PRIMAL FEAR - Delivering the Black

Frontiers
I Primal Fear sono l'equivalente di un porto sicuro al quale una nave approda consapevole di non avere mai soprese spiacevoli. Sono la classica band che da sempre ci presenta la solita ministra, con la differenza che rispetto alle precedenti volte, c'è sempre qualche ingrediente in più capace di renderla maggiormente gustosa ed appetitosa. Fondamentalmente non ci sono grosse differenze rispetta al passato: una sezione ritmica massiccia e martellante, chitarre taglienti e dinamiche, la classica voce di Ralf Scheepers pronta a graffiare ed aggredire. Non ci sono grosse differenze tra Delivering the Black ed il suo predecessore Unbreakable, se non nella chitarra di Alex Beyrodt divenuta più presente e nella produzione complessiva, sempre pià improntata verso un suono pulito ed attuale. In un certo senso, Delivering the Black si allontana da 16.6 (Before the Devil Knows You're Dead) e dai suoi aspetti cupi, ripresi per certi versi in Rebel Faction, ma è in un brano come King for a Day che si scopre tutta la forza dei Primal Fear, che nell'approccio e nell'attitudine, ripercorrono gli antichi fasti di Nuclear Fire, probabilmente uno degli episodi più riusciti dello loro intera discografia. E' comunque un disco che riesce anche a spiazzare grazie alla sua versatilità, vedi When Death Comes Knocking, che fonde melodia e forza con sbalorditiva astuzia, mentre con Alive and on Fire la band teutonica tributa il classico sound made in Germany, con forti echi di Running Wild. E' però nei Judas Priest che emergono tutte le radici sonore dei Primal Fear, che esplodono nella title-track, probabilmente il brano più rappresentativo del disco, anche per la sua palpabile qualità. L'opera d'arte autentica dell'album, è però One Night in December che nei suoi nove minuti circa, rimarca come i Primal Fear non siano solo una band, ma una serie di musicisti dal notevole talento compositivo, che se in apparenza può sembrare scontato, in realtà ha sempre in dote un tocco d'imprevedibilità. 

Voto: 8/10

Maurizio Mazzarella