UT UNO TEMPORE - Intervista a Gianni Belleno


Gianni Belleno (web)

Quando nella seconda metà degli anni 80, durante le scuole superiori, ancora c'era quella sana eccitazione che si provava nel comprare un nuovo disco (in vinile!!!) e poi una volta ascoltato non si vedeva l'ora di parlarne con gli amici, puntualmente si finiva con le solite discussioni… Chi è il miglior chitarrista italiano ? Chi è il miglior bassista ? Chi è…… il miglior batterista ? Bè, per quest'ultima domanda le risposte erano quasi sempre due: Franz Di Cioccio (PFM) e Gianni Belleno (New Trolls)… A distanza di tanti, tanti anni gli appena citati signori picchiano ancora duro e forte !!! Abbiamo l'onore di ospitare su queste pagine web il mitico Gianni Belleno che, lasciato alle spalle l'ennesimo split in casa New Trolls, ci parla del suo nuovo progetto UT Uno Tempore (l'Anima Prog dei New Trolls) che ha messo su con un altro ex Trolls di lusso (Maurizio Salvi). Gianni è entusiasta e crede molto in questa nuova creatura, che gli ha ridato la possibilità di tornare a fare tanta buona musica e dimostrare a tutti ancor una volta quale gran batterista è, ed a quanto pare l'entusiasmo è anche condiviso dal pubblico e da noi di Giornale Metal, naturalmente…

Ciao Gianni. Ben trovato e grazie per la tua disponibilità ! Parliamo subito di questo bellissimo progetto UT Uno Tempore. Ci illustri la sua genesi ? E‟ stata un'idea dell'ultim'ora o è una creazione maturata pian piano ?

-Grazie a te. L'idea di riprendere l'elemento prog nella musica dei New Trolls, nella fattispecie relativamente agli album Ut , Searching for a land, Punto Interrogativo (Canti d'innocenza Canti D'Esperienza) e Ibis, non è stata un'intuizione improvvisa, a dir la verità. Già da qualche tempo Maurizio ed io avevamo in mente di riprendere e rielaborare quei nostri lavori che, magari, hanno segnato solo un breve periodo nella storia del gruppo, ma fondamentale. Un periodo caratterizzato, oltre che da una musica specifica, di sperimentazione, ricerca, contaminazione tra generi, anche da marcate divergenze di linea ed opinione tra i diversi componenti del gruppo: niente di nuovo, parlando di New Trolls. Le stesse divergenze si sono riproposte anche a distanza di anni, dopo il tentativo di ricomposizione della band nei suoi quattro elementi originali. Non sempre è possibile continuare insieme un percorso, così Maurizio ed io abbiamo ripreso l'idea già accennata qualche anno fa: riprendere le radici, “l'anima” prog dei New Trolls.

Insieme a te Maurizio Salvi svolge un ruolo fondamentale per l'economia del gruppo. Come e quando si sono riallacciati i contatti tra voi ? In che modo avete iniziato a dar corpo alla cosa, a provare, a trovare i vostri nuovi compagni di viaggio ?

-Quattro o cinque anni fa Maurizio ed io ci eravamo incontrati e, parlando delle nostre rispettive attività, non potevamo non ricordare gli anni dal 1971 al 1974, un periodo importantissimo per la musica dei New Trolls e nel quale Maurizio ed io abbiamo suonato insieme. Mi diceva di avere in mente un embrione di progetto che potesse riportare quella musica sui palchi di oggi e la cosa interessava anche me. Abbiamo atteso fino al 2011 perché l'idea si concretizzasse, nelle mani e con il supporto di Iaia De Capitani: da parte nostra abbiamo avuto tutto il tempo necessario per valutare il progetto e dargli una conformazione che è quella che, oggi, si riscontra negli UT. L'incontro con Iaia, avvenuto qualche anno prima, al tempo del “Concerto Grosso n°3” di Bacalov con i New Trolls (una reunion poco fortunata…) è stato determinante nel dare una definizione precisa e linee guida alla nostra idea. Fondamentali sono stati anche l'entusiasmo e la voglia di rimettersi in gioco, come ragazzi alle prime armi. Con la differenza di un‟esperienza musicale pluridecennale e validissimi musicisti di supporto.

A proposito, li puoi presentare ai nostri lettori ?

-Claudio Cinquegrana alla chitarra e cori: un'esperienza notevole non solo per il fatto che suona praticamente dall'età di cinque anni, ma anche perché ha suonato sui palchi di grandi artisti internazionali. Fabrizio Chiarelli (Fabri Kiareli): un'anima rock che traspare inequivocabilmente dalla voce..! Alessandro Del Vecchio alle tastiere ed Hammond: ha lavorato con musicisti quali i Deep Purple, Toto, Vanilla Fudge, Chicago, Jethro Tull…e potrei andare avanti finché si vuole! Andrea Perrozzi alle voci e tastiere: una carriera di tutto rispetto nel musical e come autore.

Sembra abbiate intenzione di dar seguito “inedito” a questo live ? State già componendo nuovo materiale ? Quali sono le modalità del vostro processo di composizione ?

