ICHOR - Hadal Ascending

Unholy Conspiracy Deathwork
Dalla splendida Germania, arrivano delle ventate di nebbia fitta, un cielo nero come la pece, e odore di morte. Sì, e tutto questo lo portano gli Ichor, band dedita a un sulfureo e marcio death metal con innesti melodici, sempre a base di colori piuttosto scuri come la notte, illuminata solo dalla lune della luna. Queste le sensazioni avvertite non appena iniziano i brani di questo nuovo Hadal Ascending, album che andrà ad alimentare sempre più la fiamma infernale che ognuno di noi porta nel profondo del proprio Io. Le tracce si dividono in assoluta armonia, nera, tra mid tempo caotici e soffocanti, blast beat assolutamente dinamitardi. I riffs di chitarra sono serrati, compatti e taglienti, con una chirurgica tecnica che va a impreziosire ogni singola nota. La registrazione effettuata poi agli Hertz Studio, in Polonia, dove vi hanno registrato band del calibro di Behemoth, Vader, va a confermare ancor di più il valore di questa spettacolare realtà tedesca, che con Hadal Ascending va a sigillare il quarto capitolo della propria carriera. Da notare che, oltre alle varie perle nere come Tales From The Depth, Black Incantation, Black Dragons (assolutamente tre brani da incorniciare), all’interno di questo lavoro si trova anche del malato e sulfureo death doom con A Glowing In The Dark. Dieci brani presenti, per una durata che sfiora i cinquanta minuti, dove la band mette in mostra un particolare e personale gusto per tutto quello che è marcio, malato e dannatamente brutale. Senza alcuna esitazione, noi potremmo dichiarare che Hadal Ascending si candida come uno dei migliori album del genere, di questo 2018, ormai giunto alla fine. 

Voto: 10/10

Sandro Lo Castro