RAINER LANDFERMANN - Mein Wort in deiner Dunkelheit

Autoprodotto
La foto di copertina di questo album è in antitesi con quello che viene proposto, per la serie “Non giudicare mai un libro dalla copertina”. L'album dal titolo “Mein Wort in deiner Dunkelheit” è il lavoro solista, e di debutto, di Rainer Landfermann che è stato già sentito e conosciuto con le band Pavor e Bethlehem, uno dei cantanti con la voce più malata ed estrema sentita da un essere umano, almeno secondo molti. Il lavoro è mix di arte visiva e di musica estrema con scelte avant garde tutt’altro che facilmente digeribili. Tanto che ogni traccia ha la sua immagine all’interno di un booklet che pare quasi più un libro di fotografia con dei testi che fanno da didascalia alle immagini artistiche. Musicalmente quello che Rainer ha fatto è miscelare quelle che sono le vocalità tipiche del depressive black metal, per cui urla strazianti e tirate allo stridulo più alto possibile, con del singspiel, dei sussurri e delle parti quasi cantate passando per urla gutturali ed ancestrali con delle composizioni che spaziano dal jazz al dark, con un occhio di “riguardo” verso Sopo Aeternus, passando per del doom rallentato a tracce più tipicamente metal. La produzione va bene, pur avendo delle scelte tipicamente pop, dato che la voce è particolarmente “in avanti” rispetto al resto delle strumentazioni. Le dieci tracce sembrano richiedere un bel po' di tempo per poter essere apprezzate e comprese, pur essendo un lavoro di circa quaranta minuti è tutt’altro che immediato e di facile comprensione. Sarà forse che sono non propriamente giovane, ma queste scelte “estreme” di risoluzione sonora, principalmente per la voce, mi lasciano con l’amaro in bocca. Credo che con un altro registro canoro e con delle regolazioni diverse in mix avrebbe ottenuto un lavoro migliore, o quantomeno più “edibile e digeribile”. Essendo questo un lavoro d’esordio, se pur di un nome della scena metal estrema, ci si aspetterebbe ben altro. A meno che Rainer non sia minimamente interessato alla “fama” ma solo a far uscire il materiale secondo i suoi canoni ed i suoi piaceri; sotto questo frangente lo capisco, ho fatto in passato anche io scelte artistiche di questo tipo per cui posso comprendere che con buona probabilità questo esordio solista sia primariamente uno sfogo artistico personale ed introspettivo. Sappiate che il cd fisico con art book annesso è in edizione limitata a 500 copie, se poi volete il digitale c’è opportunità di averlo, ma ovviamente il libro di foto ve lo perdereste. Concludendo, non riesco a dare voto dato che risulta più un lavoro personale e ammetto che pur avendolo ascoltato più volte non riesco a farmene una ragione, escludendo le parti tecniche. Di certo questo è un lavoro per chi ha piacere e nell’avant garde più sperimentale e nella musica più estrema. 

Voto: S.V. 

A.S.