MISS ELIANA - Intervista all'Artista


Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

-Il cd “Love Affairs” è la prima fatica discrografica del mio progetto musicale “Miss Eliana”, è uscito per l’etichetta Videoradio il 12 novembre 2013, distribuzione Self. Il disco consiste in 10 canzoni registrate al Birdland Studio di Gorizia (http://www.birdlandstudio.it), nove pezzi sono da me firmati, mentre l’unica cover è un tributo agli Aerosmith. Tanti sono gli ospiti d’eccezione, dalla mitica chitarra di Scott Henderson (http://www.scotthenderson.net) a quella di Enrico Crivellaro (http://www.enricocrivellaro.com) e di Jimi Barbiani (http://www.jimibarbianiband.com/), Fabio Drusin degli W.I.N.D. alla voce e all’armonica (http://www.windrockband.net), l’armonicista Gianni Massarutto vincitore italiano delll’International blues challenge 2013 (http://www.giannimassarutto.com), la cantante Flavia Quass, …

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

-Fin dai 17 anni ho sempre avuto attivo un mio progetto rock blues, da allora nella mia band sono cambiati vari musicisti, fino a trovare quelli definitivi con cui registrare questo primo cd e proporlo in Italia e all’estero.

Come è nato invece il nome della band?

-Beh visto che è un progetto che parte interamente da me, sia come leader sia come autrice e solista, ha preso il mio nome: Miss Eliana.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

-Il potenziale comunicativo dei testi è assodato, nel cd ci sono parole molto dirette, quasi urlate, come anche pensieri morbidi e delicati. Entrambi convivono, come convivono in me queste due personalità. Non sempre ciò che si pensa si può dire, ma io cerco di farlo. Ho sempre avuto un forte desiderio di evasione, fisica e non, tutte le riflessioni, i sentimenti, le emozioni che ho provato in passato hanno trovato posto nei miei testi, amicizie, amori, rabbie, tenerezze, rancori, autonomia, paesaggi immaginari, storie di viaggi reali e vita di ogni giorno, lavoro quotidiano e ambizioni. Penso sempre all’esempio di Alanis Morrisette, i suoi primi due cd non hanno fatto successo, trattava di tematiche fantasiose, realtà puramente ottimistiche, invece nei cd successivi ha tirato fuori la rabbia che c’era il lei, il coraggio che doveva dimostrare, la vita dal suo punto di vista interiore, ed ha sfondato.

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

-A volte mi rendo conto che senza ritmo per me non ci sarebbe musica, anche se non è propriamente esatto! Ci sono pezzi del mio cd basati molto sulla ritmica, canzoni in cui non riesci a stare fermo, canzoni nate appunto da un groove di batteria, e altri pezzi basati sul feeling e la dolcezza, penso però che in tutte le tracce emerge la mia voglia di comunicazione, senza fronzoli e infiorettature. Un disco gustosissimo per ogni palato, adatto a un pubblico sia italiano che estero.

Come nasce un vostro pezzo?

-Secondo me un pezzo in cui nascono parole e musica assieme è sempre il più riuscito,  spesso mi capita di lavorare su dei bei testi e cantare una buona melodia, mettere dunque gli accordi in seguito, a volte mi capita di partire da un riff o da un groove di batteria… non ho un regola fissa.

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

-Penso che siano tutti brani belli e facili da suonare, in questo cd ho dato più importanza alle linee vocali, alle canzoni nel loro complesso, agli ospiti, direi che Distant Scents non è affatto immediata da cantare e suonare, ha un testo molto suggestivo, un groove e una potenza non indifferenti. 

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

-Ascolto davvero tantissima musica diversa, dal rock al jazz, dalla musica sperimentale al pop, quindi mi metti davanti a una domanda difficile, se dovessi scegliere tre chitarristi e tre cantanti che mi piacciono molto sarebbero questi: Steven Tyler, Susan Tedeschi, Peter Gabriel, e Stevie Ray Vaughan, Steve Vai e Mike Stern.

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?  

-Continuano i concerti con la mia band ogni settimana, inoltre ho girato un videoclip per far sì che oltre alla musica arrivi anche l’immagine di fondo di questo progetto, di questo periodo della mia carriera, video visibile su you tube. Ho in previsione un viaggio a Los Angeles ad agosto e un tour in Germania a Luglio, ma soprattutto penso al mio prossimo cd!

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

-Per ora no.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

-Parlando del mio genere musicale, penso che le regioni importati per il blues in italia siano Veneto, Toscana, Lazio...conosco molto la scena veneta, stimo molto musicisti quali Tolo Marton, Enrico Crivellaro, Rudy Rotta… e penso che alcune buone tracce di blues si possono trovare anche qui in Friuli: W.I.N.D., Jimmy Joe, Jimi Barbiani, Flavio Paludetti, Fabio Ulliana,… Il Blues è il prodotto musicale più alto della tradizione afroamericana, qui in Italia, ed in Europa, bisogna cercare di iniziare a inventare qualcosa di nuovo anche in questo genere musicale, bisogna contaminarlo ad esempio, altrimenti è meglio lasciarlo agli americani che, essendo nato da loro, lo suonano meglio di noi! Inoltre se al pubblico italiano continuiamo a proporre il blues sotto forma di jam session, cover mal suonate, assoli di chitarra infiniti, è normale che abbia sempre meno seguaci, cerchiamo di innalzare il livello di questa musica a partire dalle jam nel locali, contaminiamolo con altri generi musicali, rendiamolo sempre più interessante, comunichiamo quello che pensiamo noi al giorno d’oggi, è inutile continuare a cantare ciò che diceva Muddy Waters, i tempi sono cambiati, e anche la musica necessita di un’evoluzione, come ogni arte.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

-Internet è un ottimo mezzo per la pubblicità e per lo scambio di informazioni grafiche (foto, filmati), va usato con consapevolezza! Teniamo per noi la privacy e condividiamo solo cose belle!

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

-Il rock blues non è un genere da suonare in modo di essere notati, è come prima cosa una forza interiore e un metodo di sfogo del musicista. Il blues è un chiedere perdono e un dire grazie, è una catarsi. Il blues lo possono suonare tutti, professionisti e non, arrivando sempre al punto culmine, indifferentemente se hai buon talento o sei hai solamente una gran voglia di comunicare il tuo stato interior, per poi liberartene.

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

-Tutti quelli che sono al di sopra di me, partendo da Susan Tedeschi & Derek Trucks, passando per Mike Stern, arrivando a Bruce Springsteen hehe.

Siamo arrivati alla conclusione. vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

-La musica è un’arte, e come ogni arte ha bisogno di rinnovarsi, contaminarsi, evolversi. Cerchiamo dunque di non riproporre stereotipi, forme e modelli già conosciuti, cerchiamo di lasciare il nostro tassello inventando davvero qualcosa di nuovo. Ti ringrazio per avermi dato modo di esprimere i miei pensieri e di presentare il mio primo disco Love Affairs, tutti possono contattarmi sul mio sito www.misseliana.com , ciao! 

Maurizio Mazzarella