THE ORDER OF APOLLYON - Moriah

Agonia
I lettori più accaniti e scafati di horror sanno cosa sono i “Libri di sangue” di barkeriana memoria. Faccio questo parallelo, perché la band black/death dopo due stupendi album maligni e distruttivi, hanno avuto una diaspora interna; convocando membri di formazioni black metal francesi che rispondono a nome di SR ( Hell Militia, Temple of Baal) e AK (Merrimack, Vorkreist, ecc.) ritornano dopo tre anni con questo disco. Questo album è il loro personale “Libro di sangue” ,in musica; perché gronda di malignità, devastazione e perversione sonora; una perfetta colonna sonora da abbinare alla lettura dei capolavori dello scrittore di Liverpool. L’opener “The lies of Moriah” inizia in maniera acustica con arpeggi dissonanti e portatori di malignità che deflagra con l’entrata in scena degli strumenti elettrici, con blast beats, riffing in tremolo e melodia maligna. Il growl vocals è profondo e catacombale, come se provenisse direttamente dalla bocca dell’Inferno. Ci sono anche tempi più cadenzati, scanditi dalla doppia cassa, si sente un profumo caliginoso degli odierni Behemoth; la band sa colpire duro e soprattutto la formazione, cambia tempi e dinamiche non dando un attimo di respiro. “Grey father” personalmente lo ritengo uno dei migliori brani di questo disco devastante. Attacco cadenzato, per poi arrivare una raffica in blast beats e riffing densi di malvagità black/death; la melodia è sinistra e inquietante, il cantato è profondo e pieno di malvagità. Un inno blasfemo, che prende corpo in parti cadenzate ferali e con cori demoniaci, per poi aggredire ancora con sapienti dosi di blast beats e cambi di tempo. “The cradle” inizia con un riffing maligno, pochi tocchi di batteria e si parte con blast beats semplicemente devastanti. Il brano è magniloquente nel suo attacco senza pietà, con riffing malsani e penetranti, anche i cambi di tempo danno ampio respiro e c’è l’uso sinistro della melodia nelle parti cadenzate come se fosse una sinfonia satanica per poi partire ancora in quarta con il blast beats furioso. “Soldat” inizia con un organo chiesastico e cri puliti come se fosse una celebrazione di stampo blasfemo per poi dare spazio ad un attacco in blast beats e riffing meligni. Brano anche questo che sfrutta cori e soluzioni di taglio più “sinfonico” senza ricorrere ad orchestrazioni, ma solo sui riffing densi, maligni e cori in growl. Il brano è una summa di come dovrebbe essere un brano black/death; devastante, nerissimo, blasfemo e malvagio; ha dei riffing di taglio swedish black metal dosati con sapiente personalità e la conclusione che parte con un arpeggio acustico e ritmiche marziali per poi riprendere toni più maligni e evocativi è da manuale. In conclusione, un grande ritorno, privo di punti deboli; tanta qualità estrema senza fronzoli ma con uso sapiente dei riff e della melodia, dosata ad una devastante prova della band, da avere.  

Voto: 8.5/10  

Matteo ”Thrasher80”Mapelli