ASPHODELIA, Samuela Fuiani: "I temi ricorrenti nei nostri testi sono la fugacità della vita e del tempo"


Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-Il nostro primo lavoro in studio si intitola “Welcome Apocalypse”, rilasciato in Europa e Stati Uniti il 20 aprile per Mighty Music e in Giappone il 23 maggio per Bickee Music. Il tema ricorrente dell’album è l’idea di un’apocalisse imminente provocata dall’uomo stesso, dal suo egoismo e dalla sua fame di potere e profitto. L’album è stato registrato al Walls of Sleep Studio (è il nome che abbiamo dato al nostro studio privato), mentre mix e mastering sono stati realizzati da Stefano Morabito presso il suo rinomato 16th Cellar Studio di Roma. L’album ospita la bellissima e versatile voce di Andrea Cislaghi, alias Andreas dei Macbeth, che non smetteremo mai di ringraziare per il suo prezioso contributo su “Dust”,  traccia n. 8 dell’album. 


Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

-Gli Asphodelia nascono ufficialmente nel 2016 dalla volontà mia e di Ruggero di proporre un’alternativa al metal sinfonico “classico”, che virasse verso sonorità più dark rispetto alla formula stilistica tradizionale e che valorizzasse le nostre radici mediterranee attraverso l’uso di strumenti e formule musicali tipiche della nostra cultura. La band è composta da me (Samuela Fuiani) alla voce, Ruggero Doronzo e Gianni Colonna alle chitarre, Davide Ricciardi al basso e Giuseppe Centonza alla batteria.

Come è nato invece il nome della band?

-Il moniker Asphodelia è un chiaro riferimento all’asfodelo, fiore tipico delle regioni mediterranee che riveste un importante ruolo simbolico nella cultura greco-romana, essendo legato all’immaginario dell’aldilà e al regno dell’Oltretomba nella mitologia classica. Considerando il nostro intento di proporre sonorità mediterranee declinate in chiave oscura, nonché la tendenza a trattare frequentemente nei nostri testi temi legati all’aldilà e alla fugacità della vita, riteniamo che questo nome ci rappresenti in maniera efficace.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

-Come ho appena accennato, temi ricorrenti nei nostri testi sono la fugacità della vita e del tempo, la fragilità e la miseria della condizione umana, la dicotomia vita-morte. Talvolta traiamo ispirazione dalla mitologia greco-romana, talvolta attingiamo alla quotidianità, talvolta mescoliamo le due cose calando personaggi classici nel presente come abbiamo fatto nel singolo “Cassandra”. 


Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-La nostra musica è senza dubbio classificabile come metal sinfonico, per il ruolo importante occupato dalle orchestrazioni e in generale dagli elementi melodici. Tuttavia si discosta dai canoni più tipici del genere (dettati da grandi band come Nightwish, Epica, Within Temptation e simili) per l’assenza del soprano lirico, per il mood spiccatamente dark in netta contrapposizione alle frequenti influenze power metal tipiche del symphonic metal tradizionale in stile Nightwish o Epica, ed infine per le influenze folk mediterranee che finora abbiamo mantenuto piuttosto in sordina, ma che stiamo pensando di mettere molto più in risalto nel prossimo album.

Come nasce un vostro pezzo?

-Di solito io scrivo la musica e Ruggero la maggior parte dei testi. Realizziamo nel nostro studio privato una primissima stesura del brano che successivamente sottoponiamo agli altri affinché possano apportare il loro personale contributo sul rispettivo strumento. In questo modo il brano nasce già con una sua precisa direzione stilistica, ed è in quella direzione che convergono i contributi individuali.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-Personalmente sono molto legata a “Flowers of Evil“, un brano che reputo particolarmente ispirato e riuscito soprattutto perché il suo testo, scritto da Ruggero, ha per noi un significato particolare. Ritengo sia il brano che meglio rappresenta e valorizza il nostro sound, ed eseguirlo dal vivo è sempre una grande emozione. 


Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

-Ogni artista che amiamo ed ascoltiamo finisce inevitabilmente nel nutrito bagaglio di influenze a cui attingiamo in fase creativa... La lista sarebbe davvero infinita!

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live? 

