MORTADO, Gianluca Perotti: "La storia ci insegna che quando una band ha un buon manager non avrà mai problemi"

Abbiamo raggiunto telefonicamente GL Perotti, uno dei prime-movers del Thrash italiano, in piena attività di produzione del primo album della sua nuova creatura musicale. I Mortado! Si prevede un ritorno in pompa magna del miglior Thrash Metal, con la garanzia di uno degli individui che ha fatto la storia del genere qui in Italia. Nonostante alcuni anni di inattività musicale, il nostro riparte da zero, ma con grinta e con i piedi saldamente ancorati al suolo. Tra l'altro, quella raccolta da Giornale Metal è la prima intervista a GL Perotti dopo tanto tempo. Per noi di Giornale Metal è sempre un piacere, anche perché la fiumana quasi inarrestabile di parole con cui il nostro risponde al fuoco delle domande è molto "di cuore". Segno che ormai da tempo GL Perotti aveva molto, molto da dire, e soprattutto molti sassolini da togliersi dalla scarpa. Vi avviso preventivamente che la lunga intervista si è svolta, molto informalmente, più come una lunga chiacchierata tra amici, durante la quale molti sono stati gli argomenti sviscerati. Parzialmente, anche non inerenti direttamente ai Mortado. Ma sempre interessanti. Io ho cercato di trascrivere l'intervista mantenendo in tutto e per tutto lo spirito del discorso. Spero non me ne vogliate per la prolissità. Sono fermamente convinto che alcune opinioni espresse da GL, seppur possano esser considerate discutibili da taluni, debbano essere riportate ed ascoltate. E che diamine, fidatevi di uno che ha vissuto la passione per il Thrash da prime-mover! E allora, senza altro preambolo, vi lasciamo alle sue vive parole. Partecipando orgogliosi alla promozione della prima produzione discografica dei Mortado. 

Ciao Gianluca, benvenuto tra noi sulle pagine web di GiornaleMetal.it...

Ciao a tutti. Sono contento di esser qua con voi, dopo tanto tempo che non dico una parola. Dopo 5 anni, è la prima intervista che faccio. Riparto da voi. E di questo sono felice. 

Ci puoi presentare la tua nuova creatura, i Mortado? Qual è il percorso che ti ha portato a fondare la tua nuova band? Quali credi siano i punti di forza dei Mortado? 

Premetto che "Mortado" come nome per una band lo avevo da parte da circa 30 anni... poiché sono un gran lettore di fumetti, tra i quali Tex, e ho preso spunto da un vecchissimo albo del mitico ranger della casa editrice Bonelli, dove figurava il personaggio “villain” Mago Mortado. Si trattava di uno dei nemici "maghi" di Tex, di quelli dediti alla magia nera (e, direi, un nome molto meno banale del solito "Mefisto"). Ho deciso di rispolverarlo come monicker, ed è piaciuto a tutti i musicisti della band. Così lo abbiamo adottato. Tra l'altro abbiamo scoperto che Mago Mortado è il nome di un famosissimo prestigiatore realmente esistito, capace di spettacoli pirotecnici davvero sbalorditivi per la sua epoca (Gian Luigi Bonelli, il creatore di Tex, aveva in effetti una cultura molto vasta). C'è l'idea di far diventare mascotte della nostra band a tutti gli effetti questo Mago Mortado, dato che ho un amico che disegna per Bonelli, manco a farlo apposta, e stiamo appunto per commissionargli la copertina del nostro album. L'idea per la band è nata dopo una delle tante "amichevoli" controversie con Tommy Massara, durante la quale ho affermato che se me ne andavo dagli Extrema facevo la nuova band. Ed alla fine... eccomi qui. Dopotutto, sono anni che compongo, ed oltre ai tanti miei riffs finiti sui dischi degli Extrema, ce ne sono moltissimi ancora che sono rimasti archiviati (anche nel cassetto della mia mente). Quindi ho avuto l'idea di lavorarci con altre persone allo scopo di tirar fuori materiale per una nuova band. Inizialmente volevo lavorare su un album nella maniera classica, tutti i brani dell'album incisi assieme. Però Manuel (il batterista) mi ha convinto a tirar fuori prima di tutto un singolo brano per mandarlo in promozione sul web, prima di iniziare il lavoro complessivo (sai, nell'era del digitale... si fa così), ed ecco che abbiamo ultimato ed inciso "Rupert The King" che è ora in promozione digitale con tanto di video (girato grazie al nostro collaboratore Daniele Farina, che lavora con me fin dai tempi dell’album “The Seed Of Foolishness” degli Extrema). Purtroppo, oggi per fare un album nessuno tira fuori un centesimo, quindi abbiamo deciso di fare tutto in crowd-funding. Anche la ricerca di gente per la band è avvenuta velocemente e spontaneamente, senza particolari climi da "audizione". Ho iniziato con Manuel che poi mi ha fatto conoscere il bassista Simone. Il quale mi ha poi presentato suo cugino Stefano, che è un chitarrista. Stefano mi ha fatto ascoltare come suonava, soprattutto gli assoli, l'ho trovato bravissimo e così l'ho reclutato seduta stante. Un'ottima prova della sua bravura si può ascoltare appunto su "Rupert The King". È perfetta, non trovi? 

