MOONSPELL - 1775

Napalm
Grande ritorno per Fernando Ribeiro e co.; un ritorno sancito con un concept album che trasuda pathos, dramma e storia. Un concept incentrato sul terribile terremoto che distrusse la città di Lisbona; un terremoto che distrusse non solo gli edifici ma anche il corpo vivo della città; un episodio tragico che è segnato indelebilmente nella memoria del popolo portoghese e quindi anche dei nostri lusitani. “Em nome do medo” è l’incipit della vicenda, un brano orchestrale, ricco di enfasi, il nostro usa abilmente la propria voce, con il growl come fosse un registro teatrale e ad aiutare il nostro; ci pensano un coro che con enfasi ripete il ritornello. La titletrack erompe con un registro potentissimo, lirico, con cori e influenze mediterranee, un controtempo con riffing potenti e un hammond in sottofondo; la batteria potente a dare l’idea dello squarcio della terra e il growl del buon Fernando a stagliarsi su tutto e caricare di pathos il brano, grande lavoro delle chitarre in sede solista. “In tremor dei”, un brano anche questo dallo spiccato tono moderno; il coro ripete enfaticamente il chorus, mentre il buon Fernando col suo growl pieno e impetuoso ci narra la vicenda passo passo, la band innerva di riffing nervosi un mid tempo che esplode con le orchestrazioni. “Desastre” è un brano ricco di percussioni, un brano battente, col nostro che da rabbia e pathos, mentre i riffing potentissimi sottolineano il brano, grande up tempo con le tastiere che rendono ancora più emozionale il brano.

“Abanao” è un’altra freccia a questo album, brano potente a livello emotivo, epico, il coro è parte integrante del disco; la batteria usa controtempi in questo up tempo nervoso, il basso fa la parte del leone, con Ribeiro che ringhia rabbia e amarezza per la tragedia in corso. “1 de novembro”, un brano heavy, potente; un mid tempo battente, ricco di pathos, sinfonico, e pregno di tragicità; riffing impetuosi anche di marca heavy metal puro, sentitevi i solos in armonizzazione, e il nostro usa il registro pulito in doppiatura del growl che fa la parte del leone nel disco. “Todos o santos”,un brano scuro, sinfonico, con le orchestrazioni che prendono il sopravvento per poi dare campo libero al metal, un brano anche ricco di emotività, riffing scuri, con percussioni e influenze arabeggianti, anche il growl è pieno di rabbia, drammaticità e pathos, dal vivo sarà uno dei pezzi portanti data la sua carica. Un disco eccezionale, un disco che potremmo definire a sé , nella discografia dei nostri, perché la memoria storica della tragedia pervade il disco di un sentimento orgoglioso pur nella drammaticità dell’episodio, un disco che è un grande capitolo nella storia dei portoghesi. 

Voto: 9/10
  
Matteo ”Thrasher80”Mapelli