CAYNE, "Beyond The Scars rappresenta una rinascita"

Siete appena usciti sul mercato discografico con un nuovo album in studio, potete presentarlo ai nostri lettori?

Volentieri! Per noi Cayne “BEYOND THE SCARS” e’ piu’ di un nuovo album. Rappresenta una rinascita, un risveglio, un nuovo capitolo per la nostra band dopo un lungo silenzio durato quattro anni. Sono stati anni tormentati, durante i quali siamo cambiati e cresciuti e abbiamo iniziato a scrivere nuova musica, alimentando il progetto con nuova linfa nonostante tutte le difficoltà che abbiamo dovuto attraversare e che ci hanno segnato lasciandoci numerose cicatrici. Ma la musica ci ha permesso di andare oltre, e da qui anche il titolo dell'album.

Come è nata la vostra band e quali sono le vostre origini?

I Cayne nascono ad opera di Claudio Leo e Raffaele Zagaria, ex-chitarristi e fondatori dei Lacuna Coil, quando decidono di abbandonare la band all'indomani dell'uscita dell'omonimo cd per la Century Media. Claudio e Raffaele hanno raccolto subito le proprie forze per dare vita ad una nuova band chiamata Cayne, che immediatamente suscita l'interesse di molte label italiane e straniere. Dopo molte offerte, il gruppo firma un contratto con la Scarlet di Milano per registrare un album. La prima uscita è il full lenght "Old Faded Pictures" del 2001. Tuttavia, dopo il tour di promozione dell’album, la band si scioglie. E’ grazie all’incontro tra Claudio Leo e Marco Barusso (chitarra e produzione) che il progetto rinasce nel 2007 e che vede i Cayne riformarsi con Giordano Adornato (voce), Andrea Bacchio (basso), Giovanni Lanfranchi (tastiera e violino elettrico) e Guido Carli (batteria). Nell’ottobre 2011 abbiamo pubblicato un EP dal titolo “Addicted”, la cui promozione viene supportata da un tour italiano in apertura agli amici Lacuna Coil che ha toccato tutti i principali club della penisola. Parallelamente all’attivita’ live, ci siamo dedicati alla produzione del nuovo album “Cayne” che viene pubblicato nel 2013 dalla label olandese Graviton. L’uscita del nuovo lavoro e’ stat purtroppo funestata dalla scomparsa del nostro Claudio Leo, da tempo malato gravemente. Ma e’ proprio la volonta’ di diffondere la musica di Claudio e dei Cayne che ci ha portato a partire per un tour di 18 date in tutta Europa in supporto ai Viza, band folk metal statunitense. Nel 2014 si unisce ai Cayne il chitarrista Diego Minach, che va a completare la line-up arricchendo il sound della band e portando nuove idee.Tuttavia nel 2015, a causa di divergenze artistiche, Barusso e Carli abbandonano la band e i Cayne decidono di prendere un periodo di pausa per rimettere insieme i pezzi. Il 2016 rappresenta per noi l’anno della rinascita: si unisce alla band il giovane batterista Giovanni Tani e ci chiudiamo in studio sotto la supervisione di Diego Minach in veste di produttore. Il risultato è BEYOND THE SCARS.

Come è nato invece il nome della band?

Il nome della band è a nostro modo un omaggio alla figura di Caino, il "cattivo" per eccellenza che è però, a nostro avviso, una figura molto complessa. Una figura dalle mille sfaccettature, un po' come la musica dei Cayne.

Ci sono delle tematiche particolari che trattate nei vostri testi o vi ispirate alla quotidianità in genere? Che peso hanno di conseguenza i testi nella vostra musica?

(Giordano autore di tutti i testi n.d.r.) Ho scritto i testi delle nuove canzoni negli ultimi due anni, che sono stati i piu’ difficili e intensi della mia vita. Ho attraversato dolori, tradimenti e frustrazioni, che hanno ispirato quasi tutti i brani di questo album. Scrivere per me rappresenta una rinascita. Sono andato “oltre le cicatrici” con l’intenzione di raggiungere quanto piu’ pubblico possibile con la musica dei CAYNE, e diffondere queste fantastiche canzoni di cui siamo fierissimi

Quali sono gli elementi della vostra musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del vostro nuovo album?

