DOWNCAST TWILIGHT - Wrath Of The Anunnaki

Stygian Crypt
Ritorno sulle scene per gli inglesi (anche se la band ha origini greche e russe e in formazione troviamo un chitarrista italiano) Downcast Twilight, sempre sotto Stygian Crypt Productions, che con questo lavoro affrontano nuovamente tematiche dedicate alla storia e alla mitologia. Se nel debut “Under The Wings Of The Aquila”, come si deduce dal titolo, si narravano le gloriose gesta dell’Antica Roma, in questo “Wrath Of The Anunnaki” si va indietro di secoli, nella Mesopotamia, culla dei Sumeri e delle loro divinità. Degli Anunnaki e della loro ira si parla in questo album che, musicalmente affonda le radici nel death, innestando parti folk, mentre dal punto di vista lirico attinge in maniera abbondante dalla mitologia. Ed è così che le partiture musicali accompagnano questa sorta di viaggio in un mondo che fu, tra fasi felici e devastazioni, non ultima il Gran Diluvio che spazzò via ogni cosa. Questo viaggio, di quasi un’ora, svela al suo interno le varie anime delle band, ora estrema, ora sognante come in “Lost Book Of The Stars”, dove la voce femminile da l’ultimo saluto al divino re Gilgamesh, pianto ,ma anche osannato; partito per un lungo viaggio metaforico (chi conosce la mitologia sumera, sa che egli, dopo 126 anni di regno, viene assunto a divinità e il suo viaggio null’altro è che un’introspezione nella quale verrà evidenziata la caducità dell’uomo e la vana ricerca della vita eterna), il brano è arricchito da un assolo chitarristico, che mai ti aspetteresti da una band simile. L’epicità di brani come “Elder Terrors Of The Deep”, anch’essa farcita da un assolo, ci riporta nuovamente alla vita, con un incalzare che non da spazio, né musicalmente, né liricalmente, ma è solo uno sprazzo, perché subito dopo si cambia direzione, con un brano come “Master Of The Serpent”. A chiudere il lavoro, un lungo, forse troppo, recitato con orchestrazione, che ti lascia una sensazione di incompiutezza… Tante sono le idee buone, ma, questa volta, sono, non sempre, ben amalgamate e legate fra loro. Questo sia chiaro non è uno stroncare il lavoro, perché racchiude in se tanti spunti interessanti, ottimi assoli e fraseggi, ritmiche serrate e spunti di riflessione, nell’attesa di scoprire quale cultura omaggeranno nel loro terzo album, vi invito ad intraprendere questo viaggio nel mondo che fu e vi accorgerete che certe culture, non sono così poi lontane dalla nostra. 

Voto: 7/10

Francesco Yggdrasill Fallico