Iron Maiden, Steve Harris: "Ecco il vero significato del nome della band..."

Gli Iron Maiden sono indubbiamente una delle più grandi band heavy metal della storia e sin dagli inizi avevano ben chiaro in mente lo stile musicale che avrebbero voluto suonare. Lo ha confermato il bassista Steve Harris in una nuova intervista per Rolling Stone.

“Tutti ormai sanno che il nome Iron Maiden deriva dallo strumento di tortura del quale si parla nel romanzo ‘La maschera di ferro’ di Alexandre Dumas. La canzone che ha lo stesso titolo, invece, indica l’attitudine che avevamo in quel periodo – ha spiegato – ossia andare là fuori e fare ciò che volevamo, ma di base senza fare prigionieri. Ovviamente eravamo giovani e affamati e avevamo l’adrenalina. Cercavamo solo di suonare veloce, musica heavy con tanta melodia. Non c’era molta gente che suonava la roba che stavamo suonando noi. Siamo stati fortemente influenzati da musicisti come Wishbone Ash per quanto riguarda le chitarre melodiche. Ma noi avevamo il fuoco dentro”.

In tanti hanno accostano gli Iron Maiden al punk ma in realtà questo genere non è mai stato tra le loro fonti d’ispirazione: “Molte persone hanno frainteso il nostro modo di suonare scambiandolo per roba punk, ma in realtà non ci è mai piaciuto il punk. Tra l’altro, i punk di allora non erano in grado di suonare i loro strumenti come quelli più recenti. Penso fosse naturale per noi essere dei musicisti veloci proprio per quell’adrenalina. Non è che ci siamo seduti e ci siamo detti ‘Oh, suoniamo veloce’ - ha detto ancora - Inizi con quell’adrenalina, poi sali sul palco ed è ancora più veloce di quando eri in studio di registrazione. Spesso può sfuggire di mano, ma l’energia durante uno show a volte può essere davvero sorprendente. Non è mai stato premeditato”.

Steve Harris ha poi spiegato perché tante canzoni della band trattano il tema della guerra: “Sono cresciuto con l’amore per la storia, era una delle mie materie preferite a scuola, quindi molto deriva da questo – ha spiegato – si tratta semplicemente di essere affascinati dalle cose orribili che le persone sono capaci di farsi l’un l’altra e la posizione che la gente comune assume nei confronti di cose con le quali normalmente non ha a che fare. Io provo rispetto – ha concluso – per chiunque sia costretto ad andare a fare quel che si deve fare per proteggere il proprio paese".

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