EVEN VAST - Warped Existence

Autoprodotto
Discreta prova questa dei Even Vast, band che fa del suo doom grunge la propria filosofia. Dopo un intro di qualche minuto che ci introduce all’interno del lavoro, ecco cominciare I know che col suo riff di chitarra ci trasporta già nel brano e la testa comincia a fare headbanging … imaginary friend è più aperta di groove, quasi grunge, sempre con una sorta di indole malinconica, soprattutto verso la fine con l’ingresso del sax. I suoni tornano pesanti con il brano successivo che ha più l’indole doom, nel portamento del pezzo e nell’intenzione. La voce è una via di mezzo che non sai se fargli cantare gli Alice in chains e o Sound garden, o i Black sabbath e i Saint vitus, per far capire che il campo è molto minato e circondato da filo spinato. Somebody richiama i brani precendenti, anche se “la rabbia” esce dalla seconda metà del brano. Nonostante la band suoni bene, l’orecchio continua a seguire il cantante, vera e propria anima della band. How long invece mi lascia di stucco per i suoni con i quali si manifesta a noi poveri mortali, questa potrebbe diventare un emblema del doom, secondo il mio modesto parere il brano migliore dell’album. Anche “Same old Story” è in linea con le aspettative dell’album, una buona band che suona con un cantante “starring”. Inside your Head ha un’anima più hard rock… Consigliato agli ascoltatori di carattere più aperto a sperimentazioni e crossover. 

Voto: 6/10

Flavio Facchinetti