FIVE FINGERS DEATH PUNCH - And Justice for None

Eleven Seven Music Group
Gli americani Ffdp, così abbreviamo il loro nome, sono ormai una realtà ben assodata del panorama metal moderno. I nostri fanno parte di quella compagine che viene definita la New Wave Of American Heavy Metal; i nostri non sono dei novellini, anzi, hanno un’esperienza notevole, e sono molto seguiti da giovani e meno giovani. Uno dei punti di forza della band guidata da Ivan Moody e Zoltan Bathory, è di puntare su brani dall’impatto potente, facendo molta attenzione al bilanciamento tra groove e melodia. L’opener “Trouble” rende bene cosa vogliono i nostri, up tempo dai riffing moderni e compressi; il nostro Ivan Moody, ha una vocalità molto varia che passa da toni parlati, allo scream ad aperture melodiche nell’inciso. Produzione potente e compressa da spessore e rende il tutto bombastico, i due axemen si fanno notare i sede di assolo, ottima apertura. “Fake” è tellurica e potente, chitarre groovy, serrate e con un andazzo rabbioso, i nostri non si perdono in ricamini ma vogliono colpire duro come sempre. Brano che è moderno, incalzante, retto magistralmente dal singer e dalla band che colpisce con un sol uomo. “Sham pain” è caricata a mille col groove, riffing potenti, up tempo, suoni moderni; Moody si diverte con ironia (perché la band ha anche questa caratteristica),usando toni rappati a chorus melodici che dal vivo faranno sfracelli. Brano che ti trascina; l’apertura melodica, non stona affatto, anzi, ti fa preparare all’headbanging, ottimo solo a corredo del brano. “Blue on black” ci mostra la faccia dolente, malinconica di questa formazione; brano lento, dai toni “grunge”, con chitarre acustiche; il singer usa un tono dimesso per poi esplodere nell’elettrico inciso. Un brano che ti conquista per una scrittura inattaccabile; il bilanciamento dei toni che passano dall’acustico all’elettrico è perfetto e sentitevi i solos in armonizzazione. Con “It doesn’t matter” si torna a colpire duro, violento e pesante; up tempo serrato, possente come una mazza ferrata sui denti. Brano che bilancia aggressività e melodie aperte nel ritornello, senza per questo scadere nelle melensaggini; altra grande prova in sede solista per la chitarra. Grande ritorno per questi statunitensi, io devo dire la verità, li conoscevo poco, ma hanno un’intensità selvaggia e sanno bilanciare benissimo aggressività e melodia; altro centro perfetto, bravi! 

Voto: 8/10  

Matteo ”Thrasher80”Mapelli