22 novembre 2019 – Black Widow presenta Prog Night con Il Segno del Comando

Piove ormai da oltre un mese, e con una coppia di folli al mio pari decidiamo di sfidare la sorte e di fare una “capatina” a Genova. La partenza “intelligente è nel pomeriggio presto, ma causa maltempo arriviamo a Genova verso le 16.30 incontrando code e traffico, soprattutto in prossimità della città di destinazione. Il primo appuntamento è la visita al negozio della Black Widow, un cult ed un must per i veri patiti ed intenditori musicali. Un abbraccione al vecchio amico Pino che mi fa visitare anche il magnifico retrobottega, con tanto di magazzino e ufficio personale del BOSS, da buon collega ci scambiamo opinioni sul mercato e sulle vendite... io sono anche interessato a comprare un disco di ricordo, cosa che per mancato tempo non riesco a fare (cosa NON da me…) Anche qui piove e ci dirigiamo a piedi (siamo nella zona vecchia della città, una meravigliosa città, che mi dispiace aver visto così poco, ma gli impegni sono altri stasera… Arriviamo al teatro “La Claque” senza molte difficoltà, anche perché i miei due compagni di viaggio conoscono molto bene la strada essendo venuti molte volte a vedere i concerti qui. Diciamo che il novellino sono io… il tempo di vedere com’è il teatro, i saluti con Diego ( ISDC )e decidiamo di mangiare qualcosa al ristorantino vicino aspettando le ventuno, ora in cui comincia la serata. Mentre aspettiamo le nostre pizze impossibile non parlare della buonissima focaccia con taleggio. Okkio che la recensione potrebbe finire qui, sviolinando tutti i termini possibili ed inimmaginabili su questo cibo “grazia di Dio” che mi si presentato nel piatto… ok, torniamo al locale, il mio compagno di viaggio aveva prenotato un tavolino centrale in prima fila, dal quale ci siamo goduti il concerto. Alle 21.40 circa inizia il concerto della prima band, che si protrarrà tra alti e bassi fino quasi alle 23.30 circa. Le danze sono aperte dai Runaway Totem band di due elementi che fanno molto usa di elettronica ed effetti. Il loro spettacolo Ha avuto dei picchi di livello nelle fasi di ricerca e in quelle più psichedeliche, il loro set (al mio orecchio da infame) risulta essere lunghissimo al limite del noioso, ma ha (sempre a parere mio) lacune in quanto non sempre il suono desiderato dai due artisti è quello che esce dalle macchine che a volte tardano a rispondere o rispondono in modo grossolano ed approssimativo. Chiudono il lunghissimo set con un loro personale rifacimento di “A love supreme” di Coltrane in omaggio a due persone che non ci sono più… Eccoci finalmente al motivo principale del nostro pellegrinaggio a Genova: il concerto de Il segno del comando. Esce anche in questi giorni la ristampa in vinile e cd digipack del bellissimo disco di esordio, quindi per l’occasione suoneranno sul palco anche i membri delle passate formazioni della band. Il concerto si apre con Messaggero di pietra, un bel brano che grazie ad un bel tapping di basso lascia spazio a tastiere e chitarre di evolvere i loro discorsi sonori, si prosegue poi con Ritratto di donna velata, dove i chitarristi cominciano a far vedere quanto valgono, per chi non li ha mai visti dal vivo, devo dire che la band possiede un frontman vocale un po’ introverso, ma che sa donare emozioni con la sua voce molto calda ed interpretativa, un buon batterista, un bassista di tutto rispetto che genera groove e li mantiene in loop con precisione e tocco costanti, un buon tastierista che crea tappeti sonori interessanti e due ottimi chitarristi solisti. Ho ancora in mente il ritornello di Taverna dell’angelo, un gran bel pezzo dove le trame sonore in susseguono una all’altra creando emozioni. Posso ricordare male, ma mi sembra che nel mezzo di questo pezzo i due chitarristi in tono scherzoso di scambiano assoli ad alto contenuto tecnico, giocando e scherzando tra loro, come soli due amici che suonano insieme da tempo fanno. Il piacere di vedere questa band (per me purtroppo era la prima volta) suonare è totale, in quanto vedi la macchina “che va avanti da sola”, mentre la band sul palco si diverte e se la gode alla grande. Stessa cosa dicasi per Ghost Lovers in Villa Piuma. Ma le sorprese della serata non sono ancora finite: i due chitarristi abbandonano il palco accompagnati dal batterista e salgono i membri che all’epoca hanno cominciato con Diego (è lui stesso a presentarli) l’avventura Il Segno Del Comando. La band cambia improvvisamente la sua anima, ci suonano Missanigra, Magia Postuma e Salmo XXVII. Gli “amici di un tempo” tornano a suonare insieme in un tripudio di note e suoni che all’unisono suonano come una cosa sola, creando una sorta di magia all’interno delle note stesse. I chitarristi ed il batterista hanno uno stile completamente diverso dai musicisti attuali, ma un carattere ben definito, che mette in nuova/vecchia luce la band, donandole storia e prestigio. Ansietà vede il ritorno sul palco degli strumentisti attuali, altro gran brano che anticipa un’ulteriore sorpresa con Il calice dell’oblio: viene chiamato a cantare Dorian, facente parte di una band genovese. Pensavo la solita comparsata, invece mi sono dovuto ricredere immediatamente: un carisma, una carica, una espressione interpretativa del brano col corpo come pochi, un atteggiamento unico per una persona che al primo impatto mi è parsa semplice e genuina. Quante impressioni da quest’uomo in pochi minuti, notare che non ho ancora parlato ne della sua voce ne del suo modo di cantare, cosa che a questo punto ritengo superflua… basti dire che mi sono sentito in dovere di fargli i complimenti più sinceri per la sua performance. Dopo aver suonato la stupenda Nel labirinto spirituale, eccoci alla “brutta notizia”: La band ci saluta con Il mio nome è menzogna, che ancora mi ronza nella testa. Resoconto della serata: Bellissima atmosfera, ottimo concerto, bravissimi strumentisti. Finito il concerto mi complimento con la band e con i chitarristi in particolare, mi sono anche sentito dire: Grazie che durante i pezzi del concerto mi hai caricato un sacco!! Ma grazie a voi ottimi strumentisti, dopo l’essere belle persone speciali ed uniche. Speriamo di rivederci presto !! La strada è lunga ora, ci aspetta l’attraversamento della città vecchia a piedi sotto un diluvio, una multa per mancata esposizione del tagliando del parcheggio, un ingresso in autostrada col rischio di rimanerne fuori, circa duecento km di autostrada con allagamenti e pioggia torrenziale, nonché una volta arrivati a casa tornare al lavoro… ma ne è valsa la pena … eccome se ne è valsa la pena… Un particolare ringraziamento a Ulisse Carminati che ha insistito a più riprese per farmi vedere questa band live. 

Facchinetti Flavio