FREDDY DELIRIO AND THE PHANTOMS - The Cross

Black Widow
Sono ancora accesi i riflettori sul successo di Rock’N’Roll Armageddon, ultimo travolgente album dei Death SS, ma Freddy Delirio (tastierista e compositore della band, ma anche produttore, ingegnere del suono e tante altre cose…) è un anima inquieta, la cui urgenza artistica non gli permette alcuna pausa. E’ quindi di questi giorni la pubblicazione del suo nuovo progetto solista, dal titolo The Cross ed in embrione già da un paio di anni, che, pur essendo stato composto, cantato e suonato interamente dal nostro (con la presenza di una serie di special guests) in realtà si và ad estrinsecare anche in sede live come una vera e propria band, dando pieno senso al monicker che vede l’aggiunta di …And The Phantoms. Nato grazie all’ispirazione ed ai suggerimenti del sempre più visionario Massimo Gasperini, patron di Black Widow che lo pubblica in cd ed lp, viene presentato (…ed avendolo ascoltato approfonditamente, affermiamo senza temere di essere smentiti che realmente lo è!!!) come appetibile per i fan dell’horror rock, dei Death SS come dei Ghost, ma è anche vero che fermarsi qui sarebbe davvero riduttivo. Si!!! E’ necessario sottolineare che abbiamo tra le mani un gran bel lavoro, uno scrigno contenente riferimenti a quattro decadi di storia del rock, frutto dello smisurato talento e delle marcate capacità professionali di Freddy, che ha composto e prodotto undici brani di spessore. La partenza è affidata al riff di tastiera di Frozen Planets, un brano veloce, con armonie a la Nightwish, arrangiamenti imponenti e la chitarra di Francis Thorn (ex Death SS) che si insinua qui e li con contrappunti ipertecnici. Le vocals di Freddy sono declamatorie, pungenti, a metà strada tra Alice Cooper e Tobias Forge e, salvo eccezioni, si mantengono cosi lungo l’arco di tutto il lavoro, in quanto funzionali al mood del lavoro. La successiva Guardian Angel è puro gothic rock, con un magnifico lavoro di tastiere che dettano un groove incredibile. Sempre l’ex Death SS Francis Thorn alla chitarra. Inside The Castle è una ballad ben ritmata (quindi se la immaginate Scorpions-style siete fuori strada…) che parla di amori ancestrali. Suggestiva e graziata da due splendidi assoli di chitarra di Lucky Balsamo, caratterizzati da una serie di bending davvero micidiali. Ossessiva, caratterizzata da un fraseggio ciclico di tastiera e da female vocals, quasi come un mantra, The Circles ci trasporta idealmente nei gironi danteschi degli Inferi. Inizialmente sulfurea, In The Fog narra di luoghi montani cui Freddy è particolarmente legato e, di conseguenza, si dipana in una suadente melodia rivestita da uno splendido pianoforte e completata da un superbo solo di Vincent Phibes, anche lui ricordiamo ex Death SS. The New Order, marziale nel suo incedere, doom nelle sue atmosfere e drammatica e nelle sue sonorità, sarebbe perfetta in un The Wall sviluppato nei nostri giorni (i Pink Floyd sono una delle grandi passioni dell’autore). Anche qui due special guests di rilievo: innanzitutto Chris, il figlio di Freddy, che percuote (…e pure con un bel tiro!!!) i timpani che sollenemente accompagnano la presenza di sua Maestà Steve Sylvester, la cui voce ferma, bassa, perentoria ci detta “Il Nuovo Ordine”. Efficacissimo l’assolo di Lucky Balsamo. Nella strumentale Afterlife l’autore da sfogo a tutta la sua abilità tecnica. Strutturata in più movimenti, ognuno dei quali attribuibile ad una decade di storia delle tastiere. C’è il prog degli anni ’70, ci sono i synth degli anni ’80, c’è il prog metal dei Dream Theater degli anni ’90. Una cascata di virtuosismi calati in un atmosfera che ci ricorda il combo italiano Jacula/Antonius Rex (dei quali ricordiamo Doris Norton, grandissima tastierista, nonchè valente programmatrice ed artista tanto amata dall’etichetta Black Widow). Brillante, caratterizzata da un bel ritmo ed una bella melodia, In The Forest vede nuovamente la presenza di Francis Thorn. Quelli che seguono, a giudizio del sottoscritto, sono dei veri e propri gioielli musicali. Liquid Neon è un brano pregno di atmosfere cosmiche e sonorità dark-wave, dal ritmo incalzante e con massicia presenza di tastiere ed oscillatori hawkwindiani. Ma la vera forza di questo brano è l’inciso. E’ assurdamente bello ed in altri tempi ed altri luoghi sarebbe da primo posto in hit parade. Sempre l’ottimo Francis Thorn alla chitarra, inappuntabile!!! Sulla stessa scia, ma più lenta, la successiva Cold Areas. Splendide armonie e ottime female vocals che accompagnano la voce di Freddy, tastiere a mille e la chitarra Vincent Phibes a sigillo di un brano che spacca. La conclusiva The Ancient Monastery è davvero un capolavoro. E’ la “Confortably Numb” di Freddy Delirio, con un bellissimo assolo di Vincent Phibes. Eh!!! Ma non è finita… Immaginate se i Pink Floyd, sfumata la chitarra di Gilmour, avessero incaricato Rick Wright di chiudere il brano col suo pianoforte. E’ quello che ha fatto Freddy… In quelle note c’è tutta la sua anima, di musicista e di uomo. Le frasi musicali del suo pianoforte infondono pace e serenità, ci dicono che il buio va necessariamente attraversato per poi tornare a rivedere la luce. Semplicemente superlativo l’arrangiamento orchestrale, naturalmente implementato dalle tastiere. Riallacciandoci a quanto detto prima non si può fare a meno di notare l’eccezionale lavoro svolto in fase di composizione. Il groove e gli incisi sono incredibilmente efficaci (merito anche di linee ritmiche studiate con meticolosità). I brani restano facilmente impressi senza che la loro complessità ne risulti snaturata. In termini pratici è stata sposata la filosofia degli ultimi due lavori della band madre (Death SS of course…) di Freddy, dove ogni brano riesce a splendere di luce propria e potrebbe essere un potenziale hit. Gli arrangiamenti sono estremamente curati, tanto che The Cross si scopre ascolto dopo ascolto in nuove sfumature, ove è possibile cogliere virtuisismi e fraseggi ad effetto sia delle tastiere, sia delle chitarre. In questo senso va lodata la scelta di affidare le partiture della sei cordeall’axeman adatto ad ogni situazione. Pur essendo un lavoro potenzialmente dark oriented la quasi totalità dei brani gode di ariose aperture, basate su tonalità maggiori, che denotano anche un certo cammino spirituale dell’autore e che danno ulteriore spinta alla resa complessiva dell’album. Dopo anni di ascolti è difficile emozionarsi per la riuscita di un album. Bene, The Cross c’è riuscito e vi assicuro che da giorni è in rotazione nel mio smartphone, colonna sonora del mio “pendolare” verso e dal lavoro. Voi però ascoltatelo prima su cd o vinile sull’impianto hi-fi di casa... Bellissimo davvero, complimenti Freddy!!! 

Voto: 10/10 

Salvatore Mazzarella