BONFIRE - Temple Of Lies

AFM
Abbiamo in precedenza recensito l'eccellente esordio dei Phantom 5. E intanto però, cosa accade nell'altra parte del cielo? Il "gruppo madre", i mitici Bonfire, non accenna di certo a cessare di esistere, rappresentando comunque il terzo grande polo dell'Hard Rock tedesco assieme a Scorpions ed Accept. Bene, i nostri, ben consci della loro storicità e dei 17 albums finora prodotti (parte dei quali sotto il precedente monicker Cacumen), si ritrovano oggi con una line-up vigorosa e nuova di pacca, che vede lo storico guitar-player Hans Zimmer affiancato dall'altro axeman Frank Pané, dalla sezione ritmica composta dal bassista Ronnie Parkes e dal batterista Tim Breideband e, infine, dall'ultimo acquisto: il bravo cantante Alexx Stahl. Pronti a ripartire, con un diciottesimo album intitolato "Temple Of Lies", che mostra tutto lo spettro sonoro tipico dei nostri, tra Hard & Heavy di classe, melodia ed energia da vendere. Saranno forse lontani i tempi del mitico "Point Blank" (1987) ma i nostri dimostrano ancora oggi di essere una grande band, e dietro la nuova line-up, oltre ad una perizia strumentale perfetta, è presente anche una grande competenza e pertinenza di continuità con il passato. Dopo la breve overture strumentale "In The Beginning", caratterizzata da atmosfere classicheggianti e shredding chitarristico, si parte alla grande con la title-track, pezzo tirato e pesante niente male. Subito dopo, sfacciata sortita in atmosfere AOR per il brano "On The Wings Of An Angel", con i suoi arrangiamenti tastieristici/corali di rigore, e dove spiccano in particolar modo il guitar playing molto curato e virtuoso e la grande estensione vocale del nuovo cantante Stahl.

"Feed The Fire" è Hard Rock di gran classe con riffone potente cromato di metallo puro ed atmosfere epiche. Ed ecco la bordata metallica senza compromessi: "Stand Or Fall" è energica e potente, ma senza inficiare della giusta dose di melodia, proprio come tradizione "Class Metal" vuole. Personalmente, vivo per veder perpetuati certi stilemi anche al di fuori dagli anni '80. C'é poi la power-ballad "Comin' Home". La quale, pur essendo abbastanza stereotipata, è comunque piacevole all'ascolto e con ogni elemento al posto giusto. Particolarmente, anche qui abbiamo modo di apprezzare la voce di Stahl, il cui timbro spesso e volentieri appare similare al grande Klaus Meine (è un complimento, ovviamente). Intro pomposa per un altro grande brano Hard melodico che risponde al titolo "I'll Never Be Loved By You", il quale da solo dimostra, anche al neofita, come certi stilemi caratterizzati da un raro equilibrio energia/melodia non passeranno mai di moda. Davvero una bella song! Ed ancora una volta, con una performance chitarristica e vocale eccelsa. Ed ecco "Fly Away" con il dirompente riff in tonalità maggiore tipicamente alla Van Halen. Altra song un po' stereotipata... nel senso buono. Ma soprattutto, altro brano dal songwriting di sicura classe ed esperienza. "I Help You Hate Me" e "Crazy Over You" concludono l'album, ma vi assicuro che pur piazzate alla fine non sono da meno: le ultime due gemme brillanti di un album davvero ben fatto, tecnicamente e compositivamente, che senza dubbio alcuno assurge ancora una volta i Bonfire nell'olimpo dei grandi dell'Hard Melodico. Per me, un grande disco. I Bonfire non sono "ritornati", perché non se ne sono mai andati, per fortuna! E continuano imperterriti per la loro strada. Fatta di Classe, Melodia, Energia e Potenza sonore. VIVA!!! 

Voto: 9/10 

Alessio Secondini Morelli