Quello dei Monkey Diet è uno di quei progetti da tenere caro e supportare. Nati nel 2014, band quindi relativamente fresca. Dopo qualche avvicendamento in seno alla line up, si stabilizzano con una formazione che vede nel proprio organico: Gabriele Martelli alla chitarra, Daniele Piccinini al basso e Roberto Bernardi alla batteria. I nostri provengono da Bologna città tra l’altro stupenda. La loro proposta musicale, interamente strumentale, si può inserire in un contesto rock dalle forti tinte psichedeliche. Ma non si fermano solamente a questo, i mondi esplorati con questo freschissimo Inner Gobi, sono parecchi. Oltre alla vena psichedelica sparsa un po’ su tutti i brani, possiamo trovare reminescenze metal, doom, stoner, ma anche jazz, fusion in alcuni casi . I musicisti in questione ci sanno fare e anche bene. Partendo dall’iniziale Egoloss con le sue inflenze jazz prog, passando alla seconda e title track Inner Gobi che ricorda i Black Sabbath prima era.
Slidin Bikes continua sulla stessa strada ma in questo caso si avvicinano parecchio ai Candlemass di Dactylis Glomerata mischiati sempre ai Black Sabbath, non rinunciando alla psichedelica in sottofondo e ben distinguibile. Percorrendo l’album ci si imbatte in The Endless Day Of Robby The Ant, brano che mostra il lato fusion jazz della band. Mentre Moth ce li riconsegna in territori psychedelic doom, davvero eccezionale. Lo stoner di Sorry Son, avvolge in un turbinio di psichedeliche emozioni. Li trovimo in una versione abbastanza rock oriented in Moonshine. Questa band ha davvero stoffa e potenziale per poter affacciarsi sul mercato mondiale senza limiti. Un lavoro godibilissimo e d’effetto. Interamente strumentale e pieno zeppo di ricche emozioni, tutte da assaporare fino all’ultima nota! Fieri di musicisti che non hanno paura di osare e immettere sul mercato prodotti di altissima qualità.