END OF GREEN - Void Estate

Napalm
A quattro anni da "The Painstream", gli End of Green tornano con la loro ultima fatica targata Napalm Records. Il combo tedesco guidato dalla profonda voce di Michelle Darkness raccoglie l'eredità di Him, Type O'Negative e simili, strizzando l'occhio a Soundgarden, Placebo, e a tratti addirittura ai R.E.M., appesantendo occasionalmente le sonorità per valicare di tanto in tanto il confine tra i generi. Il risultato è un gothic rock/metal con forti venature alternative e, azzarderei, qualche richiamo al doom, dalle tinte generalmente non invasive e di gradevole ascolto. I brani presentano una struttura lineare e pressoché simile che conferisce all'intero disco un taglio coerente e distintivo, connotato da sonorità semi-acustiche nelle strofe che crescono in intensità e distorsione nei ritornelli. Questo pattern si ripete senza grosse variazioni in quasi tutti i brani dell'album: si tratta per lo più di ballad o mid-tempo (come l'opening track "Send in the Clowns", "Dressed in Black Again", "City of Broken Thoughts"), passando per brani che ammiccano alla darkwave in stile Cure e Joy Division ("Crossroads", "The Unseen"), con frequenti e decise sterzate verso sonorità più alternative (la suggestiva "Head Down", la godibilissima "The Door" con echi di Nickelback e Seether, le bluesy-ballad "Mollodrome" e "Worn and Torn"). I brani che, a mio avviso, toccano il culmine espressivo dell'album sono sapientemente collocati in posizione simmetrica nella tracklist, come seconda e penultima traccia: si tratta, rispettivamente, della splendida "Dark Side of the Sun", il brano dalle sonorità più pesanti dell'album, e di "Like a Stranger", ballad introspettiva e ricca di oscuro pathos. A chiudere l'album, la bonus track "Leave This Town", mid-tempo dal groove accattivante e dalle tinte fortemente alternative rock. Un buon lavoro, di facile ascolto e ben collocato nel suo sottogenere, seppur variegato negli spunti stilistici: un disco che non dovrebbe mancare nelle playlist degli amanti del genere... tra cui, ovviamente, la sottoscritta. 

Voto: 7/10    

Sam A.