Sicuramente, Gianluca. La band pare funzionare alla grande. Guardando il videoclip di "Rupert The King" ho notato una coesione "Metalleggiante" (anzi “Thrasheggiante”) davvero sorprendentemente spontanea. L'album quindi è alle porte. Ci puoi dire come hai affrontato il discorso compositivo? Su quali orizzonti musicali sei proiettato? 

Eh sì guarda! Tra l'altro il brano in questione è stato registrato un po' al volo. Pensa che non sono stato sempre in studio, e le parti di chitarra sono state fatte in mia assenza in quanto quel giorno ho avuto un principio di bronchite e mi sono dovuto riguardare... però, quando sono andato ad ascoltare il risultato, l’ho trovato ineccepibile! E questo brano (composto, pensa, 11 anni fa al volo con la mia Dean Dimebag Darrel appena comprata), velocemente realizzato e messo in promozione digitale, mi ha permesso di attivare il discorso del crowd-funding con "Music Raiser", che mi permette di finanziare a poco a poco la realizzazione dell'album. Anche se mi pare di lavorare un po' "al contrario", ciò mi aiuta molto. Questo brano è quindi “vecchio”. Sarebbe potuto entrare su "The Seed Of Foolishness" ma all’epoca non fu giudicato abbastanza Extrema (seppure secondo me tira che è una bellezza). Da allora questo brano, ed altri da me composti anche in precedenza, sono rimasti strutturalmente identici. Pronti per esser usati per l'album dei Mortado. L'idea è di continuare a lavorare per l'album in maniera altrettanto atipica. Tra l'altro sto pensando di riprendere a fare il chitarrista/cantante come ai bei tempi... non so se sarà possibile, visto che ho una calcificazione alla mano che rompe un po' i coglioni... ma al limite prenderemo un secondo chitarrista. Sicuramente ripartirò come vocalist... e come compositore. I brani, come ho detto, sono già lì pronti. Dovrò semplicemente spiegarli ai ragazzi della band. I quali mi hanno reso già pienamente soddisfatto con la resa di "Rupert The King", tanto per esecuzione quanto per scelta dei suoni (grazie anche al sound engineering del grande Carletto). Mi sento proprio in una band, insomma. Una cosa importante che voglio dire: riparto da zero, ma sempre con il vero Thrash. Perché, pur avendo iniziato come tutti con il Rock-Metal, appena ho scoperto il Thrash Metal sono diventato un "Thrasher" seduta stante. È quella la musica che sento mia. Tra i miei brani ce ne sono di pronti che hanno anche una trentina d'anni (!!!), ed anche se ero dubbioso del loro valore, ti assicuro che mi è bastato provare con tutta la formazione al completo per togliermi ogni dubbio. Questi brani tirano, di brutto. E appaiono anche molto molto attuali! Sono convinto del loro valore. Sono tutt’ora convinto che il vero Thrash Metal non potrà mai morire o passare di moda. Un genere attualmente ancora in grandissima salute! Basta farlo bene. 

