TEN - Heresy And Creed

Frontiers Records
Nella prima parte della loro carriera, i britannici Ten hanno sorpreso addetti ai lavori e non con album di notevole spessore artistico e di uno straordinario livello tecnico, oltre ad una qualità compositiva sopraffina. Album come The Name of the Rose, The Robe, Spellbound e Babylon hanno avuto un ruolo notevole sia per la loro carriera che per quella che è stato l'evoluzione del genere del rock melodico di matrice neoclassica. Il connubio tra Gary Hughes e Vinny Burns in quel periodo è stato davvero avvincente, tanto che la penna del vocalist inglese, è stata anche notata da un certo Bob Catley per i suoi lavori solisti. Il divorzio da Vinny Burns non ha inciso sulla vita del gruppo, ma è innegabile che dopo questo episodio è seguita una certa flessione. Dan Mitchell è un ottimo sostituto, ma doveva ancora amalgamarsi nella band e con Heresy And Creed è riuscito finalmente ad esprimere il meglio di se da tutti i punti di vista, non facendo rimpiangere assolutamente il suo predecessore. Grande merito della qualità di questo disco, è ovviamente riversabile a Gary Hughes, compositore principe dei Ten, che ha ritrovato finalmente la giusta vena ispirativa e per questo è impossibile non restare ammaliati da un disco di notevole qualità come Heresy And Creed, che nel complesso può risultare una sorta di mix tra Spellbound e Babylon. Anzi, i Ten a differenza del passato si prendono anche dei rischi, non rinnegando la propria tradizione, provando nel contempo ad evolversi con un sound più innovativo, palpabile da Arabia Nights, dove emergono le tastiere di Darrel Treece-Birch, Gunrrunning invece è un brano più tradizionale, che rimarca la pregevole sinergia tra le due asce Dan Mitchell e John Halliwell. La cosa anche piacevole, è che anche se Heresy And Creed non è completamente un concept album, è ispirato completamente alle Guerre Sante, il che rimarca anche lo spessore dei contenuti dei testi, curati in modo minuzioso e figli di un grande studio da parte di Gary Hughes, un vero cultore e questa è sempre stata una caratteristica fondamentale dei Ten che possiamo dire in certo senso che è stata ritrovata. Non da meno è il lato poetico del disco, quello che più rispecchia l'animo profondo di Gary Hughes, intuibile con The Lights Go Down, canzone orecchiabile e trascinante, con un ritornello davvero emozionante. Impeccabile la produzione, grazie ad un suono appropriato a quello che è lo stile dei Ten. Gary Hughes e compagni sono tornati con un grande disco, forse il migliore della loro carriera. Provare per credere.

Voto: 10/10

Maurizio Mazzarella