HEADCRASHER - Nothing Will Remain

Punishment 18
1989 - Nota indirizzata alla fanzine XXXXX: di seguito la mia recensione dell'album in questione. Spero di esser stato il più possibile oggettivo. "Questi Headcrasher con il loro Thrash Metal violento e pesante mi hanno lasciato allibito. E' impressionante che anche qui in Italia si sia arrivato ad una qualità tra il discreto ed il buono, riguardo il genere proposto. Più volte nell'arco delle composizioni sono anche presenti dei passaggi strumentali intricati che dimostrano la buona tecnica globale dei nostri. Riescono anche ad essere simpatici con sfociature nel goliardico come la hardcoreggiante "FFVV" di soli 23 secondi e la divertente "Bath Man" infarcita di scoreggie fatte con la bocca. Il disco tutto è una bomba sonora brutale e senza compromessi realizzata secondo i canoni della tradizione americana del Thrash, e oltre ad una potenza d'impatto sonoro davvero "straight in your face", si possono anche apprezzare le liriche "apocalittiche" e di argomento sociale, messe in luce dall'acida voce di Claudio Gentile (e illustrate un po' nella foto che fa da cover all'album), nonché gli assoli di chitarra ricchi e potenti di JB "Blade" Brunetti, di tradizione KirkHammett-iana. Ora però arriviamo alle note dolenti. Il Thrash Metal è ormai un genere adulto, poiché già dal triennio 1985-86-87 gli esordi discografici di Testament ed Exodus nonché le pietre miliari dei maestri Metallica, Slayer e Megadeth ("Master Of Puppets", "Reign In Blood" e "Peace Sells... But Who's Buying" per chi non li conoscesse) lo hanno reso popolare internazionalmente nonché artisticamente eccelso. Dando il via a una interminabile sfilza di band-clone tutte incentrate sulle stesse sonorità, che si fanno una guerra spietata e si contendono in continuazione la palma di nuovi Metallica. Ad esempio in Inghilterra da poco sono arrivati all'esordio discografico Xentrix ed Acid Reign. Tanta foga di apparire i più veloci e brutali, soprattutto nei paesi più "ricchi" (vale a dire in quei paesi dove il Metal significa più di un genere di nicchia e in cui si spendono fior di quattrini non solo per la realizzazione ma anche per la distribuzione di un album Thrash o più in generale Metal) porterà generalmente a due cose. Da una parte, presto il mercato discografico sarà totalmente saturo, determinando molto anticipatamente la morte del genere musicale in questione (già la NWOBHM ha avuto una morte prematura molto simile ed altrettanto spiacevole), dall'altra, realtà che hanno l'unico difetto di nascere in paesi "poveri" e svantaggiati resteranno un fenomeno underground, nonché tradizionalmente e categoricamente di breve durata.