-Al momento stiamo concentrando le nostre energie sul tour promozionale in supporto dell’album. Siamo da poco rientrati da un mini tour di 4 date in UK e dal Sinfest Metal Festival a Malta. Saremo il 2 giugno al The One di Cassano D’Adda (MI), unica data italiana prima del tour internazionale che, durante l’estate, ci porterà su importanti palchi open air in diversi Paesi tra cui Lettonia (Zobens un Lemess, 16 giugno), Spagna (Metal Lorca, 23 giugno), Grecia (Chania Rock Festival, 30 giugno), Ucraina (Metal Head’s Mission, 1 agosto) e Russia (Taman Fest, 5 agosto). Siamo emozionatissimi perché condivideremo il palco con band del calibro di Sabaton, Moonspell, Septicflesh, Dirkschneider, H.E.A.T., Moonsorrow, Skyforger, Illdisposed... Non vediamo l’ora! 


E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-Sarebbe bellissimo. In cantiere abbiamo moltissimi progetti, e magari un giorno riusciremo a fare anche questo!

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-Se parliamo di scena intesa come pubblico, in qualità di band symphonic metal la principale difficoltà che riscontriamo nel nostro paese è legata al fatto di suonare un genere che non gode di grande popolarità nei nostri confini. E non parlo solo della generica e ben nota difficoltà di suonare metal in un paese il cui mercato è dominato dal pop italiano, ma di una problematica ben più precisa, legata al fatto di suonare un sottogenere del metal nei confronti del quale si percepisce, da parte di una certa fetta di pubblico e di addetti ai lavori, una sorta di “antipatia a pelle“ che costituisce un muro talvolta impossibile da abbattere. Ovviamente non intendo generalizzare: abbiamo ottenuto anche in Italia degli ottimi riscontri, e ne siamo molto felici. Ma è innegabile, anche osservando i bill dei festival di punta della nostra penisola, che il nostro genere non trova grande spazio, il che riflette piuttosto bene quello che è il gusto del pubblico nostrano. Siamo ben consapevoli che in Italia sarà più difficile per noi conquistare quello spazio che invece ci stiamo ritagliando all’estero, sia in Paesi in cui il metal sinfonico è particolarmente amato e sia in altri Paesi che, pur non essendo esattamente la patria del nostro genere, ci stanno comunque offrendo numerose opportunità di crescita e confronto grazie ad un pubblico più eterogeneo e “disponibile” ad accogliere realtà diverse da quelle dominanti nel territorio. 


Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

-Considerando la mia risposta precedente, appare chiaro come la rete sia uno strumento vitale per noi: è assolutamente necessario per noi valicare i confini geografici e raggiungere il nostro target di pubblico, e in tal senso internet offre oggi delle opportunità che erano assolutamente impensabili fino a non troppo tempo fa.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

-Io sono una musicista di estrazione classica, per cui il metal sinfonico rappresenta in un certo senso la mia seconda casa. Ma nel nostro sound trovano naturalmente spazio anche le influenze musicali degli altri componenti della band, che sono molto varie ed eterogenee tra loro, e contribuiscono a creare un sound che a mio avviso raccoglie eredità differenti e ben percepibili da un orecchio attento.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-Il mondo è pieno di musicisti immensi e qualunque opportunità di collaborazione con chiunque di loro sarebbe di sicuro una grande opportunità di crescita e motivo di grande orgoglio per noi. Ad ogni modo, confesso di nutrire da sempre una grandissima ammirazione per i Moonspell e per i testi ispirati e sofferti di Fernando Ribeiro, delle autentiche poesie in musica. Collaborare un giorno con loro sarebbe un sogno che si realizza... ma ovviamente per ora rimane solo un sogno. Tra le realtà più recenti, invece, nutro grandissima stima ed ammirazione per Myrkur, un’artista poliedrica e semplicemente geniale. Una collaborazione con lei sarebbe un altro bellissimo sogno, ma ovviamente anche in questo caso rimane tale. 


Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-Ringraziamo di cuore Giornale Metal per averci concesso questo spazio e voi lettori per aver letto questa intervista. Se vi va di conoscerci meglio e di restare aggiornati sui nostri progressi, seguiteci sui nostri canali social (ci trovate su Facebook, Instagram e YouTube come @asphodeliaofficial e su Twitter come @asphodeliaband) e sosteneteci condividendo la nostra musica e le nostre news. Può sembrare un piccolo gesto, ma per noi significa davvero tanto!

Maurizio Mazzarella