APOSTLE OF SOLITUDE - From Gold to Ash

Cruz Del Sur
Si aprano I cancelli del doom metal il quarto figlio è nato !! Fautori fin dagli esordi (due lustri or sono) di un buon ed onesto doom metal, non deludono le aspettative neppure con quest’ulteriore lavoro. I doomsters americani seguono le pesanti orme di saint vitus e affini con questi sette brani che hanno riffs potenti e decisi, atmosfere tristi e malinconiche, suoni pesanti e distorti, ti senti quasi schiacciato da questo disco tanto trasuda tristezza e ti rialzi solo dopo una quarantina di minuti circa rintontito ed attonito. Si possono sprecare aggettivi quali deprimente, straziante, doloroso, ed ognuno dei quali descrive appieno il lavoro degli apostoli della solitudine. Le canzoni hanno tutte una discreta personalità ed interagiscono una all’altra al fine di portarti prima della fine del disco in un mondo a sé stante, ma molto vicino alla realtà attuale. Questo è un lavoro semplice, ma proprio nella sua semplicità e sincerità sta la grandezza dell’intero disco. La bellezza della lenta monocrome, i nove e passa minuti di my heart is living here, la tristezza di grey farewell, la groovosa Ruination, le atmosfere azzeccate di autumn moon, i sei minuti e oltre della lenta e cadenzata keeping the light house, tutto fa in modo che il disco giri a”velocità ridotta per agonizzare ogni “santo” riff. Alla fine di ‘ste interminabili parole ildisco lo consigliamo o no? La risposta non può essere che un sì ! Un sacrosanto e benemerito SI !! 

Voto: 6,5/10

Flavio Facchinetti