BOHEMIAN RHAPSODY - Il Film

GK Films
Per approcciarsi a Bohemian Rhapsody, anche il fan più sfegatato dei Queen, deve dimenticarsi la biografia della più grande rock band della storia e comprendere di essere di fronte ad un film e non ad un documentario su Freddie Mercury. Solo in questo modo, si potrà apprezzare al massimo qualcosa di assolutamente straordinario. Si, perché non esageriamo se definiamo Bohemian Rhapsody un vero e proprio capolavoro mettendo insieme una sorta di cultura cinefila con la conoscenza in campo musicale. Certamente chi conosce in maniere dettagliata la vita dei Queen noterà in ogni frangente delle sfumature non in linea con il percorso complessivo della band, ma come precedentemente anticipato, siamo di fronte ad un film e per questo viene dato ampio spazio alla fantasia, aspetto che rende Bohemian Rhapsody ancora più perfetto della realtà. Un film infatti, deve mantenere sempre elevato il proprio effetto emozionale e la caratteristica principale di questo racconto, in un certo senso, è che dal primo fotogramma sino alla fine, attrae lo spettatore facendolo sentire parte di esso. Questo non è un particolare di poco conto, visto che per realizzare questo film ci sono voluti in un certo senso circa otto anni e sono stati cambiati diversi registi. Alla fine infatti viene accreditato Bryan Singer, ma la realizzazione finale è stata opera di Dexter Fletcher che non è stato accreditato.

Bohemian Rhapsody racconta la storia dei Queen dagli esordi, da quando un giovane Freddie Mercury, umile scaricatore di valige in un aeroporto, figlio di una famiglia emigrante stabilita in Gran Bretagna, entra negli Smile, fino ad arrivare alla storica esibizione del Live Aid. E già qui qualcuno storcerà il naso, perché sono tante le cose che i Queen hanno fatto successivamente, come Live At Wembley ad esempio e perché la parte finale della vita di colui che si chiamava Farrokh Bulsara non viene neanche accennata. Ma probabilmente era questo che i resti della band volevano, ovvero cercare di far trasparire la grandezza della loro musica e la parte interiore del protagonista, anziché fare un filmetto di pettegolezzi basato sui temi dell'omosessualità e dell'AIDS.

Il film dal un punto di vista degli effetti speciali è qualcosa di straordinario, soprattutto nelle parti live, dove vengono riprodotti anche i minimi particolari e chi conosce i live storici della band, non farà molta fatica ad immedesimarsi. Certamente tante situazioni a cospetto della realtà sono state romanzate. Come le forti frizioni in famiglia, oppure il momento di crisi all'interno della band dovuto al legame di Mercury con Paul Prenter. E' invece riprodotto in modo dettagliato il legame con Mary Austin, come risulta inoltre perfetta la prestazione dei singoli attori, assolutamente identici alla realtà, in particolare di Rami Malek, che impersona Freddie Mercury facendolo rivivere in modo impressionante.

Geniale la scelta di affidarsi nelle parti cantante in minima parte a Malek, ma per la maggiore a delle registrazioni reali oltre che ad un imitatore di origine canadese di Mercury, talmente perfetto, che solo il buon Freddie può essere ancora più perfetto. I puristi storceranno il naso su diverse incongruenze con la realtà. Per esempio che Deacon non entra in contemporanea con Mercury nella band, che Ray Foster è un personaggio fittizio ispirato al manager della EMI, che Live Aid non è affatto un concerto di reunion, che i tempi cronologici di alcune canzoni non rispecchiano la realtà, ma soprattutto la temporalità della malattia di Freddie Mercury che non collima con la vita del cantante. Un aspetto che consente di tagliare completamente il rapporto privato con Rudolf Nureyev che non viene citato minimamente.
 
Traspare invece l'amore per i gatti, la bellezza della Garden Lodge e di quanto intimamente Freddie abbia sofferto intimamente in alcune circostanze. Boheamian Rhapsody ha un merito, quello di far comprendere la grandezza dei Queen soprattutto a chi non li conosce e tratta determinate tematiche con il giusto tatto ed un rispetto reverenziale che si deve prima all'uomo e poi all'artista.

In molti oggi si scoprono fan dei Queen senza averli mai ascoltati nella loro vita, molti giovani ragazzi li ascoltano solo perché è uscito il film, ma francamente è meglio che i nostri ragazzi ascoltino i Queen in qualsiasi modo, rispetto a tanta musica che con tutta la buona volontà non è neanche paragonabile a quella di Brian May e compagni. Tra l'altro alla stesura hanno partecipato sia May che Roger Taylor ed in parte Deacon, anche se per privacy il bassista non è più voluto comparire. Personalmente lo ritengo un film da premio Oscar, soprattutto per le prestazioni degli attori, Malek e Gwilym Lee che impersona Brian May su tutti. Grande film, da vedere assolutamente!

Voto: 10/10

Maurizio Mazzarella