Well, dopo aver recensito l'ultimo degli italianissimi National Suicide, ti debbo proprio dare ragione su questa cosa. Se fatto bene, anche il "puro" Thrash Metal non si può considerare mai morto e sepolto! 

Come ti dicevo, io non ho altre definizioni per me stesso. Sono un Thrasher dichiarato e lo resterò sempre! Quand'ero un ragazzino ero l'unico della mia città ad avere un certo look (jeans consumati e strappati Hetfield-style, chiodo, toppe). Pensa che mia madre mi portò a fare un elettroencefalogramma in ospedale perché le suonava troppo strano che mi volessi vestire "da barbone"... Oggi di "metallari" e "thrashers" che vestono così per moda se ne trovano a bizzeffe. Con alcuni ci ho anche litigato in maniera piuttosto violenta. Perché sono troppo stronzi! Una volta il metallaro era l'emarginato, e ciò era già un segno della stupidità umana perché... che fai, giudichi uno solamente per il look? Ma oggi è anche peggio: questi si vestono così solo per moda, e sono ridicoli! Perché poi vai a fargli ascoltare un po' di metal e loro... lo giudicano "rumore". E allora gli chiedi: ma lo sai che il look che sfoggi è quello "metallaro"? Hanno dei grossi problemi in testa, questi qui. Hanno bisogno di un bravo psicologo! Comunque, cambiando discorso e parlando di musica... quello che è sempre stato importante in un genere come il Thrash è il forte messaggio di fondo. Che poi è analogo a quello dell'Hardcore Punk, con cui si è spesso contaminato. Rabbia sociale, inquinamento, paura del nucleare, politica corrotta... tutti temi che mi hanno sempre molto sensibilizzato, in quanto sono stato anche un grande frequentatore di centri sociali (soprattutto dello storico Leoncavallo, quello all’epoca sito, appunto, in via Leoncavallo!). Secondo me, hanno trasformato tutto quello che riguarda il Thrash (compreso il look del Thrasher) in una moda commerciale, proprio perché il Thrash Metal è sempre stato l'unico genere musicale che faceva paura (e tutt’ora ne fa) ai "potenti". E sempre per questo, sono riusciti a sputtanare con i soldi tutte le grandi bands. Metallica compresi (che però con "Hardwired... To Self-Destruct" hanno fatto un buon album, il primo dopo tanti anni da "...And Justice For All"). Se sono un Thrasher lo devo a tutte le persone che mi hanno svezzato, come ad esempio il mio "metal pusher" che alle superiori mi registrava le audio-cassette compilation con i brani metal. Grazie a lui, che mi ha fatto ascoltare il brano "Phantom Lord", la mia vita è cambiata. Questo brano l'avrò ascoltato circa 40 volte di seguito. Poi gli ho chiesto di duplicarmi l'album intero ("Kill'em All" dei Metallica, per chi non lo sapesse NdR)... e poi piano piano, siccome aveva tutti i dischi più famosi del Thrash Metal, me li sono fatti duplicare tutti quanti! Quindi... è tutta colpa dei Metallica se sono diventato un Thrasher. E colpa di "Phantom Lord". Colpa sua. Colui che governa il nostro pianeta, altrimenti chiamato Lucifero/Satana/Moloch/Marduk/ecc. ecc. 

Quale sarà la label che promuoverà il disco? Hai già concluso il discorso contratto discografico? 

