SAVAGE MESSIAH - Hands of Fate

Century Media
Quarto disco per questi power/thrashers londinesi, ma con una parte di sangue italiano essendo in line-up Andrea Gorio già con i bravissimi Cadaveric Crematorium. Primo album dei nostri con la potente Century Media dopo essere cresciuti nel roster di un ex colosso del metal estremo inglese come la mitica Earache di Digby Pearson(lacrimuccia!) L’opener che ne è anche la titletrack preannuncia un brano scuro, potente con riffing thrashy e batteria potente, in questo mid tempo con chitarre che riportano ai tempi belli; la melodia viene spinta in alto con un cantato potente e gran chorus; solos di chitarre perfetti, melodici ma non troppo. “Wing and a prayer” è puro heavy metal disciolto in un impasto thrash metal, up tempo graffiante, diretto; vocals sporcate il giusto, grande lavoro in sede del ritornello con melodia piena; anche qui i solos rendono bene la tecnica esecutiva dei britannici. “Blood red road” è uno dei brani cardine del lavoro, brano veloce, diretto; chitarre power/thrash che mixano abilmente riffing grattati, melodie arcigne e melodie tutte da cantare seguendo il chorus; assoli precisi e dal buon gusto melodico e graffiante.

“Solar corona” è un brano potente, retto su riffing graffianti, decisi in contrasto con le vocals melodiche, un ritornello che ti si stampa in testa in questo up tempo con chitarre dallo spiccato gusto melodico nel ritornello. “Eat your heart out” è veloce, graffiante e arcigna; un proiettile di acciaio, teso; riffing thrash metal che spaccano e contrastano le melodie vocali; la batteria alterna up tempo imperiosi a stacchi speed metal. “Fearless” ovvero senza paura,un brano possente ,riffing thrash ma anche quasi hard rock in questo mid tempo, melodie heavy metal; un brano che sembra scritto da un Bon Jovi in stato di grazia che ha preso una sbornia per il thrash metal; sentitevi il chorus e mi direte. “The last confession” è retta da riffing d’alta scuola thrash metal made in Bay Area, una semi ballad che inizia con chitarre acustiche, un cantato malinconico per poi in sede di ritornello potenziare il tutto con cori; mid tempo possente ma che dopo accellera nel mezzo con riffoni thrash e ti butta nella mischia con assoli gustosi per poi riprendere il chorus. Un disco potente, diretto che bilancia assalto e melodia, gran bel ritorno per questi britannici; il messia selvaggio è tornato a graffiare. 

Voto: 8/10  

Matteo ”Thrasher80”Mapelli