TORA TORA - Bastards Of Beale

Frontiers
Tra i grandi ritorni dell'Hard Rock/Glam Metal coadiuvati dalla mitica Frontiers Records, si annoverano anche i Tora Tora. Attivi discograficamente a cavallo tra la seconda metà degli anni '80 e i primi '90, furono uno degli ultimi gruppi di rilevante successo della scena dell'Hard melodico americano, con due blasonati albums pubblicati tra il 1989 e il 1992. Da molto tempo mancavano sulle scene, ed ora ritornano, con la medesima formazione originale, rimasta da sempre invariata (il cantante Anthony Corder, il chitarrista Keith Douglas, il bassista Patrick Francis ed il batterista John Patterson). Come invariato risulta il loro stile, nonché il livello qualitativo della loro proposta musicale. I nostri, come se il loro periodo di maggior successo non fosse tramontato da un pezzo, ci sciorinano ben 11 brani di fresco, energico e godibile Hard, a volte melodico a volte blueseggiante, spesso e volentieri imparentato con il Pop Metal. La produzione è di livello veramente buono, e la mitica voce di Corder mantiene invariato il suo ineffabile carisma un po' "Planteggiante". Tra i brani che spiccano particolarmente nella scaletta, posso dire di esser rimasto piacevolmente deliziato soprattutto nell'ascoltare una "Silence Of The Sirens" ai limiti del Metal più pesante, così come la scatenata "Son Of A Prodigal Son" e la ballad semi-acustica "Lights Up The River" (entrambe ben pregne di forti e piacevoli richiami zeppeliniani). Le corde sacre dell'Hard più lascivo vibrano poi con "Let Us Be One" e il boogie di "All Good Things", fino ad arrivare alla conclusiva, veloce e rockeggiante title-track, che incornicia così un album di grande potenza e musicalità. Forse basato su schemi musicali un po' troppo consumati, ma con un'espressività Hard intatta nella sua forma migliore. Buoni Tora Tora! Consiglio a tutti il rivitalizzante ascolto di questo disco, nel sacro segno del più puro e viscerale Hard Rock! 

Voto: 8/10 

Alessio Secondini Morelli