Come ho già detto, nessuno tira fuori un centesimo. Anche labels piccole. È così da anni. Per questo ci avvaliamo di Music Raiser. Spero di trovare poi qualcuno che ce lo stampi. Perché io il mio album me lo autoproduco per me stesso... non regalo più un cazzo a nessuno! Se troviamo chi ce lo stampa e ce lo distribuisce, anche 50 copie, ben venga. In ogni caso, un problema alla volta. Ora siamo in produzione. Riguardo la diffusione, vedremo a prodotto finito. Sarebbe opportuno, dopo tutti questi anni da "cani sciolti", trovare una persona che svolga per noi la mansione di manager. È la prima cosa. La storia ci insegna che quando una band ha un buon manager non avrà mai problemi. Il cattivo manager invece ha sempre dato solo problemi. Per quel che mi riguarda il "buon manager" non è MAI esistito in Italia. Men che meno nel Metal. Qualcuno ci ha provato... ma non è riuscito a combinare mai un cazzo. In queste situazioni o sei quello che fa i soldi sulle spalle della band oppure sei il musicista che resta nella merda. Poi alla fine gli unici che hanno fatto veramente carriera sono stati i nostri fonici! E la scena? Qui da noi c’è stata, ma è durata veramente poco! In altri paesi (Germania, Olanda, paesi scandinavi) la scena è stata creata quasi dal nulla, ed è tutt’ora esistente. Perché? Perché lì ci sono sempre state persone furbe, che hanno unito le forze e ci hanno investito dei soldi. Un po' il manager, un po' la label (vedi il papà di Quorthon, Borje Forsberg, che per il figlio creò la label Black Mark). Vedi la stessa cosa qui da noi? Non è mai accaduto! Mai!!! 

Ti capisco. Anche Pino Scotto in effetti mi ha raccontato che con i Vanadium negli anni '80 incideva praticamente con una Major... che però non ha mai investito veramente per loro. Preferendo farsi pagare i master dai distributori esteri interessati a distribuire l’album anziché, ad esempio, barattare il master gratuito con la possibilità di far suonare Pino & Co. all’estero. Capacità manageriali pari allo zero. Credo sia ancora così, generalmente, qui in Italia. 

Guarda, abbiamo avuto anche noi un'occasione del classico treno che passa solo una volta nella vita... ed è sfumata. È avvenuto all'epoca di "Tension At The Seams" con la Contempo. Noi avevamo un nostro grande amico, John Frank, che ci dava una mano. Ci correggeva la dizione dell'inglese durante le incisioni, e molto altro. John era "ammanicato" con gente dell'industria musicale americana, soprattutto quella inerente il Metal. Tramite lui, abbiamo avuto un contatto con Sylvia Rhone (ai tempi con ATCO Records), che in seguito è stata dietro a gente come Beyoncé. Lei all’epoca si era talmente innamorata di "Tension…" che voleva farlo uscire in America per ATCO Records. Avrebbero anche pagato la penale alla Contempo. Non so poi esattamente cosa sia successo, non so i termini con cui si svolse il dialogo tra ATCO e Contempo… ma alla fine non si concretizzò nulla. Poiché alla fine ci fu un clamoroso quanto inspiegabile dietro-front da parte della Contempo. Sarebbe stata un'occasione per stare in label assieme a gente come i Pantera, che avevano una promozione sconfinata, per fare tours assieme a nomi famosi, tra i quali bands con cui sono cresciuto. Invece è finito tutto in un pugno di mosche. 

Hai visione della promozione live? 

