ECHOTIME - Side

Rockshots
Ci mancava anche questa! Bisogna inventare una nuova etichetta: Movie Metal. Che ne dite? Rende l'idea? I marchigiani Echotime, attivi dal 2002 al 2013 con il nome di Echovertime, ci donano il seguito del loro esordio discografico "Genuine" del 2013, e che seguito! Questo "Side" è incentrato principalmente su sonorità Prog Metal, tenendo bene a mente la lezione dei maestri del genere (Queensryche, Dream Theater, Savatage), ma condendo il tutto con una drammaticità da film che ha pochi uguali discografici. Tutto l'album è pervaso da intermezzi consistenti in piccoli dialoghi "da film" con effetti sonori annessi e connessi, e gli stessi brani, grazie alla solida presenta di un tastierista, sono profondamente drammatici, pieni di cambi di accento ed atmosfera, momenti pomposi enfatizzati e qui e là contrappuntati da orchestrazioni, vibrafoni in stile "Harry Potter soundtrack" ed altro che dir si voglia. Il bello è che, assieme ad una produzione virtualmente perfetta e ad una perizia strumentale altrettanto ottima, il risultato non è affatto dispersivo come si crede. Non sono a conoscenza se l'album in questione sia unito da un qualche concept (la versione promo è priva di testi), però si può immaginare che sia una storia incentrata dall'incontro tra un uomo ed una donna in un bistrot, con sorpresa finale nell'adrenalinica "Out-Side" che termina il disco.

Brani da ricordare, beh è difficile decontestualizzare frammenti di un'opera così complessa, ma bellissime atmosfere orientaleggianti ed assieme viscerali possono essere trovate, pur nella sua struttura variegata, nella centrale "Hymn Of Glory", oppure nella particolarissima "The Bend Of Love", altrettanto complessa, con le sue atmosfere al limite del tango da bistrot introdotte da un superbo piano iniziale. Mano a mano che il brano va avanti, i momenti elettrici lo accendono improvvisamente, pur non perdendo esso il ritmo simil-tango, tutto sommato piacevole, che lo contraddistingue... mi pare però che ad un certo punto del brano la voce del singer Alex "Kage" Cangini si perda un po' troppo in acuti gracchianti un po' troppo rimembranti il Jon Oliva più acido... ma potrebbe essere una necessità "drammaturgica" laddove il brano necessita di più pattern vocali diametralmente differenti (d'altronde, quanto è difficile trovare un vocalist camaleontico quanto il mitico King Diamond?). In definitiva, un ottimo lavoro, che attesta perfettamente quanto una band nostrana possa essere ormai totalmente scevra dalle piccole pecche esecutive/compositive tipicamente italiote. Ma soprattutto, estremamente originale l'idea di strutturare un album come fosse un film, e complimenti per il risultato. Un disco così, nella mia umile opinione, merita il successo internazionale. Promosso a pieni voti, sperando che a parte i soliti Lacuna Coil e Rhapsody Of Fire qualcuno si accorga di altre perle musicali provenienti dall'italica penisola. 

Voto: 10/10

Alessio Secondini Morelli