BURN THE PRIEST - Legion XX

Nuclear Blast
Sotto il nome Burn The Priest, per chi non lo sapesse ci sono i Lamb Of God, che per festeggiare i loro venti anni di attività hanno ben pensato di dare alle stampe un album di sole cover, sotto il loro vecchio e primo moniker. Mossa alquanto priva di mordente e secondo chi scrive assolutamente evitabile tra l’altro per un'occasione del genere, il festeggiamento di due decadi, che poi ormai sono anche ventiquattro gli anni passati a dirla tutta. Di positivo possiamo trovare solamente la voglia della band di esternare così prepotentemente le loro influenze musicali. A qualcuno potrà sicuramente far piacere ascoltare un pugno di brani rifatti in modo esemplare, ma come dicevamo prima, non hanno alcun appiglio, tranne qualcuno come nel caso di Inherit The Earth degli Accused, We Gotta Know dei grandi Cro-Mags. Tra tutte le canzoni presenti, forse da segnalare in modo marcato c’è solamente One Voice dei mitici Agnostic Front, qui resa davvero brutale e trascinante dai Burn The Priest. Alla lista delle band cui la band ha reso omaggio ci sono: S.O.D. di cui rifanno Kill Yourself, Axis Rot scritta dai Sliang Laos. Da non dimenticare anche Honey Bucket dei Melvins. Allora, a dire la verità, di per se le versioni di tutte queste canzoni come abbiamo già scritto non sono così cattive, ma è il contesto che non si riesce a digerire probabilmente, non riusciamo a focalizzare quale intento ha avuto la band nel fare una mossa del genere, rischiando di oscurare un po’ la loro visibilità. Ma come diciamo sempre: Ognuno è libero di fare come meglio crede, anche se poi deve ovviamente mettere in conto che qualcuno potrebbe storcere il naso. Un vero peccato per una band del loro calibro. Se questi brani li avessero messi come un dischetto bonus , sarebbe stato una goduria, ma noi purtroppo non crediamo sia un’operazione molto valida per festeggiare quel tipo di ricorrenza. Consigliato solo agli appassionati dei Lamb Of God, che troveranno forse qualcosa di veramente valido e divertente. 

Voto: 4/10

Sandro Lo Castro