DEVIN TOWNSEND - Empath

Inside Out
Un Musical? Un'Opera Rock alla Tommy (la quale scaturì fuori da un Townsend ben più avanti con l'età)? Cos'é mai questo "Empath"??? Non riesco bene a focalizzarlo. Non sono in grado di farlo con un solo ascolto. E forse, neppure tra 10 anni. Perché in un'opera del genere alcuni animi sensibili potrebbero trovarci qualcosa di nuovo anche tra un secolo. Ma... so una cosa: la genialità di Devin Townsend è pari alla sua follia. Un album di 74 minuti, in cui il polistrumentista/cantante/compositore canadese (da decenni ormai conosciuto anche con P.T.Project, P.T.Band e in passato con Strapping Young Lad) non concede tregua all'ascoltatore. C'é di tutto. Dal Prog al Metal (estremo e non), dallo stile "Soundtrack" al Folk acustico, dal Prog alla Fusion, dall'Elettronica alla Psichedelia, fino alla Classica (arrivando ad una sezione simil-operistica con tanto d'orchestrazione sul brano "Why") e all'Industrial. Nondimeno, oltre alle vocals soliste di Devin, è spesso presente una sezione corale potentissima, che enfatizza le melodie principali (anzi, le principali parti narrate a mo' di Musical) in qualcosa di fortemente emotivo, che non lascia indifferenti, riuscendo a sottolineare le liriche in un modo spaventosamente drammatico. Ogni singola composizione è continuamente cangiante. E alterna in continuazione stati d'animo violenti a parti sinfoniche con dei cori "trionfanti" quasi epici, oppure "operistici" cantati da Townsend in persona. E tutto culmina nella finale "Singularity", capolavoro di oltre 23 minuti, diviso in 5 movimenti (santa madonna... chi mai prima d'ora ha combinato in questo modo sezioni di cori classici così magniloquenti e celestiali... con il Black Metal?). Tutte queste peculiarità, oltre all'elevata durata dell'opera, lascia certamente scombussolato l'ascoltatore. Al che, ammetto la mia inadeguatezza nell'esaminare minuziosamente l'opera. Potrei cavarmela con un track-by-track ma sarebbe tedioso oltre che totalmente inutile. Tanto per me che scrivo, quanto per il lettore. Dopo aver preso visione dei testi posso affermare una cosa: lo spirito eclettico e musicalmente onnivoro di Mr. Townsend è riconoscibile tra mille. Per fortuna il nostro non si limita all'Industrial Metal di inizio carriera. Sì può di certo affermare che il nostro folle/geniale amico non si è mai fermato scioccamente alla forma degli stilemi da lui utilizzati. Da decenni Townsend mostra invece di assimilare qualunque tipo di elemento musicale per piegarlo... alla "musicalizzazione" della propria visione del mondo, alle proprie profonde esperienze di vita, positive e soprattutto negative. Credo fortemente che per Townsend l'attività musicale sia una necessità catartica dilatata all'ennesima potenza. Ed io... non mi sento adeguato (almeno non ancora) nell'addentrarmi in questi lidi sonori in maniera altrettanto profonda. Ammetto tutti i miei limiti di conoscitore di musica. E sono quasi tentato di smettere di recensire... Posso solo dare un giudizio estremamente musicale, e limitato alla mia ridotta esperienza, dicendo che non ho mai ascoltato qualcosa di così eclettico ed assieme profondo. Forse qualche disco di Frank Zappa potrebbe arrivare ad essere pari ad "Empath". E quindi, abbastanza sconvolto, con le lacrime agli occhi, termino qui la mia recensione. P.S.: la versione deluxe comprende un disco bonus con ben 10 tracce demo. Stop. 

Voto: 10/10 

Alessio Secondini Morelli