BLACKRAT - Dread Reverence

Shadow Kingdom
Questo è un disco di puro black metal, ma non il black metal che s’intende oggi, quello che deriva dalla seconda ondata scandinava partita dagli anni 90. Tutt’altro, questo disco sembra essere sputato fuori dal putridume oscuro, depravato e malvagio dell’ondata primigenia che ha fondato tutto. Un disco che sembra partorito nei primi anni ottanta; quando Venom, Celtic Frost e Bathory, ponevano la prima pietra di questo movimento sacrilego, infernale e corrotto. L’opener “Into the ebony” inizia con un richiamo ad atmosfere horror con tuoni e un tappeto di tastiere e organi; poi la deflagrazione con riffing d’ispirazione black/thrash, tempi veloci percussivi e uno screaming sgraziato e feroce figlio bathoriano della prima era. Brano che ha un sapore antico, veracemente vecchia scuola, senza fronzoli, si ha anche un richiamo nel solo al metal classico più oscuro e sulfureo. “Lust to burn” rullate lente e riffing sporchissimi aprono questo brano che potrebbe essere figlio dei Venom rozzi e depravati della pietra miliare “Welcome to hell”. Qui il suono è marcio, pesante e potente, il richiamo è diretto al primo black metal, quello che flirtava col punk e il metal classico, difatti il riffing si collega direttamente la prima scuola e il singer col suo growl sporco fa bene il suo mestiere. “Coffin rock” è black/thrash metal della più squisita fattura ottantiana; tempi veloci, riffing thrash metal e growl sporco e profondo. La rozzezza qui è voluta e la genuinità della proposta si sente, il chorus è puro black metal selvaggio, l’intermezzo più sostenuto in up tempo è da headbanging con un solos old school da leccarsi i baffi. La conclusiva “Haunter of the threshold” inizia in maniera inquietante con un riffing e un giro dibasso sul quale si pongono come un macigno nero rullate minacciose; il brano poi prende velocità e impatto in un brano figlio del black metal e del thrash con un tocco di N.W.O.B.H.M. oscura e marcissima. Lo scream è selvaggio e il brano è goduria pura, l’intermezzo è atmosferico e dal taglio orrorifico, un up tempo melodico e heavy per poi riprendere a picchiare senza pietà. Un terzo disco ben fatto, riuscito; perché se i nostri hanno come obbiettivo, omaggiare il metal estremo dei primi anni ottanta in sintesi ne sono gli eredi indiscussi.  

Voto: 8/10  

Matteo”Thrasher80”Mapelli