SACRED REICH - Awakening

Metal Blade
Tra i miti della scena Thrash statunitense penso debbano esser contati di diritto anche i Sacred Reich. Il quartetto di Phoenix è già stato autore di quattro albums a cavallo tra anni '80 e '90 (tra i quali da ricordare particolarmente è senz'altro il secondo "The American Way" del 1990, contenente la traccia che ha reso famosi oltremisura i Reich, quella "Who's To Blame" chiara invettiva contro l'estremo abuso psicologico parentale, operato principalmente condannando la musica metal come nociva per la gioventù). E dopo un lungo iato, i nostri si sono riformati 13 anni orsono come "tour band", con almeno il bassista/cantante Phil Rind e il chitarrista Wiley Arnett come leaders storici sempre al comando. Mancava un bel disco, il disco di ritorno... ed ecco che, un anno dopo aver annunciato la firma del contratto discografico con Metal Blade, i nostri ritornano anche discograficamente. "Awakening" è un album di incazzato, potente e compatto Metallo, con il dono della sintesi (31 minuti!) e con un'ispiratissima vena tecnico-compositiva, nonché una produzione "presettata" se vogliamo, ma ben calibrata, allo scopo di mettere in luce la perizia tecnico-compositiva della band. Già ben navigata dalla loro esperienza pregressa. Ne deriva un album forse un po' old-fashioned. Ma neppure tanto, visto quanto il Thrash oggi stia vivendo una seconda giovinezza (parlo di altri mostri storici tutt'oggi al comando della scena come Overkill e Death Angel, così come nuove bands davvero formidabili come i nostri National Suicide). I testi: classici per il genere, belli per chi ama il genere: le classiche invettive sociali scagliate con violenza e rabbia dalla voce incazzosa di Rind. A livello di riffs abbiamo anche una formidabile bomba sonora come "Manifest Reality" che somiglia un po' ad "Angel Of Death" dei mitici Slayer. Tanto per farvi capire quanto la bomba sonora dei Sacred Reich abbia conservato la sua freschezza e spontaneità anche al giorno d'oggi, con una produzione più moderna. E un paio di puntatina all'Heavy classico sul finale come "Death Valley" e "Something To Believe", che rendono l'album un tantinello più vario. Resta comunque un disco Sacred Reich al 100% per l'anno 2019. Destinato a tutti i Thrashers! 

Voto: 8/10 

Alessio Secondini Morelli