Questo nuovo lavoro e’ caratterizzato dalla potenza di suono tipica dei CAYNE portata ad un livello superiore. Le grandi doti vocali di Giordano creano indimenticabili melodie arricchite da un ampio uso di elettronica e sintetizzatori, cosi’ come da una massiccia presenza del violino, molto piu’ incisivo rispetto ai dischi precedenti. Brani come “Slave”, “No Answers from the Sky” and “One More Chance” immergono l’ascoltatore nella profondita’ dei testi, grazie alla voce calda, graffiante e poliedrica di Giordano. Abbiamo trascorso molto tempo studiando attentamente il sound che volevamo, specialmente per la sezione ritmica e le chitarre. Questa ricerca ha comportato un grande lavoro di gruppo e ha dato a Diego le line guida per produrre un disco il cui suono ricco e d’impatto ci soddisfa molto.Tra gothic, metal e rock la musica dei CAYNE e’ davvero per tutti, sia per il connubio tra potenza e melodia che per i testi ricchi ed evocativi. 

Come nasce un vostro pezzo?

A differenza del passato c’è stato molto più lavoro corale sulla stesura delle parti musicali, mentre la stesura dei testi è stata affidata interamente a Giordano (voce). Ci siamo presi il tempo necessario per lavorare più a lungo tutti insieme sulla maggior parte delle partiture e sugli arrangiamenti, inserendo ognuno di noi il proprio gusto e le proprie emozioni. Questo album nasce innanzi tutto dalla nostra forte passione che abbiamo per la musica e che, complice una forte motivazione a trovare riscatto dalle molte avversità che abbiamo dovuto attraversare (come band cosi come nelle nostre vite private), è sfociata in una nuova fase creativa che ci ha coinvolti tutti quando ci siamo ritrovati in sala prove per lavorare sulle idee che ognuno di noi aveva preparato da solo a casa. Tutto questo ha creato un clima di affiatamento e di intesa mai sperimentati prima (prima si lavorava molto di più stand alone, scambiandoci i file via mail). Sembra una frase fatta ma credimi, non è cosi, siamo molto soddisfatti del risultato finale, ottenuto all’affiatamento e grazie alla produzione affidata a Diego Minach (il nostro chitarrista) che ha saputo cogliere da tutti noi il meglio, lasciandoci “sperimentare” e mettendoci a nostro completo agio durante tutte le fasi delle recording sessions. E’ stato veramente stimolante e gratificante e tutto questo è stato interamente riversato nelle tracce: credo che questo “flusso positivo” si percepisca durante l’ascolto dell’album.    

Quale è il brano di questo nuovo disco al quale vi sentite particolarmente legati sia da un punto di vista tecnico che emozionale?

In realtà per vari aspetti siamo legati ad ognuno dei 12 pezzi che compongono Beyond The Scars, perché ognuno di essi racconta un po’ di noi e delle nostre “visioni”, c’è dentro tanto lavoro e molta passione. Se dovessimo però citare alcuni brani ai quali siamo più legati ti direi sicuramente la opening track, “No Answers From The Sky” perché lo abbiamo sviluppato partendo da un arpeggio che ci ha lasciato Claudio e che fino ad ora non avevamo ancora trovato il giusto equilibrio emotivo per riprenderlo e finalmente realizzarlo. Poi senza dubbio “The Asylum Of Broken Hope” che è nata da Diego e che, quando ce la fece sentire la prima volta in sala prove, ci fece capire che avevamo finalmente ritrovato il giusto feeling tra di noi e che eravamo pronti per tuffarci nella meravigliosa avventura della scrittura del nuovo album.

Quali band hanno influenzato maggiormente il vostro sound?