È tutto legato all'uscita dell'album. E facendo tutto con Music Raiser, l'album stesso verrà distribuito a quelli che hanno partecipato all'operazione di crowd-funding, proprio durante i concerti. Organizzeremo i concerti dovunque sia possibile (cosa che fremo dal fare al più presto, su e giù per lo stivale), anche per distribuire l'album a chi ci ha finanziato. Ho i nominativi di tutti, e tutti riceveranno l'invito ufficiale a presenziare agli show e ritirare la loro copia assieme all'eventuale Merchandise (a chi non potrà venire, ovviamente, lo spediremo via posta). Certo, ci vorrà il suo tempo. Tra impegni lavorativi di tutti noi, "training" in sala prove (sono un po' "arrugginito" da un paio di anni) e sessioni in studio un po' comprensibilmente rallentate, l'eventuale release potrebbe subire un piccolo ritardo. Tramite Giornale Metal vi anticipo quindi che, nonostante il precedente annuncio fissava la release per gennaio prossimo, probabilmente questa slitterà a febbraio/marzo. Chiedo a tutti solo un po' di pazienza. Ho imparato anch'io ad averne molta... C'è di buono una cosa che sto imparando giocoforza: questo tipo di registrazioni "spezzettate" e dilazionate mi stanno insegnando a migliorare i brani costantemente ed in ogni minimo particolare, rendendoli perfetti, con il contributo di ogni singolo musicista della band, anche in fase di arrangiamenti. Cosa che è stata impossibile da fare in passato, incidendo in un limitato ma concentrato tempo in studio di registrazione (che comunque ha dato i suoi frutti). Anche i Metallica hanno lavorato in modo similare al nostro metodo attuale, in "Hardwired..." e gli Irons per "Book Of Souls" (per il quale hanno eliminato ogni plugin digitale, facendo tutto il più analogico possibile). E il risultato, ripeto, si può apprezzare tutto! Guardati ad esempio online il dettagliatissimo making of di "Hardwired...": è una scuola, per fare un disco metal! Avessi avuto io una cosa del genere a disposizione da ragazzino... i "giovani" di oggi sono molto, molto fortunati! Se non usano questo vantaggio che noi all'epoca non avevamo... sono dei coglioni! Non so se mi spiego... il periodo attuale è magnifico. Ciò che i giovani hanno a disposizione grazie alla rete (i making of dei dischi, la possibilità di vedere come nasce uno dei riffs metal più epocali, suonato dal suo stesso compositore) è davvero di prima qualità, e spero che lo sfruttino al meglio. Perché è anche ciò che permette ai Mortado di esistere come band prima che subito. Un brano, un video, un sito internet, e via. Stiamo in promozione sul Web. Esistiamo, siamo sul mercato. Francamente l'ho fatto anche per sondare il terreno, per vedere se qualcuno era interessato alla promozione della mia attività musicale. Per ora, solo voi di Giornale Metal mi avete contattato. Questa è la realtà dei fatti. 

Coraggio, Gianluca. Hai già un nome. Siamo qui per darti il giusto riconoscimento. E speriamo che la promozione che deriva da questa intervista contribuisca a portarti dei risultati. 

È che alla fine mi sono rotto le palle di attendere labels et similia. Ripartendo da zero, ho deciso di muovermi da solo, facendo affidamento esclusivamente a chi mi vuole bene. Il brano è lì, con tanto di video. Tutti possono vederlo... e tutti poi possono contribuire al crowd-funding su Music Raiser. Da una parte c'è gente che mi dice "allora, lo fai o no il CD fisico?" io posso rispondere solo che, senza un tetto minimo di "fans finanziatori", le cose vanno a rilento. Dall'altra parte però ci sono persone che non avevano la carta di credito... e si sono fatti la prepagata appositamente per poter partecipare al crowd-funding. Ringrazio di cuore queste persone! Scusa poi se vado un attimo fuori dal seminato. Voglio un po' parlare della situazione live in Italia oggi giorno (è sempre un piacere GL scambiare pareri con te, NdR). Oggi non lo vedi mica tanto il pubblico. E questo vale per tutti i cosiddetti "gruppi storici" del Metal Italiano. Negli ultimi anni con gli Extrema facevamo una media di un centinaio di paganti al massimo! E tra l'altro, quando pioveva manco veniva nessuno... a parte fotografi e recensori! Ma cazzo, io dico: che ce ne frega di avere nuove foto su FaceBook se ce ne stanno già diecimila di noi in giro per il web (fatte anche dai fans, risalenti addirittura ai concerti di "Tension At The Seams")? Che tristezza è fotografare/recensire uno show, se non puoi immortalare anche un pubblico? Molte volte poi, spendevamo tutto il compenso dei concerti per poterci mantenere i mezzi di trasporto ed il minimo di professionalità per suonare bene dal vivo (pullmino, camioncino, fonico). Quindi, spesso e volentieri, tornavamo a casa con le tasche vuote! E non solo: quando il pubblico c'era, sotto il palco potevi trovare i "criticoni", quelli che disapprovavano scuotendo la testa. Lì davvero mi incazzavo, e quando "alzavo il gomito" li mandavo a quel paese senza mezzi termini. Ti rendi conto di che cazzo di situazione che è globalmente? 

Mi rendo conto dello schifo che c'è oggi, anche sotto un altro aspetto. GL, da Thrasher della prima ora quale tu sei, visto che oggi giorno si inventano tutte queste nuove etichette, in continuazione, non ti viene un po' la nausea? 