-Maurizio ed io ci incontriamo spesso e proviamo molto materiale inedito, lui alle tastiere ed io alla chitarra. Si suona, si parla insieme così, oltre alle musiche, prendono corpo anche i testi. A volte, quando non è possibile vederci, ci viene in aiuto la tecnologia: tracce musicali, ipotesi di arrangiamenti viaggiano via e-mail e danno la possibilità di un approfondimento più meditato. E, comunque, si procede sempre al confronto tra le nostre vedute di lavoro perché ognuno vede aspetti che l'altro considera, magari, in maniera diversa. Un brano nato in un certo modo potrebbe anche uscire con una “veste” diversa per un confronto tra noi ed uno studio più approfondito, una selezione accurata tra molte ipotesi che ci erano venute in mente. Una volta definito il tutto, gli arrangiamenti vengono elaborati con gli altri musicisti degli UT, con le timbriche ed i caratteri specifici di strumenti, voci e singoli musicisti: se sai ascoltare attentamente, in un brano di gruppo riesci a riconoscere l'anima ed il lavoro di ognuno. Credo sia questo che renda grande una band: il fatto che i singoli riescano ad armonizzarsi in un unico progetto, senza perdere o relegare in secondo piano le caratteristiche dell'uno o dell'altro. Credo che tra non molto saremo pronti per le registrazioni, comunque sempre disponibili a prendere in considerazione nuovi apporti e suggerimenti da parte dei nostri colleghi.

Recentemente siete stati in Giappone con i Pooh e Le Orme. Com'è andata la convivenza con le altre band ? Ed il pubblico ? I tuoi ricordi di quest'esperienza…

-Già l'idea di essere in un mondo diverso dalla tua quotidianità ti disorienta. Nel nostro caso, in maniera del tutto piacevole. E' un'esperienza che ha contribuito a formarmi perché mi ha dato la possibilità di arricchimento non solo relativamente all'ambito musicale, ma anche a quello umano. E' impressionante la precisione tecnica con cui tutto era stato organizzato, senza lasciare nulla al caso. Non nascondo di provare nostalgia per la cura in ogni dettaglio che trovavo ogni volta che salivo sul palco: tutto era stato preparato prima del concerto, ai musicisti non restava che suonare e cantare! Ed i musicisti, da parte loro, hanno bisogno di poche presentazioni: quando fai i nomi dei Pooh o delle Orme non ti serve dimostrare le loro capacità: basta sederti comodo ed ascoltare, esattamente come ho fatto io nelle serate successive all'esibizione degli UT. Comodo, in sala, a godere di splendida musica. Devo dire che l'essere sul palco e, il giorno dopo, tra il pubblico mi ha dato la possibilità di sperimentare di persona quanto possa provare chi viene ad ascoltarti: entusiasmo, affetto naturalmente; ma mi ha sorpreso positivamente soprattutto la partecipazione (molti cantavano i nostri brani in italiano, magari senza capire una parola di quanto dicevano..!) e la preparazione. Sanno riconoscere la buona musica e chi sa suonarla nel modo migliore. In questo caso il live non ti dà scampo: ci sei tu, il tuo strumento, i tuoi compagni sul palco e qualche migliaio di persone che ti punta gli occhi addosso, ma sa ricompensarti con un calore unico al termine della tua esibizione. Anche il rapporto con gli altri gruppi è stato fantastico: al di là della musica, del mestiere, una grandissima umanità, voglia di stare insieme, condividere esperienze e…ristoranti, con colossali mangiate di pesce e l'atmosfera serena di essere tra amici.

Parliamo di te. Dopo anni di “forzato controllo” finalmente con UT hai la possibilità di sfogarti ed alla grande. Quali sono le tue sensazioni, come musicista e come batterista, in questo momento ? Quali le differenze tra il lavoro in studio ed il live ?

-Innanzitutto trovo sia fondamentale mettere al primo posto l‟idea stessa del live: niente sequenze o basi pre-registrate. Quello che senti è tutto cantato e suonato in presa diretta. La “clausola” fondamentale della formazione degli UT è proprio la scelta per il live. Magari in studio puoi effettuare tutte le correzioni che vuoi ma, quando sei sul palco, alla fine resta solo quello che in quel momento stai suonando. Errori compresi, se ci sono. E poi il concetto di “prog”, se per questa musica fuori da ogni schema sia mai possibile arrivare a dare una definizione. Il prog come sperimentazione senza vincoli di sorta, il lasciar andare la tua musica al di là di frontiere specifiche quali la durata di un brano, il genere (la musica prog è anche incontro, a volte fusione tra generi magari opposti, come nel caso del Concerto Grosso per i New Trolls), una certa ritmica per cui puoi tranquillamente passare da un 4/4 ad un tempo dispari. Ma, soprattutto, la libertà di non tener conto del trend proposto (e, spesso, imposto) sul mercato dai discografici. Iaia De Capitani ci ha lasciato il più ampio margine di movimento, fidandosi delle nostre capacità e creatività.

Il tuo drum kit è davvero imponente !!! Puoi descriverlo ? C'è qualche sua peculiarità che vuoi evidenziare ai nostri lettori ?

