NAZARETH - Tattooed On My Brain

Frontiers
I Nazareth, band minore della corrente Hard Rock britannica, attivi fin dal 1968, nonostante non abbiano avuto mai nessuno scossone a livello di vertiginoso aumento di popolarità, non sono mai stati con le mani in mano. E ben sapendo che il Rock & Roll è sudore, sangue, lacrime e fatica, nonostante dai 1990 le loro uscite discografiche si siano progressivamente rarificate rispetto ai roventi anni 1970 e 1980, non hanno mai mancato occasione di ricicciare fuori ogni "tot" anni per portarci la loro musica. Energica e rovente quanto ormai marchiata a fuoco con il loro classico trademark fatto di Hard Blues e refrain accattivanti e spesso "sessualmente" coinvolgenti. Ed ecco che i nostri, forti di un contratto discografico con la mitica Frontiers Music, festeggiano il loro cinquantennale come band con il vispo ed energico album che risponde al nome di "Tattooed On My Brain". Anche se detto cinquantennale viene oggi festeggiato, all'interno della band, dal solo membro storico rimasto fin dall'inizio, il bassista Pete Agnew. Questo infatti è il primo album in cui manca lo storico singer Dan McCafferty (che purtroppo si è dovuto fermare circa 4-5 anni fa per questioni personali), sostituito da Carl Sentance, precedentemente noto come voce dei Persian Risk e Don Airey e oggi in forza anche con i Crossbones del grande Dario Mollo. Il resto della formazione è costituito dal chitarrista Jimmy Murrison e dal figlio di Pete, Lee Agnew, che picchia le pelli della batteria nella band del padre dal 1999. Ed è bello, in effetti, constatare come il cambio generazionale abbia contribuito a mantenere energica ed aitante la line-up, in quanto, nonostante il caro vecchio Hard Rock con derivazioni Blues, chitarre sporche ed energiche e melodici refrain corali (un po' antesignani del "Class Metal" di cui tanto si fa alfiera la Frontiers) non sia ormai da decenni un genere musicale "di tendenza", i nostri continuano imperterriti a fare quello che hanno sempre fatto. Musica viscerale, di gran feeling, dura e "sessualmente" coinvolgente, senza pensarci mai su due volte. La voce di Sentance ha il giusto feeling, anche nei controcanti, e la chitarra di Murrison è caratterizzata da una radice "selvaggiamente" bluesy. Ascoltate gli "striscianti" riffs glissati di "Push" e di "The Secret Is Out" per intenderci. Altre tracce ben riuscite nel rievocare lo stato dell'arte della miglior espressività della più viscerale matrice Hard Rock sono, ad esempio, l'immediata, melodica ed accattivante opener "Never Dance With the Devil" e l'altrettanto coinvolgente "Crazy Molly". Se si vuol conoscere il segreto dell'infinita energia che anima la musica dei Nazareth, poi, si deve tener conto che testi come quello della title-track viene giudicato "explicit" dal lettore online di Spotify. Chi ha orecchie per intendere... 

Voto: 7,5/10

Alessio Secondini Morelli