Le influenze arrivano veramente da ogni tipo di genere e da ogni tipo di musicisti: siamo tutti ovviamente fan dei classici gruppi rock, hard rock e metal che inevitabilmente ci portiamo nel nostro background,  poi ognuno di noi ha le sue influenze che vanno dalla classica al prog, al metal estremo passando per elettronica, folk, pop, fusion e per qualunque tipo di buona musica esista ahahahah.  Ognuno di noi ha poi propri “eroi” tipo Plant, Coverdale, Steve Vai, Satriani, Paco de Lucia, Tommy Emmanuel,  Marc Wood, Steve Harris, Jaco Pastorius (giusto per citarne qualcuno). Tutte queste influenze variegate e provenienti da ogni genere vengono inconsciamente rielaborate ed amalgamate insieme, contribuendo a dar vita al sound dei Cayne. 

Quali sono le vostre mosse future? Potete anticiparci qualcosa? Come pensate di promuovere il vostro ultimo album, ci sarà un tour con delle date live?  

Per ora vorremmo trovare nuovi canali e circuiti che ci possano far conoscere a nuovi possibili fan e continuare la promozione di Beyond The Scars. Per un nuovo album è ancora presto, abbiamo da parte alcune idee che sono a livello embrionale e che svilupperemo con la dovuta calma tutti insieme in sala prove, cosi come abbiamo fatto con Beyond The Scars e il risultato a noi è piaciuto tanto, e speriamo sia cosi anche per chi lo ascolterà.

E’ in programma l’uscita di un album dal vivo o magari di un DVD?

Stiamo pensando di fare qualcosa sì, ma qualcosa di un po’ diverso da quanto fatto finora, però non possiamo svelare altri dettagli al momento, vorremmo che fosse una sorpresa.

Come giudicate la scena musicale italiana e quali problematiche riscontrate come band?

Difficile rispondere. Da un lato ci sono tantissime band, tanta gente che suona e che ha voglia di suonare, tante persone capaci che producono ottima musica, dall’altro è sempre più complicato trovare date e soprattutto avere tanta partecipazione da parte del pubblico. Spesso la partecipazione è un “parteciperò” alla pagina evento su Facebook che si traduce in un’assenza poi di fatto, non vale solo per i Cayne ma per tutte le band. Speriamo che questa tendenza cambi e si torni presto al piacere dei concerti.

Internet vi ha danneggiato o vi ha dato una mano come band?

Se da un lato la diffusione di piattaforme tipo deezer o spotify, giusto per citarne solo alcune, ha consentito a chiunque di poter rendere disponibile la propria musica praticamente a tutti, creando di fatto “l’illusione” di poter essere visibili al mondo intero, di fatto se non ci sono a supporto campagne di marketing e targetizzazione mirate (e costose), equivale ad essere un granello di sabbia in un oceano. E’ molto difficile i che qualcuno che non ti conosca direttamente o per passaparola possa arrivare alla tua musica, anche se play list e comunanza di generi posso in piccola parte veicolare fino a te l’ascoltatore che ha gusti affini alla tua proposta. Per non parlare poi delle royalties che sono praticamente pari a zero: a una band  non mainstream (per non dire sconosciuta) queste piattaforme non restituiscono praticamente nulla in termini di proventi dovuti come diritti di copyright sulla diffusione della propria musica. Se a questo poi si aggiunge che le quote devono essere spesso ulteriormente ripartite tra editore, compositore ed autore non resta praticamente nulla.

Il genere che suonate quanto valorizza il vostro talento di musicisti?

Assolutamente sì, non è affatto facile suonare il “Rock ‘n’ roll” ☺è un genere molto fisico, che va suonato con grande precisione, bisogna allenarsi parecchio per garantire una performance all’altezza. Gli standard ormai sono molto elevati e questo è un bene perché la qualità si è alzata ma ci vuole “un fisico bestiale” per uno show come si deve! Ne siamo ben consapevoli e lavoriamo sodo curando ogni aspetto. \m/

C’è un musicista con il quale vorreste collaborare un giorno?

Elio e Le Storie Tese!

Siamo arrivati alla conclusione. Vi va di lasciare un messaggio ai nostri lettori?

Come diceva Claudio: State metal! \m/

Maurizio Mazzarella