Oggi ci sono quelli che ascoltano... il Metal contaminato. Vedi le tendenze Folk e Gothic Metal, che a me non entusiasmano per nulla. E secondo me stanno uccidendo l’Heavy Metal, e stanno disorientando gli stessi metal-fans. Un po’ è anche colpa di queste nuove labels, che impongono il "pizzo" (vedi ad esempio anche gli slots nei festivals e nei tour delle grandi bands, messi a disposizione di tutte le bands "minori" per poter suonare dal vivo e farsi conoscere: tutto questo, secondo me, è e rimane un pizzo!) Queste labels, tra l’altro, pubblicano per un buon 90% dei dischi che fanno cagare! (Ah ah ah mi fai morire GL! NdA) Io sono solo un Thrasher vecchio stampo. Ricordo una cosa del genere negli '80: la contrapposizione, le controversie tra Glam e Thrash le facevamo anche noi, tra amici. Ma era solo per scherzo, per divertimento! Sempre nello stesso periodo, quando uscirono i primi albums, ad esempio, dei Possessed e dei Bathory, lo sai come venivano classificati? Thrash Metal! Solo Thrash Metal! Poi, cosa è successo? Hanno creato il sottofilone Death, il sottofilone Black... Da premettere che io adoro Quorthon e soprattutto i primi tre albums dei Bathory (anche se mi fa un po' schifo il periodo da "Hammerheart" in poi) (comprensibile, NdR). Ma poi cos'hanno fatto tutti? Si sono messi d'impegno a copiare esclusivamente ciò che faceva Quorthon, tutti a fare quella roba lì uguale... ed ecco che gli affibbiarono un nome… Black Metal!!! Ed il risultato fu... il vuoto. Tutti dischi identici. Senza alcun tipo di progressione naturale. Per questo da tempo ho smesso di ascoltare il cosiddetto filone Black, perché non mi dice più nulla. È vuoto! Completamente vuoto! Black Metal? L'unica cosa che si chiama così è che mi piace davvero tanto… puoi immaginarti qual è. Il secondo album dei Venom. Un album della madonna! Lo adoro da matti! Beh, il termine è derivato tutto da lì. Stessa cosa con i Possessed. L'ultima canzone del loro epocale primo album "Seven Churches" del 1985, si intitola "Death Metal". Tutto il cosiddetto filone Death Metal deriva dal titolo di quella canzone. Ma come ti ho detto prima, in quel periodo tutto ciò era classificato solo come Thrash Metal. Compresi Possessed e Bathory! Beh se permetti, io preferisco gli originali. I primi tre albums dei Bathory e il primo del Possessed, l'ho detto, sono dischi epocali! Oggi invece suona tutto piatto, tutto una merda! Tutto standardizzato, presettato, processato e digitalizzato. Ma vaffanculo va! Io rimango analogico perché sono ancorato saldamente alla realtà. Pienamente soddisfatto dei suoni che usiamo noi. Ma altrove... ragazzi se non vi riprendete, io incomincio ad aver paura! È un periodo in cui hanno formattato il cervello un po' a tutti! 

YEAH!!! Ti do ragione al 200%. Bene, l'intervista volge al termine. Ti caldeggio a mandare un saluto ai lettori di Giornale Metal e a chi vuoi. 

Un saluto di cuore a tutti voi, vi voglio bene anche se non vi conosco. E vi invito a una sola cosa: a ricercare nel profondo di ogni cosa, e a non farvi fottere dal sistema, che è stato creato apposta per fotterci. Sembra retorica, ma è così. Quindi, rimanete svegli e vigili. Soprattutto sulla vostra coscienza, che è la prima cosa che questi "signori" vogliono manipolare. E alla fine cercheremo tutti di unire le nostre coscienze, per abbattere tutti questi muri che ci erigono quotidianamente. Anche all'interno della musica Metal. Le sotto-etichette vengono create apposta per questo. Quindi... VIGILI E VINCENTI! E vi aspetto ai concerti il prima possibile! CIAO. 

Un augurio da ascoltare ed accogliere. Visto che arriva da un Thrasher di prima generazione. Tenetelo sempre a mente, please.

Alessio Secondini Morelli