WYATT EARP - Wyatt Earp

Adromeda Relix
I veronesi Wyatt Earp, all'esordio con il loro omonimo album per Andromeda Relix, decidono fin da subito di prendere il bisonte per le corna. E ci sciorinano sfacciatamente davanti il loro Hard Rock di derivazione prevalentemente Purpleiana, con altrettanto sfacciati accenni ai limiti del Southern e una performance vocale a tratti addirittura "Sleazy" come quella dell'infuocato singer Leonardo Baltieri. Fin dall'iniziale "Dead End Road" i nostri dimostrano immediatamente che "quando si spara non si parla" come dice Tuco su "Il Buono, Il Brutto E IL Cattivo". Nella seguente "Ashes", acidissima e veloce ma introdotta da un ipnotico preambolo Psyco-Blues, abbiamo anche modo di apprezzare l'Hammond indiavolato di Flavio Martini, che sicuramente fa la differenza, ricamando classe attorno all'energia dei cesellatissimi riffs chitarristici di Matteo Finato, i quali potrebbero ricordare un Blackmore sotto acidi. Stessa ricetta, stessa classe e potenza con la seguente "Live On" mentre per la lunga ed allucinata ballad "With Hindsight" i nostri recuperano fortemente atmosfere '70s tra Pink Floyd e Jethro Tull, associandole ad un sinistro organo che fa pensare addirittura ai migliori Black Widow. "Back From The Afterworld" poi, pare quasi ricalcare come struttura "Speed King" dei Purple. Ma è solo un preambolo per il gran finale, affidato all'epicissima (e prolissa) "Gran Torino". Quasi 13 minuti di potenza semi-cadenzata e tanto sano e robusto Hard-Blues, con qualche passaggio più meditativo e lisergico nella parte centrale. Purple e Zeppelin assieme in un solo brano, insomma. E un esordio col botto per gli Wyatt Earp, prodotto e suonato benissimo e con chiari intenti di resuscita di ormai datati stilemi sonori Hard settantiani. Che per chi ancora oggi ha passione per la Musica Rock, non sono mai passati di moda. Bravi! Alla prossima. 

Voto: 8,5/10 

Alessio Secondini Morelli