KREATOR - Gods Of Violence

Nuclear Blast
Sono passati cinque anni da Phantom Antichrist, un album che ha dato ai Kreator nuova linfa vitale, consentendo al combo teutonico di girare in lungo ed in largo il pianeta in tour, cosa che ha portato anche all'uscita di un paio di live album come Dying Alive e Live Antichrist. C'era quindi sete di nuova musica targata Kreator ed il buon Mille Petrozza ha accontentato tutti, realizzando uno dei migliori album mai incisi dalla sua band in oltre trenta anni di carriera. Enemy Of God aveva segnato una sorta di nuova rinascita della band, che in passato con Endorama si perse anche in solchi sperimentali poi tralasciati, ma dopo un periodo di assestamento, culminato in Violent Revolution, i successivi tre album, tra cui Enemy Of God e Hordes Of Chaos, avevano riportato il nome dei Kreator ai vertici della scena del thrash metal teutonico. E Gods Of Violence è la naturale conferma non solo del valore assoluto del gruppo tedesco, ma anche di quanto questo lavoro sia nettamente superiore ai suoi predecessori da diversi punti di vista. Per primo la qualità compositiva. I brani sono potenti, diretti, tecnicamente perfetti, ma anche fluidi e scorrevoli, perfettamente a tono con la tradizione Kreator ed allo stesso tempo maggiormente violenti. Poi c'è un impatto più diretto, un brano di Gods Of Violence rimane stampato nella mente senza più andarsene e non è un aspetto da sottovalutare vista la complessità delle strutture dei singoli brani.

Poi c'è l'aspetto del suono, pulito, limpido, ma soprattutto appropriato alla proposta musicale attuale dei Kreator. Gods Of Violence è un album coerente nella tradizione Kreator, ma capace allo stesso tempo di guardare avanti. Dopo la dichiarazione di guerra intitolata Apocalypticon, l'album parte con World War Now, un tripudio di chitarre iper veloci e massacranti, supportate da una sezione ritmica che picchia duro senza sosta. Segue la tetra Satan Is Real, un brano dal sapore anni ottanta, che ci mostra un Mille Petrozza in forma smagliante. Totalitarian Terror inquadra in modo perfetto la macchina Kreator del nuovo millennio, più brutale e crudele, ma capace di curare minuziosamente ogni particolare, lo si comprende anche nella title-track, dove l'arpeggio iniziale spiazza con la sua melodia, per poi sui binari di un treno che porta dritto all'Inferno. Si giunge ad Army Of Storm, canzone che colpisce per il suo arrangiamento versatile ed originale, un aspetto ritrovabile anche in Hail To The Hordes, il brano che più riesce a valorizzare il lavoro ottimale delle chitarre. La voglia di sperimentale persiste, se pur in minima traccia in Lion With Eagle Wings, un componimento impreziosito da un intro singolare. Fallen Brother riporta il disco su territori thrash tradizionali, differentemente Side By Side è un pugno violento nello stomaco dotato di un ritmo trascinante. Il momento più elevato di Gods Of Violence giunge però alla fine con la conclusiva Death Become My Light. Sette minuti di musica straordinaria, un misto di tecnica e talento compositivo, probabilmente uno dei migliori brani mai scritti dai Kreator, tanto da valere da solo l'acquisto di un disco destinato a scrivere la storia della scena del thrash metal made in Germany. 

Voto: 9/10

Maurizio Mazzarella