ANTONIUS REX - Hystero Demonopathy

Black Widow

Grazie all’ottimale sodalizio con Black Widow, la pubblicazione di lavori a firma del maestro Antonio Bartoccetti, sia sotto monicker Antonius Rex, sia sotto Jacula, è ormai un appuntamento a cadenza periodica certamente ristretta rispetto ai lunghi esilii artistici cui l’artista aveva abituato il suo pubblico. Ma, badate bene, non è certo una consuetudine a cui abituarsi in modo sterile, perché questo nuovo lavoro targato Antonius Rex è, come sempre nel caso dei lavori di Bartoccetti, un’opera a cui ci accostiamo con estremo rispetto ed al cui ascolto dobbiamo, necessariamente, dedicare una quota notevole di concentrazione per comprendere appieno lo spessore della sua proposta. Questa volta l’interesse è principalmente catturato dal un concept “astrattamente concreto”, nato da una ricerca esoterica compiuta dallo stesso, riguardante quello che per alcuni è uno stato mentale scatenato da problemi psichiatrici mentre per altri trattasi di un evento magico esoterico. Non di meno è interessante, dal punto di vista strettamente tecnico, constatare il livello di affinità compositiva e musicale raggiunta col nuovo tastierista RexAnthony (il figlio, già presente in gran parte del precedente Antonius Rex ed in toto sull’ultimo Jacula, che si sa è un progetto con un mood differente), dopo la drastica decisione di Doris Norton (che comunque mette la sua firma sulla composizione di tre brani) di non suonare più sui dischi del gruppo. Dopo più ascolti è inevitabile constatare, ancora una volta, che la più giovane età, nonché le differenti esperienze artistiche (RexAnthony è un personaggio di spicco nel campo della musica techno), hanno impresso nuova linfa e forse una spinta a toccare lidi musicali ancor più impervi, tanto che, lo diciamo con estrema sincerità, questo disco piacerà non solo agli amanti del progressive, ma anche a chi adora la musica dark e la musica metal. Le tastiere, meno eteree del solito, imprimono a tutto il lavoro un tono davvero oscuro, tragico e drammatico, supportando in modo ideale il concept di cui sopra e contribuendo notevolmente a creare un senso d’angoscia perdurante sulla totalità dei brani, su cui, necessario sottolinearlo, è stato compiuto un’incredibile lavoro di ricerca sonora. Anche la chitarra ne esce rivitalizzata, dura nel riffing, davvero heavy e incredibilmente spigolosa negli assoli che, per la gioia di chi ha sempre apprezzato la tecnica di Bartoccetti, son più presenti del solito. Davvero, ribadiamo davvero, musica di caratura superiore…

Voto: 9/10

Salvatore Mazzarella