-Nel momento in cui progetti il tuo drum kit devi tener presenti le tue esigenze ed il tuo specifico modo di suonare. Alcune sonorità che mi piacciono in modo particolare, che sento mie e mi rendono riconoscibile tra molti le ottengo solo con una determinata scelta di elementi dalle caratteristiche precise. La scelta per le due casse o per un set di tamburi o tom è finalizzata a quel suono che ho in mente e che voglio ritrovare sul palco e su disco, ma non è solo un discorso tecnico: la preparazione e lo studio sono fondamentali. Il progetto degli UT mi coinvolge a tal punto da dedicare ore di studio al mio strumento per migliorarmi sempre ed offrire il meglio a chi viene a sentirci.

Attualmente ti stai anche occupando di lavori di produzione o sei focalizzato solo su UT ?

-Naturalmente, considerando soprattutto la prossima uscita di un lavoro inedito, gli UT hanno la precedenza sulle altre mie attività.

Ci parli dei tuoi attuali gusti musicali ? C'è qualche genere, gruppo, artista che apprezzi in particolare ?

-Amo tutta la musica…tranne “quella brutta”!!! Scherzi a parte, amo la musica che sa darti emozioni, che riesce a sfiorarti e far vibrare le tue corde più profonde, quella che ti dà il brivido al limite dell‟estasi e quella che ti apre un vuoto dentro che vorresti sparire… In poche parole: quella che riconosci al primo colpo come viva, parte della tua stessa vita.

E tra i tuoi colleghi di strumento, anche stranieri, chi apprezzi attualmente ?

-I gusti di ognuno sono personali e, naturalmente, diversi: da parte mia ammiro molto Dave Weckl.

Gianni, lasciamo perdere i momenti negartivi… Cosa ti porti dentro dei tuoi momenti migliori nei New Trolls ? Quale periodo ricordi con più piacere ?

-Credo che il periodo che va dal 1968 al 1974 comprenda quanto di meglio il gruppo abbia mai realizzato e non solo in termini di prolificità: era il nostro ingegno, la nostra creatività che veniva fuori in maniera del tutto naturale e ci connotava tra tutti gli altri. Nel complesso, la storia di un gruppo quali i New Trolls è stata un insieme caotico di meravigliosi momenti di vita, menzogne, genialità, tradimenti. Quello che porto dentro di quest‟esperienza di oltre quarantacinque anni è solo mio ma, nel bene e nel male, mi ha aiutato a maturare.

Senza nessun riferimento particolare, ma parlando in generale, ti chiedo perché spesso nelle grandi band si parte da amici e si finisce col litigare ? Alla luce della tua lunga esperienza quali sono le cause reali che poi portano a dolorosi split ?

-Credo sia la perdita di cognizione di cosa significhi effettivamente far parte di una band. Può capitare che ci si monti la testa davanti a persone che ti acclamano o falsi “amici” che dicono di fare il tifo per te. Credo che la vera forza di una band come i New Trolls sia data dalla somma del 20% delle personalità e abilità uniche di ognuno dei singoli musicisti del gruppo. Finché il “mix” ha funzionato in maniera equilibrata, tutto è andato nel migliore dei modi. Purtroppo non sempre è stato così…ed i New Trolls hanno fatto la fine che dovevano fare. In maniera dolorosa, ma del tutto logica.

Sei molto presente su web! Trovi stimolante riuscire ad interagire con il tuo pubblico ?

-Credo sia determinante non solo per mantenere i contatti con chi ascolta la tua musica, ma anche per l‟idea di avere una specie di “famiglia allargata” che, spesso, sa anche comunicarti valori autentici.

Quali sono le prossime mosse di Gianni Belleno e quali quelle degli UT ?

-Semplicemente musica, in tutte le emozioni che sa darti. E, soprattutto, essere in pace con me stesso e con tutti.

Gianni, noi qui parliamo principalmente di metal, ma cerchiamo di non farci sfuggire quanto c‟è di buono in Italia, musicalmente… E abbiamo notato con sommo piacere che quando divaghiamo, specie in ambito prog, gli articoli ricevono molto apprezzamento… Ringraziandoti ancora una volta e ribadendoti l‟onore di aver ospitato un musicista leggendario come te sulla nostra testata, lasciamo alle tue parole la chiusura di questa intervista…

-Non posso che ringraziare te e la tua rivista per avermi concesso di aggiungere anche questo momento alla mia esperienza di vita. Il fatto stesso di parlare dei miei progetti attuali mi impone, in maniera del tutto ovvia, di considerare le mie radici: tutto quello che suono oggi contiene l‟esperienza di momenti magari dimenticati, ma che hanno lasciato tracce indelebili dal punto di vista professionale e, soprattutto, umano. Niente è andato perduto, anche se non è più sotto i nostri occhi: la musica sa far affiorare tesori ed anche dolori sommersi, dando loro sfumature uniche, oserei dire terapeutiche. La buona musica fa bene alla vita. Ciao! Gianni Belleno.

Salvatore Mazzarella