Anche perché, nonostante alcuni nostri gruppi (e le nostre pochissime labels che davvero contino qualcosa) ce la mettano tutta... più di una volta sussistono vari fattori negativi, vari muro-contro-muro che fanno finire il tutto al tipico "tarallucci e vino". Io apprezzo moltissimo lo sforzo degli Headcrasher a livello soprattutto tecnico-compositivo, la produzione è anche discreta... ma di sicuro non eccelle, e ciò (unito anche alla non perfetta pronuncia dell'inglese di Claudio, cosa comunque comune a moltissime bands italiche, anche blasonate) non è abbastanza per mettere in luce un prodotto discografico al di sopra dell'amatoriale, per impressionare qualcuno dalle alte sfere e per farli decollare discograficamente, magari all'estero. Di successo internazionale, se si continua di questo passo, non credo si parlerà mai, e questo dispiace molto. La Metal News è una piccola sottolabel della Metalmaster, e purtroppo rimane relegata nel limbo delle label amatoriali. L'album viene pubblicato solo su un formato che al momento sta per scomparire, il vecchio vinile (realizzato sempre più sottile e fragile tra l'altro). Già la mancanza di stampa su supporto CD penalizza l'album in questione rispetto alle "grandi proposte" internazionali del Thrash. Purtroppo so che molte persone mi chiameranno gufo e menagramo, ma inutile rigirare la frittata. Guardiamo in faccia la realtà. Quella vera, quella internazionale, non solo quella "nostrana". Fin quando non ci sarà un sistema più mirato alla promozione di bands metal qui in Italia, per bands dal potenziale di Headcrasher non si riuscirà a fare nulla di nulla. Inoltre, vedo nuvole fosche all'orizzonte: pare che in questo ultimo scorcio degli anni '80 si denoti già un senso di stanchezza. La moda è finita. La gente si è già rotta di generi come Thrash, Glam, Power... saranno forse essi destinati a scomparire anzitempo assieme agli anni '80? E in questo caso cosa verrà dopo? Sono davvero inquieto..." 2017 - Sono tornato un attimo indietro nel tempo con il TARDIS del mio amico Dottore, e ho scritto due note che spero una certa rivista italiana specializzata accettasse di pubblicare. Ma non credo lo abbia fatto... Ho fatto questo per aiutare la scena Metal del mio paese ad uscire dall'atteggiamento amatoriale in retrospettiva. Tornando al mio tempo, ho notato che non è cambiato molto. Niente da fare. Qua in Italia è più forte di noi. Unica cosa nuova: in quella stessa rivista qualche recensore un po' incazzato mi ha tacciato di essere un "losco figuro profeta di fantasiose apocalissi" e "uno che non ama la scena del proprio paese e si dovrebbe trasferire all'estero" (e quasi quasi lo faccio). A quanto pare nessuno di loro è al corrente (forse non molti di loro conoscono la lingua inglese) degli sberleffi sulle metal bands italiane apparsi nei vecchi numeri delle principali riviste Metal internazionali tra il 1985 e il 1988. In certi paesi il Metal è nato, questo non si capisce. Niente da fare. Qua in Italia è più forte di noi... Oggi le metal bands italiane riescono a produrre albums in maniera molto, molto più professionale, grazie ai plugins digitali, a studi più versatili, computers e internet, ma... a parte un paio di bands che sono riuscite a sfondare, la situazione italiana non è cambiata granché. E' una questione di atteggiamento. Le labels non sono interessate a certi generi, oppure sono troppo piccole per garantire un futuro professionale ad una band, e ormai il Metal è visto come genere di nicchia non solo in Italia ma in tutta Europa. Da allora, ricordo gli Extrema che hanno deciso di continuare comunque (a prezzo di tantissimi cambi di formazione), poi ricordo il fenomeno IN.SI.DIA. che nonostante un contratto con la Phonogram si è fermato dopo soli due dischi (che delusione). Missione fallita. Niente da fare. Qua in Italia è più forte di noi... Ah il disco, dite? Beh il disco è stato rimasterizzato e ristampato (con una splendida rielaborazione grafica della copertina originale molto più esplicita e, secondo me, molto più riuscita ed inquietante) e comprende anche un bonus CD contenente il materiale di un promo-tape del 1991 rimasto inedito più la bonus track "In Our Times" incisa nel 2017 da tutta la line-up storica: Claudio Gentile-Vox/JB "Blade" Brunetti-Guitars/Italo "Flebo" Le Fosse-Bass/Roby Vitari-Drums. La casa discografica Punishment 18, attenta a riproporre certe reliquie storiche del metal italico ha fatto davvero un ottimo lavoro. il loro ottimo Thrash Metal violento e pesante mi lascia ancora allibito (Doctor mi sta dicendo "congiunzione spazio-temporale: l'emotività si sta congiungendo con un sentimento simile provato 28 anni prima, molto strano!"), in questo disco ci sono pregi... e anche difetti (una produzione un po' sotto gli standards, qualche piccola prolissità e lungaggine di troppo ed una non perfetta pronuncia dell'inglese) di una tipica Thrash Metal band italiana che ha cercato di farsi conoscere e promuovere (e per fare l'impossibile Claudio e Roby si sono trasferiti da Cosenza a Torino completando la loro line-up sul posto con Blade e Flebo), ma tutt'oggi, per chiunque ricordi con piacere quegli anni di underground, come per chiunque non ci sia stato ma vuol riscoprire le radici del metallo italico della sua parte più estrema, si lascia ascoltare con vero piacere. La resa sonora globale è decente, la rimasterizzazione digitale l'ha migliorata per quanto possibile, ciò nonostante se si avesse avuto più disposizione finanziaria forse questo "Nothing Will Remain" sarebbe potuto diventare non solo un bel disco di Metal underground ma il disco di esordio di una band che poteva anche farcela internazionalmente. Pazienza. Ciao italiani. Comperatelo almeno ora il CD degli Headcrasher. Io mi faccio un altro viaggetto nel TARDIS ma questa volta non per cercare di cambiare le cose. Ho già fallito miseramente una volta... 

Voto: 7/10 

Alessio Secondini Morelli