Allora ragazzi, è uscito questo nuovo album Rituals of Black Magic. Quali novità presenta?
Per prima cosa, questa volta si tratta di un concept album nel vero senso della parola (a differenza di Dance With Devils che presentava una tematica portante principale, che si ritrovava solo in alcuni dei pezzi). Come indica il titolo, si tratta di un vero e proprio grimorio musicale contenente dei rituali di magia nera, che si accompagna al libro omonimo pubblicato di recente.
Come ritenete si sia evoluto il vostro sound da Rise from the Grave ad oggi?
Ha assunto una forma più matura, si è evoluto in maniera molto soddisfacente – almeno dal nostro punto di vista -, trovando una propria vitalità. Ovviamente, un po’ di esperienza e tanta sperimentazione sono stati gli ingredienti essenziali affinché tutto ciò avvenisse.
Quali differenze sono riscontrabili tra Rituals of Black Magic e Dance with Devils?
Rituals of Black Magic, a differenza del suo predecessore, è un concept strutturato come tale. Siamo partiti dalla ricerca di macro-categorie argomentative che abbiamo cercato di spolpare per tirare fuori titoli (definitivi o anche soltanto abbozzati). Abbiamo, di conseguenza, costruito il pezzo attorno al tema, e non il contrario.
Da un punto di vista di argomenti e tematiche, cosa avete affrontato con questo disco?
Parla di rituali di magia nera, non solo nel senso più stretto della parola, ma in maniera più ampia. All’interno del lavoro possiamo trovare gli studi che abbiamo portato avanti nel corso degli anni che spaziano dall’Ars Goetia all’Alchimia condensati in pezzi sorretti da una vena estremamente cupa, sia dal punto di vista musicale che tematico.
Ci parlate del libro che presenta un po' i contenuti dell'album?
Indicativamente, a ogni traccia dell’album corrisponde un capitolo del libro. Proprio per la vastità e la complessità dei temi trattati, abbiamo voluto completare l’opera cercando di spiegarne gli aspetti prevalenti, che, generalmente, si perdono un po’ dal semplice ascolto dei brani, anche col testo a fronte.
Siete molto attivi da un punto di vista live ed i vostri show sono davvero interessanti. Avete pensato ad un DVD?
Ci abbiamo pensato più e più volte e continuiamo a farlo. Probabilmente un giorno arriverà il momento valido per il DVD live, per adesso ci siamo limitati a fare un piccolo esperimento con il live video ufficiale di Join The Sabbath per valutare la ricezione da parte del pubblico.
Spesso viene facile paragonarvi da un punto di vista scenografico ai Death SS. Quanto è stata importante per voi questa band?
Ovviamente è stato un tassello fondamentale nella nostra formazione degli albori, anche se, su alcuni punti, abbiamo sempre cercato di proporre un bivio concettuale differente. Pensiamo solo ai costumi: i Death SS, pur cambiando componenti, hanno sempre lasciato invariati i personaggi. Nei Deathless Legacy ogni personaggio non solo si evolve con il musicista, ma può cambiare di album in album (com’è accaduto con il nostro Sgt. Bones, ex El Calàver). Nutriamo profondo rispetto nei confronti dei Death SS, una band pionieristica nel campo dell’horror metal e del metal tricolore in generale, ed è superfluo sottolineare il fatto che siamo fan di Steve Sylvester e soci da sempre.
Chiudete l'intervista lasciando un messaggio ai nostri lettori...
Vi invitiamo a prendere parte a uno dei nostri rituali di gruppo dove potrete sentirvi liberi di essere. INFERUS DENIQUE.
Maurizio Mazzarella