SINOATH - Anamnesis

Black Widow
"Ora tu sei mio, mio per sempre, e per sempre ricorderai... il SINOATH!" con questa profetica frase si chiudeva lo splendido cassette-EP "Still In The Grey Dying" nell'anno 1993, da me considerato un lavoro epocale, al di là del relegamento in un solo ed unico genere musicale (in questo caso, Metal Estremo). Ed oggi, un quarto di secolo avanti nel tempo, la profezia non è lontana dalla realtà. Chi, tra coloro che seguirono la nascita e lo sviluppo della prima scena estrema italica, potrebbe mai aver dimenticato l'operato dei nostri prime-movers catanesi? Di sicuro, chi all'epoca li scoprì grazie alle loro prime produzioni su cassetta, tutt'ora leggendarie, come il mitico demo "Forged In Blood" e soprattutto il suddetto "Still...", e con l'album del 1995 "Research", uscito all'epoca per Polyphemus, li ricorda ancora oggi con piacere. Ebbene, dopo un certo periodo di inattività, la band è tornata attiva da alcuni anni, seppur distanziando di molto le release discografiche. E dopo il buon album "Under The Ashes", rilasciato nel 2007, e un più recente CD-EP a tiratura limitata, riecco i terribili Sinoath approdare alla scuderia Black Widow Records, in occasione della pubblicazione del loro terzo album "Anamnesis". Va specificato che la line-up dei catanesi non è mai stata particolarmente stabile: tutt'ora manca il chitarrista/motore principale del primo periodo di attività, Rob Messina. L'attuale formazione è coadiuvata dal redivivo drummer originario Salvatore Fichera... e da qualche anno è tornato all'ovile anche lo storico bassista (ora chitarrista) Fabio Lipera. Tuttavia, ciò che importa principalmente in casi come questo è che sia mantenuta una certa identità stilistica e tematica, piuttosto "tenebrosa" ed estrema, che mai potrà mancare quando si parla dei Sinoath. Di certo, su "Anamnesis" tutto questo non manca, ve lo posso assicurare. Ma... abbiamo una sorpresa, che potrebbe spiazzare i fans della prima ora. Detti connotati "tenebrosi" nella musica dei Sinoath sono rimasti intatti, però, al posto dell'amalgama Black/Death/Doom Metal dei primi lavori (ben presenti anche nell'album del 2007), i nostri decidono di adottare un'espressività musicale nettamente Dark/Doom Metal, che li avvicina stilisticamente più a gente come Tony Tears e Abysmal Grief. Capito? A scanso di equivoci, questi sono i Sinoath del 2018. Ora, a parte il piccolo shock che taluni potrebbero ricevere per un cambiamento stilistico così repentino, il dovere del recensore rimane sempre uno solo: pontificare sulla qualità del prodotto discografico. Certo, essendo notoriamente appassionato di certe sonorità "occulte" che hanno fatto la storia nell'underground della nostra penisola, il mio giudizio potrà sempre apparire di parte. Ma in questo momento non me ne frega nulla. Mi sento solo di dire che i Sinoath del 2018 sono fautori di un bel Metal Tenebroso e Oscuro, con abbondanza di ritmi cadenzati, ma anche una certa giusta dose di violenza sonora da cardiopalma, qualche arrangiamento più Prog (soprattutto nelle complesse scansioni ritmiche eseguite qua e là dal drummer Fichera), una performance vocale, quella del chitarrista/cantante Fabio Cucinotta, piuttosto debitrice della classica Dark Wave, nonché arrangiamenti di keyboards capaci di aggiungere oscurità all'oscurità in maniera ottimale (basta ascoltare gli spettrali cori sintetizzati, presenti su più di una traccia, per rendersi conto di quanto i nostri sappiano sviscerare ancora oggi la loro vena "Occult Rock"). Il Sinoath è ancora oscuro e malvagio. La sua natura è ancora oggi selvaggiamente demoniaca, nera come la pece. E seppur, almeno a caldo, io possa avvertire a tratti nostalgia della veste stilistica più vicina al Black/Death Metal che è stata abbracciata dai nostri in passato, il presente è ancora creativamente roseo, e di sicuro foriero di sviluppi interessanti. I Sinoath non smetteranno mai di essere i Sinoath, e hanno obbligatorio bisogno della giusta considerazione nella storia della scena underground estrema italiana. Consiglio "Anamnesis" agli amanti del Metal Estremo (a cui consiglio anche una capatina su Discogs per cercare anche tutte le vecchie release, ne vale la pena!), così come ai cultori dell'Occult Rock/Dark Metal. Specie quello di marca Black Widow Records. 

Voto: 7,5/10 

Alessio Secondini Morelli