GRIM REAPER - Walking in the Shadows

Dissonance
WOW!!! SONO TORNATI! Questa la mia esclamazione al momento in cui ho saputo di dover recensire questo disco. Il festeggiamento, in effetti, è d'obbligo per il ritorno su disco degli inossidabili e storici inglesi GRIM REAPER! Le presentazioni invece... no. Ogni metallaro con la giusta retrospettiva storica dovrebbe conoscerli (e se siete giovani oppure avete abitato per 20 anni su marte, ricordatevi che c'é sempre Wikipedia e Metal Archives). Pienamente attivi per gran parte degli anni '80 del ventesimo secolo, e dopo aver passato uno hyatus di 16 anni, si ripresentano a noi nel 2006, resuscitati dal mitico singer Steve Grimmet usando l'intera line up della sua attuale solo band, sotto la denominazione di Steve Grimmett's Grim Reaper. Ma niente albums fino al 2016, quanto finalmente il Tristo Mietitore ("mascotte" grafica che per loro di sicuro ha la stessa importanza di Eddie per gli Irons) torna a dominare la copertina di un album dal significativo titolo di "Walking In The Shadows". Che dire, un momento tanto tanto atteso da tutti i fans, i quali sono rimasti molto rattristati dalla recente notizia secondo cui il povero Steve è stato costretto a farsi amputare il suo polpaccio destro sostituendolo con una protesi a causa di una grave infezione contratta in Ecuador. Ma lui ritorna, e tramite filmato su YouTube rincuora i propri fans di essere sempre "alive and kicking" e che presto sfornerà un nuovo album. Il risultato è... PURO METAL! Non mi stancherò mai di rimarcare quanto la presenza continua di certi dischi sul mercato sia importante per l'economia e la salute del nostro genere preferito. Qua il discorso originalità/innovazione cade miseramente nel dimenticatoio. I Grims si ripresentano in grande stile, con produzione impeccabile, perizia strumentale ottimale, e la voce di Grimmett che forte di tutta la sua esperienza, non perdona, è killer e assolutamente affine al suo ruolo. Con un manipolo di bandmates di questa caratura (il batterista Paul White, il bassista Martin Trail e l'axeman Ian Nash) Grimmett da alla luce un album che rispolvera e da rilucentezza alla tradizione del grande Metal come solo lui sa fare, patinato da una produzione perfetta sotto ogni aspetto. Bello sentire ad esempio il tradizionale ritmo forsennato di "Wings of Angels" che da inizio alle danze... che che viene festosamente ripreso più tardi su "Temptation".

Qua è là troviamo pezzi di roccioso mid-tempo come la title-track e soprattutto l'anthemica "Rock Will Never Die", di sicuro i pezzi migliori del lotto. Ed anche in quei brani, sempre rocciosi, in cui la roca voce di Steve Grimmett cerca di dare un po' di melodia al refrain come "I'm Coming For You" ci si rallegra per le condizioni vitali del più puro metallo. Qui non sono presenti grandi innovazioni, e neppure tanta variazione di ritmi, sono sempre quelli del metallo più puro: il semi-cadenzato da guerra, il mid-tempo andante e lo speed forsennato (adoro questo vocabolo)... ma questo è un tipico disco fatto con il cuore, che trascende ogni tipo di innovazione, e si basa completamente sul feeling che tutti i metallari, specie quelli più attempati, devono per forza di cose conoscere. Io penso che, nonostante qualche piccolissimo calo di tono, magari comprensibile, nella seconda metà del disco (ma il finale con "Blue Murder" e "Come Hell Of High Water" è pirotecnico!!!), "Walking In The Shadows" sia in realtà un disco va "bevuto subito" tutto insieme come un bicchiere di Jack Daniel's, e soprattutto considerato per quello che è: una "bordata metallica al fulmicotone" (ah che bello ho sempre sognato di usare questa espressione, una delle tante che ho attinto dai metal magazines storici su cui fin da ragazzino ho formato la mia cultura musicale attuale), e nessun compromesso vale. Quindi, fans, siete avvisati. Fate vostro questo disco... e facciano lo stesso anche quelli dell'ultima ora, prima di andare a riscoprire la discografia pregressa di questa grande band. 

Voto: 8/10

Alessio Secondini Morelli