SOUL SECRET - Intervista a Luca Di Gennaro (Tastiere)


Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

LDG: Certamente! BABEL è un concept album composto da 10 tracce e narra la storia di Sam e Adriel, due astronauti inviati nello spazio alla ricerca di Dio. Quando finalmente trovano la città degli dei, inviano alla base un’inaspettata notizia: la città è vuota. 


Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

LDG: La band nasce più di 10 anni fa come cover band di brani progressive metal. Piano piano è nata in noi l’esigenza di produrre materiale originale ed abbiamo cominciato a scrivere il nostro primo disco, Flowing Portraits. Nello studio di registrazione abbiamo conosciuto il nostro attuale manager Davide Guidone che ci ha procurato un contratto discografico con la ProgRock Records e che ha reso quindi possibile la nostra entrata nel mercato discografico, tracciando la strada per i dischi successivi.

Come è nato invece il nome della band?

LDG: Quando io sono entrato nella band il nome era già stato scelto, quindi la sua origine mi è stata raccontata. Non ricordo molto bene l’aneddoto, se non sbaglio deriva dal nome della chitarra del primo cantante della band… quando ancora non era una band! 


Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

LDG: Non ci sono tematiche particolari, ognuno di noi scrive ciò che sente al momento. Per BABEL e 4, i nostri ultimi due dischi ed entrambi concept album, i testi ricoprono un ruolo fondamentale poichè descrivono una storia che è stata delineata a priori e talvolta hanno ispirato le ambientazioni dei pezzi.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

LDG: Non abbiamo freni quando si tratta di includere influenze variegate all’interno dei nostri pezzi. Nel solo BABEL si possono ascoltare stralci di musica latin, elettronica, djent,  fusion e progressive rock classico, per citarne alcune. Questo modo di arrangiare i brani ci è sempre piaciuto, credo che sia proprio questa l’essenza del progressive. 


Come nasce un vostro brano? 

LDG: Le idee provengono da tutti i componenti del gruppo. Durante la composizione di BABEL, avevamo una vasta collezione di idee registrate da poter inserire nei brani, una sorta di database di riff, arpeggi, melodie, ritmi etc. In questo modo abbiamo potuto tenere in considerazione varie soluzioni, prima di scegliere quella che per noi risultasse essere la migliore. Durante un “blocco dello scrittore” in Newton’s Law, ad esempio, è stato provvidenziale ascoltare un riff di basso in questa collezione, diventato poi la base della parte strumentale.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

LDG: Di sicuro Newton’s Law. Quando ho fatto ascoltare la demo alla band è piaciuta così tanto che non è stato necessario modificare nulla, poi gli arrangiamenti che ognuno ha scritto hanno reso questo brano molto divertente da suonare dal vivo. 


Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

LDG: Più di tutte direi i Genesis ma includo anche artisti nel campo dei videogame come David Wise, Koji Kondo, Jun Senoue e Nobuo Uematsu.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?  

LDG: Sì, abbiamo presentato il disco in anteprima al Night Of The Prog XII in Germania, aprendo lo show di Mike Portnoy con il suo progetto The Shattered Fortress, con musicisti degli Haken e della Neal Morse Band. Dopo la pausa estiva abbiamo suonato a Bologna e adesso ci prepariamo a visitare Milano, la Svizzera e la Francia. 


E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

LDG: Purtroppo no, ma sul nostro canale YouTube è pieno di video tratti dai nostri concerti… alcuni ripresi per intero!

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

LDG: A patto di riuscire a scovare il buono in mezzo a tutto ciò che viene propinato, direi che la scena musicale italiana gode di buona salute. Il problema vero, secondo me, risiede più nella domanda che nell’offerta. La sensazione è che faccia più gente un personaggio costruito ed uscito da un talent piuttosto che una band storica e di alto livello.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

LDG: Di sicuro ci ha dato una mano, poichè ormai tutta la promozione gira lassù. Certo, se avessimo cominciato a fare musica negli anni ‘90, quando il disco veniva acquistato e non ascoltato su Spotify, tutto avrebbe preso una piega differente. 


Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

LDG: Questo genere ci permette di sfruttare tutte le nostre influenze e di spaziare al 100% con esse. Direi che il talento di un musicista viene valorizzato al massimo, in questo modo.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

LDG: Sì, più di uno! Ora come ora mi viene in mente Vangelis.

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

LDG: Di sicuro! Grazie a voi per questo spazio che ci avete dedicato e grazie a tutti quelli che hanno condiviso il loro tempo con noi ascoltando la nostra musica.

Maurizio Mazzarella