EDUARDO VITOLO - Children Of Doom

Tsunami
Che in Italia si riuscisse a pubblicare un libro riguardante un genere non propriamente mainstream come il doom metal poteva solo essere una possibilità molto remota. Successivamente, scesi in campo quei pazzerelli di Tsunami, appena reduci dai festeggiamenti del decimo anno di attività, sperare era diventata cosa lecita. Per quel che mi riguarda, ho sempre pensato che l’autore ideale poteva essere un un certo Eduardo Vitolo (giornalista freelance, blogger, autore e speaker radiofonico), assurto nel tempo al titolo di vero e proprio saggista di tutta quella musica che flirta con suoni metallici e concept misteriosi. Nel suo carnet un opera sull’horror metal, un’approfondita indagine sull’underground estremo italiano, un’analisi dei testi dei Black Sabbath e la mirabolante biografia di uno degli artisti più esoterici di casa nostra, Antonio Bartoccetti (Jacula, Antonius Rex). Insomma, progetti non proprio facili da affrontare ed invece portati a termine col piglio di una pubblicazione accademica, seria ed autorevole. Non sfugge a questa descrizione il libro di cui stiamo parlando anzi, dopo un’attenta analisi, non esageriamo nell’affermare che l’autore si è davvero superato. Innanzitutto perchè il doom metal è materia su cui le fonti non sono certo facili da ricercare e quindi l’autore s’è comportato necessariamente da vero e proprio topo da biblioteca (cartacea o virtuale che sia…). In seconda istanza la costruzione del libro è stata organizzata con metodo esemplare e, a nostro giudizio con un lampo di talento e genio, partendo dalla trattazione del “doom” non solo come diramazione del metal ma, al contrario, come vero e proprio concetto esistenziale nel corso della storia. La descrizione dell’ignoto, delle paure più ancestrali, delle credenze religiose e della miseria umana hanno sempre trovato esaltazione in qualsiasi forma artistica. Basti pensare a quella pittorica, così come le cupe e mastodontiche cattedrali gotiche, in particolare nei periodi più bui come il medioevo, con l’inquisizione lanciata a caccia di demoni e streghe in ogni dove. Bene, l’autore ha formalizzato su carta quando appena espresso, proseguendo la narrazione storica fino agli albori della musica rock, con i suoi bluesman maledetti, con i primi gruppi che approcciavano col maligno, come Coven, Black Widow, ecc. E poi i padri, i Black Sabbath, e tutto quello che ne è derivato. Nulla è lasciato al caso: la distinzione delle varie scene per epoca e provenienza geografica si dipana scientificamente, permettendoci di carpire quelle peculiarità che creano le differenze dall’una all’altra. Si pensi, ad esempio a quella svedese (ampio spazio ai mitici Candlemass) e, doverosamente, a quella italiana, con Death SS e Paul Chain, Requiem e The Black, Black Hole, Minotauro Records ecc. In effetti vi prego di prendere nomi ed esempi come puramente indicativi, perchè la carne al fuoco è davvero tanta ed interessante. Particolare di rilievo è lo stile di scrittura di Eduardo Vitolo che non è mai noioso, anzi sempre avvincente e piacevole alla lettura, nonostante il volume sia un bel tomo di più di 400 pagine. Il tutto è corredato da numerose foto e tante testimonianze raccolte appositamente intervistando direttamente i protagonisti. Insomma, davvero non riesco a trovare altre parole per convincervi ad acquistare questo bellissimo libro. E per Eduardo Vitolo applausi !!! 

Voto: 10/10 

Salvatore Mazzarella