TEL - Lowlife

Aural
Provenienti dal Virginia, stato degli Stati Uniti D’America, i Tel si presentano sul mercato discografico con un interessante lavoro, Lowlife, che cresce man mano che aumentano gli ascolti dei vari brani. Il genere proposto dagli americani in questione non è dei più semplici e spesso non per tutti. Attenzione però, ciò che abbiamo sopra scritto non è da considerarsi un fattore negativo, anzi al contrario nella musica oscura si ha proprio bisogno di lavori che escono dai classici canoni della musica metal, rock e affini. Guidati tra l’altro da una label che è sinonimo di qualità artistica e grandezza assoluta, la Aural Music, i Tel iniziano il cammino di questo disco con Ouroboros, brano che mette subito in mostra un doom metal intriso di sludge, che ipnotizza letteralmente l’ascoltatore, rendendolo quasi impotente di reagire per qualsiasi azione. La melodia grigia e quella sensazione di grezza atmosfera malsana rendono questo primo tassello, un vero gioiello di musica “particolarmente” affascinante. Il viaggio continua con la seguente e brutale per certi versi Submerged, con un growl davvero incisivo e malato, sempre coadiuvato da delle linee vocali pulite di assoluta qualità espressiva. Senza dimenticare poi le parti di chitarra pulita che ricordano una strana fusione tra jazz e sludge che tra l’altro è assolutamente azzeccata e di grande gusto, oltre che a rendere ancora più personale questa composizione. Mentre Red Level si presenta in una versione metallizzata di sicuro impatto, sempre con un mood ipnotico dato dal modo di suonare degli americani. Chiudono questo particolare disco: Choke e Strangers, altri due grandissimi esempi di come si possa fare musica di alta qualità e dal taglio non “giornaliero”. 

Voto: 8/10

Sandro Lo Castro