself Tonight)", "Sneaky Little Bitch" e "Fuck Everybody", ballad come "Always Gonna Be A Ho" e la Country-oriented "I Ain't Buying What You're Selling", brani più genuinamente Hard come "I'm Not Your Bitch" e "Gods Of Pussy" e brani più AOR e corali come "Let's Get High Tonight" e così via. Spesso e volentieri, le pantere hanno addirittura l'ardire di arricchire le loro composizioni con qualche partitura chitarristica più "progressiva", ma non ne viene mai meno l'energia straripante del miglior Glam Metal. Non credo ci sia tanto altro da aggiungere. Se gli Steel Panther (o chi per loro) avevano intenzione di creare, più che una band, un vero e proprio fenomeno mediatico (ed in questo sono molto simili a loro i più recenti John Diva & The Rockets Of Love), arricchito da una forte immagine di orpelli ed infiorettature per attualizzare al giorno d'oggi i tempi che furono... non è del tutto una cosa negativa. Per i nostalgici, ed anche per i giovanissimi, che si trovano a conoscere tutto d'un tratto un mondo musicale amato, magari, dai loro padri. E chissà che questo revival del Glam Metal non possa essere qualcosa di più duraturo dei vari fuochi di paglia da "passato-che-ritorna" che ci vengono propinati in continuazione. Dopotutto, anche il Thrash Metal al momento d'oggi sta vivendo un periodo di rinnovata giovinezza. E' segno, secondo me, che non tutti i sottogeneri metallici degli '80 siano durati abbastanza, affossati dal music biz che li ha presi, usati e poi impietosamente buttati via troppo in fretta. Come dire, dovevano ritornare prima o poi. Ed ora, con il ricambio generazionale, spero tanto che le nuove leve riescano a tenere alta la bandiera dei gruppi che furono. Ad ogni modo, gli Steel Panther sono ancora qui tra noi. In sacra missione, allo scopo di perpetuare fino ai posteri la variante più colorata e festaiola del Metal tardo-ottantiano. Non resistiamo al loro fascino. Dopotutto, ci sono tanto simpatici, anche quando fanno incazzare le femministe con certe raffiche di irresistibili titoli di canzoni.

8/10


Alessio Secondini Morelli