ARTHEMIS - Blood Fury Domination

Scarlet
I veronesi Arthemis, band formata per volere di Andy Martongelli (chitarra) nel 1999, esordiscono in questo 2017 con il nuovo e freschissimo Blood Fury Domination. Già dall’aggressivo art work si possono intuire le intenzioni dei nostri su che cosa l’ascoltatore potra’ trovarsi davanti una volta schiacciato il tasto “play”! Una band che fin dalla nascita, ha riscosso un bel successo anche fuori dalla nostra amata patria. Basti pensare ai tour in giappone, regno unito, olanda, spagna e molti altri paesi, in cui hanno aperto per gente come Freedom Call, Glenn Hughes, Dragonforce tanto per citarne alcuni. Non dimenticando anche i vari tour da headliners e le molteplici partecipazioni nei prestigiosi festivals europei e non! Insomma un curriculum di tutto rispetto! Evidentemente hanno quel qualcosa in più che gli permette tutto ciò, senza farmi fermare da niente e nessuno. Ad assistere Andy, il fondatore della band, troviamo musicisti di spessore e talento come: Fabio Dessi, con la sua particolare timbrica prettamente power metal e che si muove in modo egregio attraverso le varie composizioni, Giorgio Terenziani al basso, grande utilizzo del proprio strumento e infine Francesco Tresca alla batteria, una vera macchina da guerra dietro le pelli!

Ritornando comunque a questo loro ultimo platter, mischiano svariati generi sempre prettamente metal e rock, in modo molto intelligente e sensato. Lo si potrebbe definire come una forma di modern thrash metal, ma come sappiamo le etichette in più di un’occasione servono poco e niente. Si parte subito alla grande con Undead, brano che possiede un bel groove, capace in più occasioni di far saltare in aria l’ascoltatore per il gusto che riescono ad infondere i nostri nel creare atmosfere ricche di movimento e frizzanti quanto bastano per far fare del sano headbanging! Brano che in più di un occasione assomiglia quanto di piu’ vicino ci sia agli Arch Enemy, nell’uso delle chitarre. Uno dei brani migliori del lotto comunque. Si continua con Black Sun , brano godibilissimo, ma pecca forse un po’ di mordente. Piccolissima caduta di tono. Con la seguente Blood Red Sky si torna su livelli abbastanza alti. Una menzione a parte la si deve al brano che risponde al titolo di If I Fall, ballad davvero struggente. Generalmente andrebbero vissuti tutti i brani nella loro interezza. Un lavoro comunque fresco, potente , melodioso in tutti e gli undici brani e di cui andare fieri!

Voto: 7/10

Sandro Lo Castro